Il Sole 24 ore 25 febbraio 2008, Fabrizio Patti, 25 febbraio 2008
«Usa e getta» da quattro miliardi. Il Sole 24 ore 25 febbraio 2008. Sono tornati alla ribalta nell’emergenza rifiuti di questi mesi
«Usa e getta» da quattro miliardi. Il Sole 24 ore 25 febbraio 2008. Sono tornati alla ribalta nell’emergenza rifiuti di questi mesi. Sono i prodotti usa e getta, colpevoli di vanificare la prima delle tre R, «ridurre, riusare, riciclare», ritenute fondamentali dalle campagne ambientaliste di tutto il mondo. Ridurli non sarà però semplice, perché i consumatori italiani sembrano avere un debole per questi oggetti, che nel complesso valgono più di 4 miliardi di euro, considerando i beni principali. Per le stoviglie di plastica, ad esempio. «Il mercato italiano è forse il maggiore in Europa – dichiara Marco Omboni, presidente dell’Aippm, associazione che raggruppa le imprese produttrici nel segmento ”. I motivi di tale successo vanno ricercati nella capacità che questi prodotti hanno di essere in linea con alcune tendenze della nostra società, come la crescita della mobilità delle persone, l’aumento del numero dei pasti consumati fuori casa e la ricerca della massima praticità». Il settore ha fatto segnare nel 2007 una crescita del 5% in termini di quantità e del 3% nel fatturato, mentre si sono contratti i margini di profitto, nota l’Aipp, a causa dei costi crescenti della materia prima, che pesa tra il 45 e il 65% dei costi totali. I principali consumatori si trovano al Sud, dove si concentra la metà del mercato. Ma a crescere maggiormente, secondo la società leader Huhtamakii, sono le vendite al Nord. «Il mercato del monouso continua a crescere, anche se con tassi percentuali più contenuti rispetto al passato – sottolinea Elisabeth Beccaris, jr product manager retail di Huhtamaki ”. La salute del mercato si riflette nell’andamento della plastica bianca, che pesa più dell’80% del totale mercato. La plastica colorata si rivela il segmento più interessante, forse perché acquisisce parte delle preferenze perse dal cartoncino, che è il segmento più in difficoltà». Le stoviglie in carta e cartone, infatti, secondo uno studio della società Iri per Huhtamaki, hanno visto le vendite diminuire del 5,4% nel 2007 rispetto all’anno prima. Anche il settore dei prodotti di carta e cartone per uso domestico e sanitario (che comprende tra l’altro fazzoletti, tovaglioli e carta igienica) ha fatto registrare un calo della produzione dell’8,3% dal 2006 al 2007, sebbene alcuni prodotti, come i rotoli da cucina, abbiano fatto registrare tassi elevati di crescita negli ultimi anni. L’impatto ambientale di piatti e bicchieri in plastica potrebbe essere risolto dall’utilizzo di plastiche biodegradabili, gettabili nel cassonetto dell’umido. Ma l’Aippm invita a non crearsi troppe aspettative e avanza tre riserve: «Al di là dei perduranti limiti prestazionali rispetto ai prodotti "tradizionali", e di qualche riserva avanzata su di un massiccio utilizzo di plastiche derivate da mais (prodotti Ogm, alto impatto della coltura) è la stessa disponibilità di materia prima che contribuisce a limitare la diffusione di questi prodotti», sottolinea Omboni. Critiche del tutto respinte dalla Novamont, azienda che sviluppa e commercializza la plastica "bio" Mater-bi: «Le prestazioni sono superiori a quelle tradizionali in termini di rottura e resistenza e il problema della scarsità di risorse non è reale», fanno sapere dall’azienda. L’impatto ambientale dei prodotti usa e getta non si limita alle sole stovigle e coinvolge sempre di più i prodotti tecnologici. Su questo fronte, in attesa dell’arrivo dei modelli di cellulari, fotocamere digitali e lettori dvd usa e getta, il buon esempio lo danno le macchine fotografiche analogiche usa e getta. Dei 2,25 milioni di pezzi venduti nel 2007 (in calo del 30% rispetto all’anno precedente), fa sapere Federchimica, il 48% viene raccolto per essere riciclato, nell’ambito del sistema Obiettivo ambiente, nato nel 2000 per garantire il rispetto delle nuove disposizioni sui rifiuti tecnologici. Fabrizio Patti