La Repubblica 19 febbraio 2008, EDMONDO BERSELLI, 19 febbraio 2008
Dal trionfo del superfluo. La Repubblica 19 febbraio 2008. Qualcuno ricorda forse le "scorie azotate"? Erano uno dei grandi nemici della salute a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta
Dal trionfo del superfluo. La Repubblica 19 febbraio 2008. Qualcuno ricorda forse le "scorie azotate"? Erano uno dei grandi nemici della salute a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta. Un po´ come i "radicali liberi" qualche epoca dopo. Questi ultimi dovremmo ricordarli: il primo a parlarne alle masse fu Sean Connery nei panni di James Bond, che usciva un po´ abbattuto dopo l´incontro con il grande capo, dopo essere stato trattato come una specie di relitto umano; e diceva alla segretaria Moneypenny, che gli chiedeva quale fosse il problema: «Ci sono in giro troppi radicali liberi». Comunque, nel tempo meraviglioso della prima modernizzazione italiana, per sbarazzarsi delle temibili scorie azotate, Carosello consigliava il rimedio dell´acqua minerale Fiuggi. Erano altri tempi. Il primo benessere suggeriva consumi che oggi consideriamo eccentrici: «Noi siamo felici, noi siamo contenti, mangiamo più carne», e via con piramidi di scatolette Simmenthal: mentre adesso, va da sé che la carne rossa va consumata con moderazione, e a nessuno verrebbe in mente di allestire cori carnivori di quel genere. Tuttavia aveva un bel da scrivere, Famiglia cristiana, che il consumismo era una deviazione dalla retta via della dottrina sociale della chiesa. Erano arrivati i supermercati, l´insetticida al profumo di fragola, quello che li ammazza stecchiti, il Superfaust con idrofrisch, le calze Omsa delle Kessler, la benzina Api, le lamette superinox, il dentifricio con il Gardol, che nessuno ha mai capito che cosa fosse, e poi il brandy che crea un´atmosfera, il vino da tavola Folonari, gran lusso che tuttavia costa solo mezzo bicchiere in più, l´amaro Cora, ovvero «non credevo che un amaro mi piacesse tanto» (che adesso sembrerebbe uno slogan un po´ vecchiotto per le "desperate houswives" di un´era così vintage). Il consumo però era divertente. C´erano due soldi da spendere, e si trattava di semmai di sconfiggere le inibizioni, gli insegnamenti sulle virtù del risparmio. Oggi tutti i tabù sono caduti, e le tariffe low cost permettono di andare una volta l´anno, a Parigi, a Londra, a Pechino, insomma dove si andava una volta nella vita. Ma ieri, per convincere il popolo a distogliere l´attenzione dalla tavola quotidiana, dalle prime bistecche, dalla carne Montana che stringo, e a buttarsi nei consumi "inutili" e vistosi, occorreva un decondizionamento. Far perdere ai prodotti l´aura del superfluo. Insistere che la cera Grey, i detersivi, i saponi, la lavatrice, l´aspirapolvere eccetera servivano a liberare le donne dalla schiavitù del lavoro domestico, e da una schiacciante fatica premoderna: ed ecco allora eccellenti casalinghe ben vestite, quasi attraenti, profumate con il deodorante Rexona, acconciate con la brillantina spray Tricofilina, probabile sottoprodotto dell´oro nero, pronte evidentemente, dopo essersi dedicate alla casa, a immolarsi, fosse il caso, nel talamo matrimoniale. Era servito un processo simile a quello che aveva tolto l´ombra di peccato ai piaceri, ai denti bianchi, all´acqua minerale, magari attraverso la mediazione delle polverine carbonate: «Disse l´oste al vino, tu mi diventi vecchio: ti voglio maritare all´acqua del mio secchio. Rispose il vino all´oste: fai le pubblicazioni, sposo l´Idrolitina del Cavalier Gazzoni». Si giunge al peccato, cioè al sovrappiù, all´inutile, alle bollicine, al seltz, alla Coca-Cola, attraverso una transizione pauperistica, con l´acqua dal sapore salatino fatta con le bustine. Così come per giustificare una tutto sommato insana propensione all´alcolismo occorreva una preparazione finto aristocratica e anglosassone, con i liquori versati liturgicamente "on the rocks". Figurarsi, le espressioni british per un popolo in cui Tullio De Mauro censiva ancora un terzo di analfabeti, di prima ondata o di ritorno, e in un paese che aveva conosciuto la prima vera integrazione alfabetica con Non è mai troppo tardi del maestro Manzi. Mentre adesso come si è visto i laureati non sanno più né leggere né scrivere, l´ortografia è un enigma e la sintassi un mistero, e il maestro Manzi non ha lasciato eredi. In compenso, le inibizioni rispetto al consumo sono cadute. Oggi semmai sarebbe necessario modellare i comportamenti in modo che si impari a spendere in relazione al reddito: altrimenti, la quantità di occasioni offerte dalle rateizzazioni "interessi zero", dai mutui (non solo per la casa, anche per le vacanze a Formentera, o alle Maldive), dalle carte di credito, da un lato; e dall´altro lato la facilità con cui la tecnologia si introduce nella sfera dei comportamenti individuali, nell´insieme costituiscono una facile prevaricazione del mercato, oltretutto un mercato virtuale, ai danni delle famiglie. Già, una volta, per poter consumare era l´individuo che doveva uscire nel mondo aperto, affrontare la nuova realtà delle utilitarie e degli elettrodomestici. Mentre adesso è il mercato che entra in casa, nelle vite individuali: con il telemarketing, in cui da località misteriose e remote (mai fatto caso che dai call center la voce giunge lontana, bassissima, appena distinguibile?); oppure con lo spamming, in cui si promettono miracoli nella vita erotica, anche di carattere antropometrico. E in ogni caso con intrusioni formidabili della comunicazione, che vuole diventare egemone nel ventaglio dei consumi e nelle opzioni di spesa, sicché ogni famiglia diventa dipendente di tre cellulari, dell´abbonamento alla tv satellitare e/o digitale, dell´adsl, del downloading selvaggio, delle suonerie da scaricare. Sicchè se ieri si doveva venire progressivamente istruiti e abituati al consumo, adesso ci vorrebbero piani e metodi di difesa. In questo senso, qualcuno dovrebbe stabilire il primo dogma dell´autotutela. Si propone, timidamente questo, basato sul principio di contraddizione: perché dovrei abbonarmi a una società telefonica che mi fa proposte che faccio fatica a udire? (Ma si sa che alla fine vinceranno loro, i call center: è già scritto). Edmondo Berselli