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 2008  febbraio 23 Sabato calendario

Pedofilia, condannato. La Repubblica 23 febbraio 2008. Dice che anche per lui non è stato facile: «Questa mattina mi sono presentato a scuola alle otto in punto, la direttrice aveva gli occhi sbarrati

Pedofilia, condannato. La Repubblica 23 febbraio 2008. Dice che anche per lui non è stato facile: «Questa mattina mi sono presentato a scuola alle otto in punto, la direttrice aveva gli occhi sbarrati. Non sapeva cosa dire, io neppure. Ma dovrò pur lavorare in qualche modo, ho due figli da mantenere. Insomma, superato il primo imbarazzo, mi ha dato il nuovo calendario scolastico. Le lezioni di musica iniziano sabato». Cioè oggi. Il professore "pedofilo" abita con la sua famiglia in una baita ristrutturata fra le montagne e il bosco. Ha 43 anni, una moglie che insegna catechismo, due figli minorenni e da ieri - di nuovo - il suo vecchio impiego nella scuola media del paese. Torna in cattedra. Il giudice del lavoro di Aosta ha dichiarato illegittima la sospensione cautelativa dall´insegnamento decretata dall´assessore Regionale all´Istruzione. Può tornare a lavorare perché era già stato sospeso durante la fase delle indagini preliminari. «E non si può punire due volte lo stesso fatto», spiega l´avvocato Giuseppe Greppi che difende il docente. Può tornare anche se in primo grado, a marzo 2007, è stato condannato a due anni di carcere per aver scambiato foto pedopornografiche proprio attraverso il computer del suo istituto. «Perché bisogna attendere una pronuncia giudiziaria definitiva», c´è scritto nella sentenza. Una decisione che sconvolge il paese e suscita reazioni e polemiche a tutti i livelli. Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, dice: «Di fronte alla condanna di un insegnante per reati legati alla diffusione di materiale pedopornografico, abbiamo il dovere di tutelare anche la sensibilità degli studenti e delle famiglie». E aggiunge «Si può essere reinseriti in funzioni diverse da quelle dell´insegnamento». Il presidente della Regione Valle d´Aosta, Luciano Caveri, annuncia ricorso contro la sentenza e risponde al ministro: «Fioroni non conosce le carte e sono dispiaciuto che si possa in qualche maniera dare l´idea che da parte nostra ci sia stata una sottovalutazione nel rientro a scuola che invece ne aveva diritto in forza di una sentenza chiara e netta». L´assessore all´istruzione, Laurent Vierin, è indignato: «Perché il maestro in questione si è detto disponibile a cambiare lavoro solo in cambio di una promozione». Lui scuote la testa e trema davanti a una catasta di legna. Ha addosso solo un pile viola, il prato è innevato, stanno arrivando i turisti per il weekend: «Ho sbagliato - racconta - sono un cretino, non dovevano succedermi certe cose. Ma ho già passato sette anni di gogna. Articoli di giornali, pettegolezzi. Qui sono io il mostro, quello delle foto. E terribile. Volevo solo essere dimenticato, altroché tornare a scuola». Dice che ha provato la strada della conciliazione con la Regione per tre anni: «Ho chiesto di poter lavorare ovunque. In qualsiasi posto che non mi mettesse a contatto diretto con i minori. Perché anche se come insegnante mi sento a posto con la mia coscienza, anche se sono sicuro che non rifarò lo stesso sbaglio, capisco che i genitori possano non essere contenti di vedermi in classe». Ma anche l´ultimo tentativo di conciliazione, mercoledì mattina, è fallito. « una decisione scioccante - dice una madre di Gressoney - ci troviamo di fronte a una sentenza assurda, senza rispetto. Avesse fatto il postino, per dire, non avrei avuto niente da eccepire. Ma rimandare a scuola un maestro pedofilo mi sembra il colmo». L´avvocato Giuseppe Greppi invece è molto soddisfatto: «Il giudice ha avuto semplicemente il coraggio di far rispettare la legge - spiega - la Regione ha sbagliato i suo calcoli: volevano linciarlo e poi licenziarlo. Ma stiamo parlando di un reato commesso nel 2001 per cui non mi risulta sia prevista la fucilazione. Il mio cliente ha chiesto in tutti i modi di poter cambiare posto di lavoro, ma non è stato considerato. Ovvio che ora per lasciare la scuola pretenda un trasferimento migliorativo». Intanto i colleghi hanno preso atto della sentenza ed hanno già avvertito tutti gli studenti delle medie. NICCOLO ZANCAN