Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  febbraio 22 Venerdì calendario

Il ricercatore americano D.T. Max, nel libro «The Family That Couldn’t Sleep», analizza la «Fatal Familiar Insomnia», (FFI), malattia genetica fatale e rarissima riscontrata solo in 40 famiglie in tutto il mondo: «Chi ne è affetto innanzitutto non riesce a dormire

Il ricercatore americano D.T. Max, nel libro «The Family That Couldn’t Sleep», analizza la «Fatal Familiar Insomnia», (FFI), malattia genetica fatale e rarissima riscontrata solo in 40 famiglie in tutto il mondo: «Chi ne è affetto innanzitutto non riesce a dormire. Poi non riesce a camminare, a concentrarsi su niente. E di solito, nel giro di nove mesi, muore». I ricercatori pensano che sia stato un ricco medico italiano, primo portatore inconsapevole della mutazione genetica, a dare origine alla FFI 250 anni fa. Gli esperti lo chiamano il Paziente Zero: quando morì nel 1765, aveva trasmesso la malattia ai figli, e così la mutazione cominciò a diffondersi. Negli Anni Ottanta, un discendente della famiglia, Silvano, manifestò di botto i segni della malattia. Studiato alla clinica del sonno dell’Università di Bologna, dove i medici tentarono invano di curarlo coi sonniferi, prima di morire donò il suo cervello alla scienza. I ricercatori, studiandolo, hanno compreso cosa succede ai neuroni dei malati: le normali proteine presenti nella materia cerebrale si spezzano creando proteine anomale, i prioni. I prioni si accumulano nel cervello, in particolare nel talamo, formando grappoli che distruggono i neuroni e lasciando nel cervello buchi simili a quelli di una spugna. I sintomi della FFI emergono solo nella mezza età, di solito quando le persone hanno già avuto figli. E ogni figlio ha una chance del 50 per cento di ereditare il gene killer.