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 2008  febbraio 21 Giovedì calendario

FASSINA

FASSINA Stefano Roma 17 aprile 1966. Economista. Fedelissimo di Pierluigi Bersani, responsabile dell’economia nella segreteria del Pd, già consigliere economico di Vincenzo Visco nel Prodi 2 • «[...] ex Fondo monetario, direttore del Nens [...] l’uomo che ha impostato e seguito in Parlamento la [...] riforma fiscale, e che con il suo gruppo ha già dato filo da torcere ai vertici di Ds e Margherita fin dalla primissima fase costituente del Pd. Fassina ha già organizzato almeno cinque seminari in tutt’Italia sfornando idee per il Pd ”da parte di chi ci crede davvero”, come sottolinea nei suoi interventi. Spesso critici verso la sinistra, accusata di assumere in modo ”subalterno e acritico le idee del mondo conservatore”. Fassina e il suo gruppo [...] sostengono le liberalizzazioni, il welfare attivo, e una politica fiscale attenta ”all’equità, all’efficienza”. Sono per la lotta all’evasione, la progressività dell’imposizione e la tassazione delle rendite finanziarie, e contro l’idea ”iniqua” di smantellare l’Ici. [...]» (Mario Sensini, ”Corriere della Sera” 21/2/2008) • «[...] Ricordo quel giorno del 1988. Eravamo tutti seduti al mio tavolo delle riunioni alla Bocconi, io e i rappresentanti degli studenti: comunisti, socialisti, repubblicani, liberali, cattolici popolari, che era poi la sigla di Comunione e Liberazione. Alcuni giorni prima avevo visto Stefano Fassina che volantinava a favore dell’aborto, e siccome era presente anche lui a quella riunione io inizio la riunione dicendo: ”Certo, Fassina, che tu sei un comunista di merda. Ti definisci il difensore dei proletari, dei poveri, degli emarginati, degli ultimi e poi proponi di uccidere i bambini nella pancia della mamma invece di fare di tutto affinché questa società accolga tutti”. successo un casino terribile […] dopo una lunga discussione con urla e grida, ci lasciamo. Ma, stranamente, proprio il Fassina si trattiene un po’ di più, mi aspetta fuori, mi prende sottobraccio e mi dice: ”Forse ho capito”. Va be’, la cosa finisce lì, è stata una bella cosa ma amen, non gli ho dato peso più di tanto. Passano alcuni mesi e una sera passa davanti al mio ufficio del Pensionato lo stesso Fassina con i suoi amici di sinistra. Si stacca da loro e con il tono un po’ dimesso mi dice che vuole parlarmi. Va prima al self-service e dopo aver cenato mi dice: ”Ti ricordi quando avevamo parlato dell’aborto e tu mi avevi detto che io ero un comunista di merda? Bene, era venuta a trovarmi a Milano la mia ragazza e in quella occasione era rimasta incinta, stavamo per abortire ma abbiamo cambiato idea. E nove mesi dopo è nato nostro figlio”. […] Ma in tutta questa storia di abortisti che scelgono la vita, il fatto più assurdo è che i genitori della ragazza, cattolici di ferro, l’hanno più o meno buttata fuori di casa. Mamma e bambino sono stati accolti dai genitori comunisti di Fassina. [...]» (Salvatore Grillo, via Bocconi 12, Melampo 2006).