La Stampa 19 febbraio 2008, Lucia Annunziata, 19 febbraio 2008
Il Colle, i censori e il bilancio trasparente. La Stampa 19 febbraio 2008. La ringrazio per lo scrupolo professionale con cui ha raccolto dalla recente Nota illustrativa del Bilancio di previsione per il 2008 della Presidenza della Repubblica elementi obiettivi e corretti per la risposta al lettore Lorenzo Gravi («Il Quirinale non taglia soltanto i corazzieri»)
Il Colle, i censori e il bilancio trasparente. La Stampa 19 febbraio 2008. La ringrazio per lo scrupolo professionale con cui ha raccolto dalla recente Nota illustrativa del Bilancio di previsione per il 2008 della Presidenza della Repubblica elementi obiettivi e corretti per la risposta al lettore Lorenzo Gravi («Il Quirinale non taglia soltanto i corazzieri»). Mi sia permesso cogliere l’occasione anche per confutare l’asserzione del lettore, secondo la quale chi opera al Quirinale definirebbe questo luogo di lavoro come una «Corte». Questa affermazione, priva di qualunque riscontro, coinvolge in un giudizio generico e indiscriminato - spinto fino all’offensivo appellativo di «dannosi microbi» da «disinfestare» - dipendenti pubblici che compiono il loro dovere a supporto delle alte funzioni di questa istituzione e che stanno offrendo la più ampia collaborazione alla complessa e difficile opera di riorganizzazione dell’amministrazione e di contenimento dei relativi costi avviata dal Presidente Napolitano. PASQUALE CASCELLA (Consigliere del Presidente della Repubblica per la stampa e l’informazione) Ringrazio il Quirinale per l’attenzione a questa rubrica. Al Colle sono state rivolte negli ultimi mesi critiche sui costi e i sistemi di gestione comparati a quelli della Presidenza francese e della Corona inglese. Tra le critiche c’era, molto importante, quella alla mancanza di trasparenza del bilancio della nostra Presidenza della Repubblica, tradizionalmente tenuto «privato», a differenza di quello della monarchia inglese, pubblicato on line. Ieri ho fornito i dati del bilancio, resi pubblici dal Quirinale stesso, con una decisione che non ha precedenti nella storia della Repubblica, tantomeno in quella dell’Italia monarchica. Non è questa forse una risposta efficace alle critiche di mancanza di trasparenza? Gli autori del grande libro «La Casta», Stella e Rizzo, fra i più autorevoli censori della nostra classe politica, hanno preso infatti atto di questa novità, sia pur mantenendo alcune riserve. Della riduzione tendenziale delle spese, indicata in questo stesso bilancio, ho reso conto ieri. Vorrei solo ricordare che il Presidente Napolitano si è impegnato in questo lavoro di «risparmio» fin dal primo giorno, con una serie di tagli grandi e piccoli. Penso alla riduzione drastica del personale a seguito delle trasferte in Italia e all’estero - voce non minore, del bilancio; ma anche la piccola ma aggraziata scelta di tornare alla vecchia auto presidenziale, lasciando in garage l’extralussuosa Maserati. Troppo appassionata la mia difesa del Quirinale? Non credo. Nessun sistema politico può considerare lo svilimento della propria più importante istituzione, senza svilire anche sé stesso. Le critiche sono importanti, e benvenute, nei confronti di tutti. Ma prima di dire che sul Colle c’è un carrozzone, o che, come ha detto il nostro lettore ieri, ci sono dei parassiti, bisognerebbe pesare le parole. Lucia Annunziata