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 2008  febbraio 23 Sabato calendario

Calcetto? Macché sport è un business. La Repubblica / Roma 23 febbraio 2008. Quando parliamo di sport-business intendiamo quasi sempre i ricchi stipendi dei calciatori, gli scambi di campioni a folli cifre, diritti tv, incassi da stadio, quotazioni in borsa e così via

Calcetto? Macché sport è un business. La Repubblica / Roma 23 febbraio 2008. Quando parliamo di sport-business intendiamo quasi sempre i ricchi stipendi dei calciatori, gli scambi di campioni a folli cifre, diritti tv, incassi da stadio, quotazioni in borsa e così via. Quasi mai pensiamo che al centro di quel business ci siamo noi consumatori, tifosi da stadio o utenti di pay tv. E a questo salasso siamo ormai abituati da tempo. Ma il business adesso va a caccia anche e soprattutto dello sportivo attivo. A parte i costi dei materiali (magliette, tute, scarpe, attrezzi vari) che seguono l’ impennata del costo della vita, è di questi giorni la denuncia da parte del Codacons degli stratosferici aumenti inferti agli amanti della partitella di calcetto o agli affezionati di quella di tennis. L’ affitto del campo di calcetto, secondo il Codacons, ha avuto in 7 anni un aumento del 93%, quello di tennis dell’ 83%. Per il calcetto si parla di 50-65 euro o anche di più per un’ ora, a seconda se ci siano le luci o meno. 15-20 euro per il campo di tennis. La realtà è nota. Ormai un campo di calcetto è una miniera d’ oro. L’ installazione dei manti sintetici è senz’ altro costosa ma la manutenzione è praticamente zero. Gli spogliatoi sono rimasti gli stessi e molti hanno introdotto le macchinette a tariffa per acqua calda e asciugacapelli: per cui non c’ è nemmeno quella spesa.Il calcetto ha spesso emarginato se non addirittura cancellato il tennis da determinati quartieri di Roma. Semplice: per il calcetto si possono chiedere soldi a 10 persone, e a dieci euro l’ uno possono fare perfino 100 euro. Un bel campo di tennis in terra rossa costa molto e non si possono chiedere quelle cifre. Almeno per ora~. Il problema è che anche giovani e studenti ormai hanno "il vizio" del campo perfetto. Una volta si andava a Villa Ada, Villa Pamphili, Villa Borghese si facevano le porte coi cappotti e si giocava per ore. Non c’ erano tanti divieti ed era completamente gratis. FABRIZIO BOCCA