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 2008  febbraio 19 Martedì calendario

UN PO’ DI PACE A "OTTO E MEZZO"

Libero 19 febbraio 2008.
Sessantun’anni, ex comunista e militante di "Potere Operaio" e "Autonomia Operaia", giornalista del Foglio, scrittore e opinionista di La7, padre di due figlie - 19 e 20 anni - "avute da due donne diverse", oggi "compagno felice di una donna che non è la madre delle mie figlie". Questo l’identikit in otto righe di Lanfranco Pace, da stasera sostituto di Giuliano Ferrara alla scrivania di "Otto e mezzo", su La7. Il programma d’informazione da questa settimana andrà in onda anche il sabato, dalle 20.30 alle 21.10. Per Pace, dopo l’abbandono di Ferrara seguito alla decisione di buttarsi in politica, è una "promozione", visto che per anni ha curato "Il punto", la scheda introduttiva che anticipava il dibattito in studio. Alle otto righe si può aggiungere molto: Pace, con Piperno e Scalzone, faceva parte del "terzetto" di "Potere Operaio". La magistratura sospettò della loro appartenenza alle Brigate Rosse. Pace ha sempre negato, pur ammettendo di esserci andato molto vicino. "La clandestinità non faceva per lui", ha scritto Claudio Sabelli Fioretti, "lui amava la notte, il poker, la vita". Come mai La7 ha scelto lei? "Mah, credo che la direzione cercasse una soluzione interna, poco traumatica per il programma. Io faccio il conduttore ad interim : ci auguriamo tutti che Giuliano torni". Che consigli le ha dato Ferrara? "Figuriamoci se me ne ha dati, a me non aveva neppure pensato... Poi mi ha detto: "Sei in grado di fare bene Otto e mezzo". L’impegno mi diverte, è stimolante, una cosa nuova. Credo che Ritanna Armeni avrà una parte predominante, io farò la "Ritanna" di Ferrara". La Armeni non si è mai fatta mettere i piedi in testa dal suo partner. "E nemmeno io. Sarò il più professionale possibile. Poco spettacolo e tanto giornalismo. Cercherò di scavare e incalzare gli ospiti, che di solito dribblano le domande e cercano sempre di stare sul vago". Ora "Otto e mezzo" avrà due conduttori di sinistra, invece del consueto approccio bipartisan. "Io ero di sinistra, ora molto meno. Anzi, per certe cose sono più di destra di Ferrara". Per esempio? "L’economia, il sociale. Da vecchio ex comunista so di cosa si parla. Sono temi che invece non appassionano Giuliano, lo annoiano". Qual è la prima domanda che farebbe a Ferrara se fosse suo ospite a "Otto e mezzo"? "Giulia’, ma chi te l’ha fatto fare?". E chi gliel’ha fatto fare? "L’ha scritto lui stesso oggi sul "Fo glio": aveva voglia di rinunciare alla vita facile, alla barca e alla pennichella pomeridiana...". Lo voterà? "No". E per chi vota? "Non voto in generale. Non l’ho fatto per vent’anni. Fino al 2006, quando ho dato la mia preferenza a Forza Italia. Le prossime elezioni? Devo decidere, aspetto di leggere i programmi. Comunque, o Silvio Berlusconi o Walter Veltroni". Quali altri spazi politici apprezza oltre Otto e mezzo? "Li guardo un po’ tutti. "L’Infedele", "Porta a porta", "Annozero", "Balla rò". Mi piace lo stile tribunizio, anche se ipocrita, di Michele Santoro. Ha fatto scuola. Vespa è Vespa, c’è poco da dire. Lerner mi piace perché affronta temi difficili, che nessuno osa proporre in televisione". Il più bravo chi è? "Giuliano Ferrara. Può fare un’ora di trasmissione solo con la sua faccia. Ma la sua grande qualità è quella di avere grande rispetto per il pubblico". L’anno scorso ha scritto il libro "Sar kozy. L’ultimo gollista". Dopo le recenti vicende amorose, dovrebbe chiamalo "L’ultimo playboy". "Playboy lo è sempre stato. Ma prima di riconsiderare il mio giudizio su di lui aspetterei. Nicolas ha un problema: ha bisogno di donne da amare, con cui creare un rapporto di simbiosi. Senza quello, si sente annaspare". A giudicare dal passato sentimentale di Lanfranco Pace, i due hanno qualcosa in comune...
ALESSANDRA MENZANI