Affari e finanza 25 febbraio 2008, GIORGIO LONARDI, 25 febbraio 2008
Montezemolo. Affari e finanza 25 febbraio 2008. «Sto per finire il servizio militare», aveva detto il 7 gennaio presentando a Maranello la nuova Ferrari di Formula 1
Montezemolo. Affari e finanza 25 febbraio 2008. «Sto per finire il servizio militare», aveva detto il 7 gennaio presentando a Maranello la nuova Ferrari di Formula 1. Anche per Luca Cordero di Montezemolo, quindi, il «servizio militare», quella lunga naja in Confindustria, dopo 4 anni è in via di conclusione. Da maggio, dunque, Luca tornerà al suo mestiere di manager e imprenditore. C’è la Fiat da curare amorevolmente come presidente (pensate che guaio se Marchionne smentisse le smentite e a giugno se ne andasse da Corso Marconi per fare il banchiere all’Ubs!). Poi c’è la Ferrari che tanto corre da sola e macina profitti e che anche se Montezemolo la trascurasse un po’ non sarebbe un problema. Insomma, se Marchionne rimanesse tranquillo Luca potrebbe dormire fra due guanciali godendosi il suo stipendio da 7 milioni lordi degno di un supermanager del suo calibro fumandosi un sigaro toscano (ne controlla una quota). E allora? In realtà il gioco non è duro per il manager Montezemolo. Ma si fa delicato per l’imprenditore Luca Cordero: l’economia vira al brutto e tenere dritta la barra delle imprese è sempre più difficile. Prima, però, diamo un’occhiata alle «scatole» finanziarie che racchiudono i gioielli di famiglia. La più recente si chiama Mcg Holding e ha come principali azionisti Clementina e Matteo Cordero di Montezemolo, due dei figli del presidente di Confindustria. Amministratore unico della società è Matteo di Montezemolo mentre usufruttuario di una quota consistente del capitale è lo stesso presidente di Fiat, Ferrari e Confindustria (ma anche della Fiera di Bologna). Quanto alla seconda holding, cioè la Fisvi, fa parte della galassia di famiglia già da parecchi anni. Alla neonata Mcg Holding (è stata costituita nel 2007) fanno capo i nuovi progetti imprenditoriali di Montezemolo. Ad esempio il 25,33% di NTV, Nuovo Trasporto Viaggiatori, la compagnia privata per l’alta velocità che vede nella sua compagine azionaria una serie di soci illustri. A cominciare da Diego Della Valle (oltre il 25%), vecchio amico di Luca con cui in passato aveva lanciato (e poi venduto) Acqua di Parma (profumi) e gli occhiali Web, questi ultimi ceduti alla Marcolin, società di cui Della Valle è socio importante. Nell’azionariato di NTV troviamo anche Gianni Punzo (più del 25%), l’imprenditore che ha fondato il Cis di Nola, quindi Giuseppe Sciarrone (4%), ex dirigente di punta delle Fs e Intesa San Paolo con il 20% del capitale. Il progetto di NTV è ambizioso. Si tratta di fare concorrenza alle Ferrovie grazie all’acquisto di 25 treni superveloci comprati per circa 650 milioni di euro dal colosso francese Alstom. In attesa che fra il 2009 e il 2010 vada in onda la sfida fra NTV e Fs Luca di Montezemolo dovrà affrontare una questione un po’ più modesta ma anche un po’ più pressante. Il suo nome è Charme, il fondo per il lusso controllato al 32% da Fisvi e che finora non ha dato molte soddisfazioni ai suoi soci. Anche in questo caso si tratta di una compagine formata da nomi importanti. Un tempo ne faceva parte Vittorio Merloni che un paio di anno fa ha deciso di cedere la sua quota. Il gruppo, però, rimane folto. Ecco Nerio Alessandri, «mister Tecnogym» con circa il 4%; poi le famiglie Gorgoni e Montinari (gli ex proprietari della Banca del Salento) anche loro con circa il 4%. Più consistente il pacchetto di Della Valle (attorno all’8%) mentre Franco Moschini ex proprietario di Poltrona Frau ha «scambiato» il 15% della stessa Poltrona Frau con il 18%di Charme. Fra i soci importanti contiamo anche Unicredit (13,5%) e Isabella Seragnoli (5,50%) della famiglia bolognese che controlla GD, uno dei maggiori gruppi europei nel settore del packaging. E ancora: Gianni Punzo e Gianni Cacace, entrambi soci del Cis di Nola, assieme alla famiglia Marsiaj di Torino (controllano Sabelt attiva nel settore delle cinture di sicurezza) e a Danilo Montecchi, imprenditore modenese della logistica. Insomma, si tratta di tanti signori che purtroppo non devono essere contentissimi. Il loro cruccio è Poltrona Frau, un’azienda controllata da Charme al 55%. La stessa Poltrona Frau che nel giro di un anno ha perso in Borsa circa il 30%. Intendiamoci, l’azienda non va male: nel 2007 i ricavi sono cresciuti di oltre il 4% a 285,4 milioni di euro. Mentre l’ebitda è aumentatoo del 12%, l’ebit del 13% e il risultato ante imposte del 25,1%. Tuttavia il mercato è rimasto deluso. I motivi sono più di uno. Intanto Poltrona Frau si definisce una società del lusso. E difatti fra i marchi del gruppo ci sono brand prestigiosi del mobile made in Italy come Cassina o Cappellini. Eppure, i risultati non sono quelli di una società del lusso. Perché se un’azienda ha un ebitda del 12% o anche del 14% non stiamo parlando di lusso ma di qualcosa di diverso e un po’ meno attraente per gli investitori. E allora? Diciamo che Poltrona Frau ha avuto delle performance un po’ modeste. E questo, per Luca di Montezemolo è un problema da risolvere impegnandosi a fondo per rilanciare la società. E per non deludere né i soci di Charme né quelli di Poltrona Frau. Altrimenti finiranno con l’avere ragioni gli analisti di Chevreux che bacchettano con severità il management del gruppo. Ascoltateli: «La società ha registrato nel quarto trimestre vendite pari a 84,6 milioni, livello inferiore alle nostre stime e anche alle indicazioni fornite in precedenza dai manager». La conseguenza è che la stessa Chevreux ha previsto che nel 2008 Poltrona Frau avrà dei successi inferiori a quelli annunciati dal management sia in termini di ricavi sia di risultati finanziari. Insomma, nel 2008 Luca di Montezemolo dovrà mettercela tutta per fare contenti gli azionisti e riconquistare l’affetto e la fiducia degli analisti finanziari. Un compito che andrà svolto anche nei confronti dei soci di Charme perché Frau rimane tuttora la partecipazione più rilevante del fondo. Un pacchetto, che vale sensibilmente di più dell’80% di Ballantyne, marchio scozzese del cachemire in via di rilancio per trasformarsi in un brand della moda. Per non parlare della partecipazione finanziaria (9%) in Grandi Navi Veloci. GIORGIO LONARDI