La Stampa 21 febbraio 2008, GIAN ANTONIO ORIGHI, 21 febbraio 2008
Zapatero, líder máximo della Tav. La Stampa 21 febbraio 2008. E’ una domenica, il 16 dicembre del 2007, quando il premier Romano Prodi sale alla stazione di Bologna per «provare» il collegamento ad alta velocità fino a Milano: 182 km di linea, ipertecnologica e superveloce, costati ben 6,9 miliardi di euro
Zapatero, líder máximo della Tav. La Stampa 21 febbraio 2008. E’ una domenica, il 16 dicembre del 2007, quando il premier Romano Prodi sale alla stazione di Bologna per «provare» il collegamento ad alta velocità fino a Milano: 182 km di linea, ipertecnologica e superveloce, costati ben 6,9 miliardi di euro. E’ un giorno di festa ma per veder completata la prima tratta delle rete italiana di alta velocità - i primi progetti sono di inizio Anni Novanta - ci vorranno altri due anni. E’ lo stesso premier ad annunciarlo: «Stiamo recuperando il ritardo. Entro due anni sarà pronta l’alta velocità da Torino a Salerno, così saremo a livello della Francia. E poi andremo più a Est verso Venezia». Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie, accanto a lui, conferma. Più lunghi i tempi per arrivare fino a Venezia, altra tratta inserita nell’ormai famoso corridoio Cinque dell’Unione Europea. Quello per intenderci dove è collocata anche la Torino-Lione. Qui siamo fermi al palo. Almeno in Italia. In Francia infatti, la società incaricata dei lavori sta completando i lavori preliminari con lo scavo di tre discenderie. A Modane la galleria esplorativa è già stata completata. In Val di Susa, invece, non si è mossa una foglia e non si muoverà ancora per molto tempo. Resta forte l’opposizione popolare. Lontana, lontanissima la possibilità di realizzare quella che Prodi chiama la «bella biforcazione del Mezzogiorno» cioè i progetti per la Napoli-Bari, e poi per la Salerno-Battipaglia-Reggio Calabria». Il premier socialista Zapatero? il Tav Máximo. Dopo aver inaugurato nel dicembre scorso l’«Ave», la linea ad Alta Velocità, Madrid-Valladolid (179,5 chilometri) ed Antequera-Malaga (54,5 chilometri), ieri mattina «Renfe», le ferrovie statali spagnole, hanno tenuto a battesimo il tratto più agognato, Madrid-Barcellona. Ben 659 chilometri che si coprono in appena 158 minuti e che sono costati 8,76 miliardi di euro (il 49,4 per cento dei quali sborsati dalla Ue). «La linea equivale a 90 aerei al giorno e costituisce un grande apporto alla lotta contro l’effetto serra - ha sottolineato al settimo cielo il leader della Rosa -. Il nuovo tracciato contribuisce nettamente ad una economia ecologicamente sostenibile appoggiata a spada tratta dal nostro governo». Le parole di Zapatero evidenziano che il suo sogno si sta avverando. Il premier, benché la campagna elettorale per le politiche del 9 marzo cominci soltanto alle 24 di domani, non si è fatto fotografare (come anche la ministra delle Infrastrutture Magdalena Alvarez) quando i primi due convogli dell’«Ave» sono partiti alle 6 del mattino dalla stazione di Madrid-Puerta de Atocha e da Barcellona-Sants. Nel febbraio del 2007 Zapatero aveva assicurato che nel 2010 la Spagna sarebbe stata il Paese con la maggior linea di Tav al mondo con 2230 chilometri, superando Giappone (2090) e la Francia (1893). Non solo: il faraonico piano di Zapatero, con investimenti pari a 250 miliardi di euro, prevede che per il 2020 i chilometri coperti dalle «Ave» (la cui v, non a caso, è disegnata con due ali) siano addirittura 10 mila e che il 90 per cento dei 45 milioni di spagnoli abbiano una linea superveloce a meno di 50 chilometri da casa. Una vera e propria rivoluzione per un Paese il cui Pil dipende al 14 per cento dal turismo, che così aumenterà sempre di più (ed inquinerà sempre meno). La linea Madrid-Barcellona, 34 treni dalle 6 alle 21 i cui prezzi sono alla carta (il biglietto più economico, se fatto via Internet e con 15 giorni di anticipo, costa appena 40,44 euro, il più caro, senza prenotazione e nella esclusiva classe Club, 245 euro), segna una vera e propria rivoluzione. Progettata nel 1992, quando è partito il primo tragitto Madrid-Siviglia («Perché l’allora premier socialista Felipe González era nato nel capoluogo andaluso», stigmatizza il progressista El Periódico de Catalunya), la nuova linea è destinata non solo ad avvicinare le due città più importanti (e più rivali) della Spagna, ma anche a mandare in soffitta il popolarissimo ponte aereo tra le due metropoli, che costa 200 euro andata e ritorno. Il cammino, però, non è stato rose e fiori, perché i cugini spagnoli sono pur sempre latini e nient’affatto precisi come gli svizzeri. L’«Ave» doveva essere inaugurato a dicembre, ma ci sono state frane che hanno fermato i treni pendolari a Barcellona per due settimane mentre si terminava la linea; deve ancora essere costruito il tunnel che passa a pochi metri dalla Sagrada Familia (mettendone in pericolo, denunciano i barcellonesi, la stabilità); l’Esecutivo della Rosa ha rivoltato come un calzino il progetto annunciato (invano) dal precedente governo popolare di Aznar per il 2004. Però ieri mattina gli occhi di tutto il Paese erano puntati su Atocha e Sants. Il futuro è ancora una volta arrivato. Gli «Ave» sono giunti addirittura con 5 minuti di anticipo (dopo 15 minuti, qui rimborsano il 50 per cento del biglietto, dopo 30 minuti il 100 per cento). Considerando che arrivano in due stazioni che sono centralissime, e che quindi permettono di raggiungerle con il metrò, senza limitazione di bagaglio come in aereo, senza code sfibranti per controlli di sicurezza e biglietti - anche qui, però, c’è in metal detector, in vigore da anni nella stazioni ferroviarie -, il nuovo «Ave» cambia la vita a milioni di persone (e di turisti). Una prova? Sono già stati venduti 71 mila biglietti per un tragitto che ne trasporta 13.489 al giorno. Le stime della Renfe zapaterista, che ha chiuso il 2007 con un attivo netto di 9 milioni di euro, è quello di trasportare con la nuova Tav 6, un milione di passeggeri. Con Internet e cellulari che funzionano perfettamente, un servizio di bar, film gratuiti e musica che darebbe dei punti alla migliore compagnia aerea, il nuovo fiore all’occhiello della Rosa è stato apprezzatissimo dai viaggiatori. «L’Ave è più comodo, ti risparmi i casini dell’aeroporto e per di più ti porta direttamente al centro della città», osanna Carmen Domínguez, manager della moda. Rimane un’ultima tappa, il tracciato Barcellona-Francia, che svilupperà il corridoio Sud e che lancerà il capoluogo catalano come il polo mediterraneo del traffico non tanto di passeggeri ma soprattutto di merci dall’Asia. La data prevista è il 2012. GIAN ANTONIO ORIGHI