Il Sole 24 ore 21 febbraio 2008, Stefano Carrer, 21 febbraio 2008
A Obama (in Giappone) tutti tifano per il senatore. Il Sole 24 ore 21 febbraio 2008. «O bama for Obama!»: il senatore dell’Illinois ha trovato all’altro capo del mondo entusiasti sostenitori, che pure non potranno votarlo
A Obama (in Giappone) tutti tifano per il senatore. Il Sole 24 ore 21 febbraio 2008. «O bama for Obama!»: il senatore dell’Illinois ha trovato all’altro capo del mondo entusiasti sostenitori, che pure non potranno votarlo. Sono abitanti di una cittadina di 32mila abitanti che si affaccia sul mar del Giappone e porta il suo stesso nome in due ideogrammi: O-bama, ossia "piccola spiaggia". Una coincidenza fortuita – tanto più che gli ideogrammi potrebbero leggersi in altri modi - che sta aprendo possibilità insperate: se il rivale di Hillary Clinton otterrà la nomination, e soprattutto se diventerà presidente degli Stati Uniti, la cittadina che porta il suo nome avrà risonanza mondiale e potrà registrare un boom turistico, anche se per ora la zona in cui si trova (Wakasa, nella provincia di Fukui) è nota più che altro per il probabile record mondiale nella concentrazione territoriale di centrali nucleari. Se ne è accorto per tempo il sindaco Toshio Murakami, che ha inviato al candidato un messaggio augurale e un paio di bastoncini decorati seconda la tradizione locale. Il sindaco sta preparando l’invio di un altro regalo, che includerà un "omamori" (talismano beneaugurale) del tempio principale. Barack Obama, già nel dicembre 2006, a una tv giapponese ha dichiarato che aveva scherzato con il funzionario dell’immigrazione, il quale gli aveva detto di essere originario di Obama. Le iniziative in preparazione sono numerose: in parallelo con le crescenti fortune elettorali del primo candidato afro-americano alla presidenza Usa, è scattata una vera Obama-mania in una cittadina di antiche tradizioni - un tempo sede di un potente clan di samurai - tanto che ha monumenti candidabili come Patrimonio dell’Umanità. E potrebbe anche esserci qualcosa di più serio delle T-shirt con la scritta "I love Obama": Murakami spera che, se sarà presidente, Barack Obama concluderà un trattato di pace con la Corea del Nord. Che è lì dirimpetto alla costa, minacciosa. Come lo fu per i concittadini di Obama Yasushi Chimura e sua moglie: rapiti dai servizi segreti nordcoreani negli anni ’70 - ai fini di addestramento delle loro spie - e tornati in Giappone 25 anni dopo. Due dei soli cinque reduci, su un numero imprecisato di persone sequestrate e scomparse: vicenda che resta uno dei punti più critici dei rapporti tesi tra Tokyo e Pyongyang. Stefano Carrer