Varie, 23 febbraio 2008
GALEAZZI Mara
GALEAZZI Mara Chiari (Brescia) 25 novembre 1973. Ballerina. «[...] acclamata stella italiana del Royal Ballet di Londra [...] antidiva. Una che in anni di lavoro e fatica, e ovviamente con una grande dose di talento, bravura e sensibilità artistica, ha compiuto tutto il cursus honorum della ballerina. entrata nel Royal Ballet nel 1992 dallo scalino più basso, si è vista affidare presto ruoli di rilievo ed è stata nominata ”principal” nel 2003: il massimo. Che nel mondo anglosassone corrisponde al grado di étoile alla Scala o all’Opéra di Parigi. Il pubblico inglese l’adora per il suo profilo di ballerina spirituale, ideale interprete delle grandi eroine create da Kenneth McMillan, e cioè Giulietta, Manon, Maria Vetsera in Mayerling, Anna Anderson in Anastasia. Tipiche parti per una ballerina all’italiana, di temperamento. Ma gli osanna della critica arrivano anche per i ruoli a tutta tecnica, come quando affronta le difficoltà di Balanchine o Wayne McGregor, lo stile molto British di Ashton. Un’artista da noi poco conosciuta. Sino a quando, con un gruppo di danzatori amici, ha cominciato a esibirsi in Italia con lo spettacolo Mara in motion nei teatri del Centro-Nord: a Lucca, a Cremona, a Brescia. [...] La storia di Mara inizia a Coccaglio, in provincia di Brescia, dove è nata. ”Mia madre aveva la passione per la danza e me l’ha trasmessa, ma era anche una brava cantante, mio papà è incisore, mio fratello architetto e dipinge. Da piccola facevo molto sport, ho studiato pianoforte e canto. Il piano l’ho amato moltissimo. Quando avevo 15, 16 anni ho anche composto delle musiche. [...]”. A un certo punto si doveva scegliere fra conservatorio e scuola di ballo. ”Mio padre avrebbe preferito il conservatorio. Ho deciso per la danza. Dopo un’audizione alla scuola della Scala mi hanno presa”. Ma la passione è arrivata più tardi, ”a 14 anni. Prima del quarto corso mi hanno detto che non ero idonea a continuare per problemi fisici. Allora è scattata la molla, dovevo provare a tutti e a me stessa che ce la potevo fare. Spinta in questo dalla mia insegnante Antonietta Cozzi. Aveva visto che c’era in me un talento artistico. Sono rimasta ancora un anno in prova e ce l’ho fatta [...] Terminato il corso avevo già la proposta di un contratto con la Scala, ma durante l’ultimo anno di scuola mi ha vista il docente russo Misha Messerer mi ha suggerito di venire a Londra per un’audizione”. I Messerer sono una dynasty di ballerini e docenti. Misha e Maja Plisetskaja sono cugini primi. ”Una volta entrata in compagnia, la madre di Misha, la grande Sulamif Messerer, mi aiutò tantissimo. Spingeva con la direzione perché mi facessero ballare, mi dessero ruoli importanti. Le devo molto”. Così come deve molto, ammette, ai coreografi della casa. Il Royal Ballet è una compagnia nata appena 75 anni fa. I padri fondatori Ninette de Valois, Frederick Ashton e Kenneth McMillan sono un tesoro artistico riverito. Una tradizione viva. ”Kenneth McMillan l’ho conosciuto i primi mesi che ero in compagnia. Non ho lavorato con lui perché è scomparso all’improvviso poco dopo, ma mi ha visto ballare. Il suo commento? ”Questa ragazza ha qualcosa di speciale’. Per me è stato un grandissimo onore. Attraverso i suoi balletti sono riuscita a conoscerlo. Ho capito che persona fosse e mi sono avvicinata a lui spiritualmente. Devo molto anche a Glenn Tetley che mi ha notata nel corpo di ballo e mi ha affidato il mio primo ruolo importante. Era La ronde ed ero insieme a Viviana Durante, Darcey Bussel, Fiona Chadwick, Adam Cooper. Tutte stelle. Io avevo solo 19 anni”. L’eroina che ama di più è Giulietta: ”Non mi stancherò mai di danzarla. Ma il mio balletto preferito è Anastasia, poco conosciuto fuori della Gran Bretagna. Mi ha dato tanto, psicologicamente, impersonare Anna Anderson, la donna che sostiene di essere la figlia dello zar sopravvissuta alla fucilazione. un ruolo completo, perfetto per una ballerina arrivata al mio punto della carriera. Non c’è solo l’amore, ma anche il dolore per la perdita di un figlio, il desiderio, l’illusione”. Galeazzi ama molto danzare Tatiana in Eugenio Onegin di Cranko: ”Mi ha lanciato nella carriera. Poi tanti altri titoli: Giselle, Bajadera, Fille mal gardée, Balanchine, Apollo, Quattro temperamenti, Agon. [...]”. Un partner preferito non c’è, anche se Adam Cooper, che è stato il primo, non si scorda. Cooper è il danzatore che fa Billy Elliot da grande nella scena finale del film, è lui il cigno maschio dello Swan lake di Matthew Bourne. ”Abbiamo danzato insieme Mayerling. Io ero Maria Vetsera e lui un Rodolfo indimenticabile. Poi sono venuti il grande Irek Muchamedov, Johann Kobborg, Robert Tuesley. Ultimamente ballo molto con Edward Watson. E con gli italiani di qui, Federico Bonelli e Roberto Bolle. Con Roberto ho debuttato in Bajadera. Non è soltanto un grande ballerino, ma pure un formidabile partner [...] Carla Fracci mi ha invitata a ballare con la sua compagnia dell’Opera di Roma, purtroppo i mille impegni non mi hanno permesso di accettare. Carla in una lettera al Corriere della sera ha scritto belle cose su di me. Alessandra Ferri mi volle in un galà dedicato alle ballerine italiane all’estero. [...]”» (Sergio Trombetta, ”Panorama” 28/2/2008).