Corriere della Sera 23 febbraio 2008, M. Ga., 23 febbraio 2008
Stanza 33-218, nasce l’auto degli studenti. Corriere della Sera 23 febbraio 2008. L’automobile «open-source» progettata e realizzata da decine di studenti di 25 delle più prestigiose università del mondo prende forma nella stanza 33-218 del Mit, un ufficio pieno di mascherine anti- polvere e di grembiuli usa e getta da laboratori
Stanza 33-218, nasce l’auto degli studenti. Corriere della Sera 23 febbraio 2008. L’automobile «open-source» progettata e realizzata da decine di studenti di 25 delle più prestigiose università del mondo prende forma nella stanza 33-218 del Mit, un ufficio pieno di mascherine anti- polvere e di grembiuli usa e getta da laboratori. «La gente – dice Robyn Allen, 22enne studentessa di ingegneria aerospaziale – crede che tra vent’anni avremo l’auto ecologica. Noi, invece, pensiamo che sia possibile costruirla ora». Sembrano le parole di una sognatrice, ma, a differenza di tanti altri giovani che vogliono «tutto e subito », Robyn si è rimboccata le maniche: insieme ad Anna Joffe, un’altra allieva 22enne del Mit, prossima alla laurea in ingegneria civile, due anni fa ha dato vita al Vehicle Design Summit, un progetto collaborativo basato sul lavoro volontario di gruppi di studenti di tutto il mondo che dovrebbe portare, nel 2010, alla costruzione di una vettura a basso impatto ambientale, capace di percorrere 200 miglia con un gallone di benzina (vale a dire 85 chilometri con un litro). Il gruppo del Mit è partito due anni fa dandosi un percorso con una serie di tappe intermedie: nel-l’estate del 2006, 53 «cervelli» che studiano in 21 università di 15 Paesi si sono riuniti nei laboratori aeronautici messi a disposizione dalla prestigiosa accademia di Boston e, sfruttando le 8 settimane della vacanza estiva, hanno costruito quattro prototipi (un po’ rudimentali ma funzionanti) di veicoli a propulsione elettrica, a cellule di idrogeno e con motori biodiesel e a ciclo combinato elettrico-meccanico, capaci di percorrere più di cento miglia con un gallone (3,8 litri) di combustibile. Da allora i gruppi di studenti che collaborano al progetto sono saliti a 25: ce ne sono in Cina, in India, in Europa (in Italia partecipano alcuni allievi del Politecnico di Milano) e, ovviamente, in Nord America: qui, al di fuori del Mit, i nuclei più attivi sono quelli della University of California di Davis e dell’università canadese di Waterloo. Questi ragazzi – che cercano di portare nell’industria automobilistica il modello collaborativo di Internet, fatto di lavoro volontario e di organizzazione «orizzontale», senza gerarchie prefissate – sono riusciti a costruire veicoli complessi grazie, anche, all’aiuto delle università, ai finanziamenti di industrie e benefattori e alla consulenza gratuita di vari esperti del settore automobilistico: soprattutto ingegneri ora in pensione contagiati dall’entusiasmo di questi giovani universitari. Che non si sono accontentati di mettere insieme veicoli «da laboratorio». «L’anno scorso – racconta Anna Jaffe – siamo stati in India e Cina. Abbiamo capito che, soprattutto in India, ci può essere mercato per un veicolo a basso costo e a basso consumo come quello che vogliamo realizzare quest’anno». Così il team dei ragazzi del Mit è partito: questa estate costruiranno il prototipo di un veicolo tradizionale (cinque posti più bagagliaio) capace di percorrere 100 miglia con un gallone (43 chilometri con un litro) e con caratteristiche tecniche tali da renderne possibile la produzione in serie, se si troverà un’azienda interessata. Concepito da un Systems Architecture Team che ha suddiviso il progetto in sei gruppi responsabili per lo sviluppo dello chassis, del motore, dei sistemi elettrici e dell’interfaccia uomo-macchina, il progetto del Vehicle Design Summit anche stavolta si trasformerà in un veicolo funzionante durante la pausa estiva. La fabbrica del 2008 non sarà nei laboratori del Mit: gli studenti hanno valutato diverse soluzioni e alla fine hanno scelto Torino, dove possono contare sull’aiuto del Politecnico della città, della Regione Piemonte e di Torino Design, la società di progettazione automobilistica di Roberto Piatti, ex direttore del centro-stile della carrozzeria Bertone. Un’esperienza nuova per l’Italia. Speriamo sia «contagiosa». M. Ga.