La Stampa 23 febbraio 2008, ADRIANA MARMIROLI, 23 febbraio 2008
Victoria Cabello. La Stampa 23 febbraio 2008. Clicca sull immagine per ingrandirla Sono d’accordo con Fiorello: si deve smettere di votare finché non si farà qualcosa per risolvere i problemi di questo paese
Victoria Cabello. La Stampa 23 febbraio 2008. Clicca sull immagine per ingrandirla Sono d’accordo con Fiorello: si deve smettere di votare finché non si farà qualcosa per risolvere i problemi di questo paese. Berlusconi, Veltroni e gli altri: io li manderei a fare la loro campagna elettorale tra i mucchi di rifiuti a Napoli. Li sfido a vivere lì. Noi quel disastro lo vediamo nei Tg, resta lontano. Ma c’è gente che ci vive davvero». Così Victoria Cabello, allegro folletto demenziale di Mtv, maliziosa intervistatrice di Very Victoria, fidanzata per spot di un gorilla crodinodipendente. La Iena che è in lei (e che è stata) sceglie una volta in più la provocazione. Tuttavia, se politica e campagna elettorale sono il discorso principe di ogni italiano in questi giorni, l’altro, immancabile seppure tanto più futile, è Sanremo. E poiché Victoria una volta su quel palco c’è stata, come non chiederle cosa ne pensa di questa edizione che sta per iniziare. «Ci sono tanti amici, gente che stimo. Piero, Lucilla Agosti (vedrete: sarà una scoperta!), Elio e le Storie Tese. E con loro al Dopofestival parecchi degli autori che lavorarono con me nella sfortunata edizione 2006». Fu davvero così brutto? «Non fu un’edizione facile, ma io mi sono divertita. Ho scoperto una tv diversa da quella più soft da cui provenivo. Non ero mai stata prima sulle reti generaliste. E’ una realtà abbastanza spaventosa. Mi sentivo dentro a un circo, una specie di funambola in bilico. Ma l’esperienza la rifarei». Cosa le è restato più impresso? «Che a furia di stare su quei tacchi a spillo avevo le gambe della sora Lella. Per paura di non riuscire a rimettere le scarpe, avevo pensato di tenerle anche mentre dormivo. I tacchi impiantati nel piede». Effetti a più lunga durata? «Ho imparato a mettere le scarpe col tacco. E ho innalzato l’età del pubblico di Mtv. Con Sanremo mi sono fatta conoscere da un pubblico diverso. E che ora vedeVery Victoria. Le signore, anche over 60, del mio condominio, mi salutano ”ciao Veri Victoria”. Mi sono fatta l’idea che pensino che siano nome e cognome». Lei una delle poche in Italia che dà il suo nome allo show, all’americana: Letterman, Oprah, Leno. Neppure la Ventura. «Mi metta almeno terza dopo Letterman e Oprah... Pare che abbia un egotrip bello grosso, vero? Il fatto è che non l’ho scelto io. Io ho pensato il programma, mentre il nome arriva da un tototitolo molto democratico dei ragazzi di Mtv, poi appoggiato dal direttore. E se il direttore pensa che non sia troppo...». Le piace giocare con l’understatement, porsi come il «brutto anatroccolo». «Anche questo è un gioco. Non mi sento brutto anatroccolo. Ma so benissimo di non rispondere ai canoni estetici della presentatrice media. Sono normale. Perciò vengo vissuta come non competitiva dalle donne. Cosa che mi fa piacere». La sua diversità le arriva dall’essere nata in Inghilterra? «Certo, viene fuori il mio lato anglosassone. Mi ispiro alla comicità inglese. Non ho dovuto lavorare molto. Ero già scema così... La tv mi ha dato la possibilità di mostrare la mia demenzialità. una dote che amo tantissimo, anche negli altri. E che in Italia hanno in pochi». Chi, per esempio? «Corrado Guzzanti è il mio preferito. Uno dei pochi che mi manca in tv. Ottavo Nano è il mio programma cult. Amo anche Serena Dandini: la sua Tv delle ragazze mi ha ispirata». E Le Iene? Le mancano le sue interviste folli alle star del cinema? «Forse mi sono presa anche un paio di schiaffi. Certo tanti sguardi d’odio. E un paio di pollici tra le costole da parte di guardie del corpo che volevano neutralizzarmi. Sì, mi mancano quelle incursioni pazze. Era fantastico. Anche se dietro c’era un lavoro molto pesante, di cui non ci si rende ben conto». Dalla «strada» delle Iene al salotto di Mtv. Si sente più saggia e matura? «Confermo: resto demenziale. vero, sto in un salotto e il mio è un programma più o meno normale. Ma in quel salotto continuano a succedere cose un po’ strane. Ho portato tra quelle pareti la mia vena matta. E qualche volta salto ancora in braccio ai giovanotti, soprattutto quelli più bellocci». ADRIANA MARMIROLI