La Repubblica 19 febbraio 2008, MARCO MENSURATI, 19 febbraio 2008
Da Hiddink a Trapattoni quando il ct diventa "privato". La Repubblica 19 febbraio 2008. La prima onda anomala della sua gestione, è anomala nel vero senso della parola
Da Hiddink a Trapattoni quando il ct diventa "privato". La Repubblica 19 febbraio 2008. La prima onda anomala della sua gestione, è anomala nel vero senso della parola. Perché non riguarda nessuno di quegli argomenti che un uomo di campo come Giovanni Trapattoni si aspetta di dover affrontare appena arrivato su una panchina nuova, qualcosa che abbia a che vedere con la difesa, l´attacco, i giocatori. No. Riguarda la politica. La Fifa ha aperto un´inchiesta sul suo contratto. E in particolare sulla clausola che fa di lui il primo "ct privatizzato" della storia, quella che prevede cioè che il milione di euro del suo stipendio venga pagato per metà da un privato e per metà dalla federazione irlandese. L´idea è stata del miliardario Denis O´Brien. Una specie di Berlusconi irlandese, il quarto uomo più ricco dell´isola, con interessi nel settore della telefonia e dei media. Dopo la mancata qualificazione della nazionale a Euro 2008 chiamò in Federazione e, con tono risoluto, disse «if you hire the right people you get the right results». Se prendi la gente giusta avrai i giusti risultati. E si mise a disposizione. Economicamente. Dettando però alcune condizioni. Tra le quali la conferma dei vertici federali e l´inevitabile licenziamento del tecnico "perdente" Steve Staunton. Che adesso, scoperto cosa c´era dietro la fine del suo rapporto di lavoro, ha deciso di fare causa alla federazione. La notizia dell´apertura dell´inchiesta è stata anticipata ieri dal Times. La Fifa dapprima conferma: «Stiamo indagando sull´intera faccenda e cerchiamo ulteriori dettagli». Poi aggiunge: «Però sia chiaro che al momento non sembra esserci alcun regolamento che impedisca una cosa del genere». Insomma, più che un´inchiesta classica, quello della Fifa sembra uno studio, una sorta di indagine conoscitiva su un fenomeno che nei prossimi anni potrebbe diffondersi. In Italia, giusto per fare un esempio, potrebbe essere un´idea per aiutare a risolvere la questione del rinnovo contrattuale di Roberto Donadoni. Ma a preoccupare la Fifa non è tanto l´aspetto tecnico. A Zurigo oltre a non apprezzare le interferenze esterne sulla vita delle singole federazioni, temono che, aprendo la porta all´intervento dei privati nella gestione degli affari delle nazionali, anche l´ultimo baluardo del calcio finisca nelle mani di sponsor e di interessi poco controllabili. Da questo punto di vista, l´unico precedente a disposizione degli uomini di Blatter è poco incoraggiante. Stiamo parlando di Roman Abramovich e della Russia. Scosso dai pessimi risultati della nazionale e dalle critiche a lui indirizzate da Mosca (dove in sostanza lo si accusava di spendere in Inghilterra i soldi guadagnati in patria) due anni fa il padrone del Chelsea decise di darsi da fare. Istituì una «Fondazione nazionale per la promozione del calcio» e attraverso quella aprì il portafogli alla Federazione. Che quindi si permise di rivolgersi a un tecnico di prima categoria, uno di quelli da pagare un milione di euro a stagione per due anni, con opzione per altri due. Che poi questo tecnico fosse proprio quel Guus Hiddink amico personale di Abramovich nonché probabile prossimo allenatore del Chelsea, per molti era soltanto un dettaglio. Per la Fifa no. Contro gli scettici e dalla parte di Abramovich e di O´Brien, della federazione russa e di quella irlandese ci sono alleati di tutto rispetto. I tifosi. I quali, notoriamente, non sono soliti annusare i soldi per individuarne la provenienza. Il sondaggio pubblicato dall´ Irish Independent, in proposito, è quanto mai chiaro: il 75 per cento dei tifosi pensa che la federazione abbia fatto bene ad accettare i soldi di un mecenate. MARCO MENSURATI