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 2008  febbraio 25 Lunedì calendario

L’usura contagia il Nord. Il Sole 24 ore 20 febbraaio 2008. Angoli tranquilli e isole felici, a quanto pare, non ce ne sono più

L’usura contagia il Nord. Il Sole 24 ore 20 febbraaio 2008. Angoli tranquilli e isole felici, a quanto pare, non ce ne sono più. L’usura si sta sempre più diffondendo nel Nord e nel Centro Italia. Anche con lo zampino delle organizzazioni di stampo mafioso e camorristico. Vessa le famiglie. Colpisce gli imprenditori in crisi di liquidità. E lo fa con una virulenza testimoniata dai dati del ministero degli Interni. Che indicano a livello nazionale in 379 i reati scoperti fra gennaio e settembre del 2007 (+16,62% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima) e in 951 le persone denunciate o arrestate (+14,03%). Ma, soprattutto, evidenziano le tendenze di alcune delle province più ricche e apparentemente placide del nostro Paese. «La Liguria - dice Paolo Bocedi, presidente dell’associazione antiracket Sos Italia Libera - è uno dei casi che, chi non ha il polso diretto della situazione, non si aspetterebbe. E, invece, è preoccupante. Sia per il sottobosco di criminalità locale che gestisce storicamente questa attività illecita, sia per la forza dimostrata dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso e camorristico». A Genova i reati scoperti sono stati 15, con un incremento dell’87,5% rispetto allo stesso periodo del 2006. Le persone denunciate o arrestate 28, un terzo in più. Per restare in Liguria, nella insospettabile Savona le persone finite in indagini su questo tipo di reato sono 24. L’anno precedente ce n’era stata solo una. «Ma il mercato principale – continua Bocedi, la cui associazione l’anno scorso si è costituita parte civile in quattro processi – resta la Lombardia». L’emergenza di questi ultimi mesi sulla ’ndrangheta a Milano sembra fare il paio con l’allarme sul business, più silente ma altrettanto ricco di affari, nelle piccole realtà. Impressionante il dato su Mantova, vecchia signora di provincia il cui tessuto è composto da sportelli bancari, industria meccanica, commercio e fattorie. Una realtà in cui, al presta-soldi locale che costituisce una figura classica delle economie agricole, si accompagnerebbero oggi professionisti più duri e sofisticati, con addentellati se non con un collegamento organico con la ’ndrangheta e con la camorra. Nei primi nove mesi dell’anno scorso, nella Mantovana sono stati arrestati o denunciati in 22. Nessuno l’anno prima. Significativa anche la tendenza di Varese, dove se ne contano 11, contro tre. Dopo la Liguria e la Lombardia, volete completare il vecchio triangolo industriale? In Piemonte, a Novara i reati scoperti sono stati 6 (+200%) e le persone finite nell’inchiesta sono state 7, contro le 3 dell’anno prima. Mentre Torino si conferma la piazza più complicata: basti dire che, se Milano ha avuto 14 fra arrestati e denunciati per usura, nel capoluogo piemontese ce ne sono stati 29. « sempre complesso – dice Bocedi – interpretare i numeri su arresti e denunce. Possono essere l’effetto dell’efficacia delle forze dell’ordine e della magistratura come di una loro maggiore pressione. Ma, certo, queste cifre sono sempre la conseguenza di un fenomeno che c’è». Il Nord-Est, piazzaforte della crescita a prato basso dell’economia italiana, non è indenne dallo sviluppo cancerogeno di questo fenomeno. Basti dire che in tutta la provincia di Verona hanno scoperto otto reati (+300%), mentre le persone finite nel mirino della giustizia sono state 21, contro le due dei primi nove mesi del 2006. E perfino nella tranquilla Terza Italia, l’usura appare in notevole espansione: ad Ancona, nelle Marche, 13 i reati (uno l’anno prima) e 29 le persone denunciate o arrestate (soltanto una nei primi nove mesi del 2006). «Nella nostra esperienza - spiega il presidente di Sos Italia Libera, che la settimana prossima firmerà un protocollo di intesa con la Questura di Como - ormai quattro quinti dei casi che vengono alla luce riguardano imprenditori. La quota delle famiglie è minoritaria. E, fra gli imprenditori, sono in progressione i titolari di aziende medie. Ci sono gli artigiani e i commercianti. Ma il fenomeno riguarda anche le società più robuste, con industriali che non riescono più ad avere accesso al credito ordinario e che, quindi, finiscono a chiedere denaro agli usurai». I numeri emersi sono piccoli in valore assoluto. Conta però la tendenza di un qualcosa che sta diventando una voce nera dei bilanci di molte, troppe, aziende. «Va considerato - rileva Bocedi - che anche il Nord conosce l’omertà. L’anno scorso il nostro numero verde, attivato in convenzione con il Comune di Milano, ha ricevuto 1.800 telefonate, l’80% proveniente dalla Lombardia. Soltanto 4 si sono trasformate in denunce». Paolo Bricco