Il Sole 24 ore 25 febbraio 2008, G. Tr., 25 febbraio 2008
Il «tesoro» dei piccoli Comuni. Il Sole 24 ore 25 febbraio 2008. Un tratto di statale, meglio rettilineo
Il «tesoro» dei piccoli Comuni. Il Sole 24 ore 25 febbraio 2008. Un tratto di statale, meglio rettilineo. E un autovelox, meglio non troppo visibile. Se conta su questi due strumenti, un piccolo Comune può dire addio ai problemi di bilancio, e seguire con distaccata sufficienza tutte le polemiche sui tagli di risorse. Il suo bilancio canta, e tocca vette che nessun assessore mago dei conti riuscirebbe a raggiungere per altra via. Il boom degli introiti da multe abita soprattutto nei paesi più piccoli, dove la passione per le contravvenzioni è ormai diffusissima. Nel 2006, a giudicare dai bilanci, i vigili hanno messo mano al blocchetto delle contravvenzioni in 4.602 Comuni (il 56,8% del totale). Santa Luce, il Comune toscano (1.551 abitanti in provincia di Pisa) che l’anno scorso svettava tra i castigatori di automobilisti (con 1.103 euro di accertamenti per abitante) sembra aver innestato la retromarcia (nel 2006 l’autovelox ha rallentato del 52%, e il conto si è fermato a "soli" 522 euro), ma anche mantenendo i ritmi dell’anno prima non sarebbe riuscito nemmeno a salire sul podio. A Villanova Biellese, che di abitanti ne ha solo 177 (si veda la storia raccontata qui sotto), con le multe hanno quadruplicato il bilancio: 357mila euro su 580mila arrivano dalla Polizia municipale, un tesoro cinque volte più grande di quello assicurato dalle imposte locali. Che, infatti, sono al livello minimo, e non hanno nulla da invidiare a quelle applicate nelle ricche Regioni autonome: a Villanova lo Statuto speciale è garantito dall’autovelox. A San Giovanni Lipioni (261 anime in Provincia di Chieti) e Comabbio (1.061; Varese), invece, pensano che due gambe funzionino meglio di una, e al Fisco non rinunciano. A San Giovanni e dintorni sulla Trignina, cioè la statale 650 che dall’appennino abruzzese scende alla costa, la polemica sulla ribattezzata «strada degli autovelox» (ma prima, non va dimenticato, era una delle tante «strade della morte », teatro di incidenti che i rilevatori di velocità hanno ridotto) e sugli apparecchi «imboscati » ha invaso i giornali locali e ha esasperato gli animi. Al punto che la scorsa estate, quando gli incendi (dolosi) si sono diffusi in zona, è comparsa anche qualche scritta inquietante («se non togliete gli autovelox il fuoco non si fermerà »). Gli autovelox, comunque, continuano a esserci, accompagnati però in genere dalle pattuglie. La statale del lago di Monate, nel Varesotto, è invece la macchina da soldi che proietta al terzo posto della graduatoria Comabbio (e al quinto Travedona-Monate, pochi chilometri dopo). Lì gli autovelox sono più di uno, qualcuno è nascosto tra gli alberi, in passato hanno dato vita addirittura a interrogazioni parlamentari e non sbagliano un colpo: c’è chi racconta di essersi visto recapitare multe scattate a due minuti di distanza fra loro, mentre sono finiti sui giornali locali i casi di automobilisti che hanno ricevuto mitragliate di multe in pochi giorni. Uno di loro, un viaggiatore di commercio, è stato pizzicato tre volte in tre giorni (450 euro). Pagata la prima multa, ha fatto due ricorsi (fotocopia) per le altre, e se n’è visto accogliere solo uno. Perché la pioggia di contenziosi, e il diverso orientamento espresso dai giudici di pace, sono uno dei corollari immancabili di queste storie di (eccessi di) velocità. L’altro è quello sull’utilizzo della ricchezza che piove nelle casse dei Comuni. E che per il 50%, secondo quanto previsto dal Codice della Strada, dovrebbe essere impiegata per il miglioramento della circolazione delle strade, il potenziamento della segnaletica e la fornitura di mezzi tecnici per i servizi di polizia stradale. Intenti lodevoli, che quando vengono realizzati chiudono un circolo virtuoso che previene i rischi per gli automobilisti prima multando i più "disinvolti" e poi facendo viaggiare tutti in condizioni migliori. Ma a vigilare su questo vincolo di destinazione, nei fatti, non c’è nessuno, e il tutto è rimandato alla buona volontà dei singoli amministratori. G. Tr.