Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  febbraio 17 Domenica calendario

I cattivi maestri di Veronica la romantica. Libero 17 febbraio 2008. La predica o ramanzina di Veronica Berlusconi sui diritti e doveri del sentimento fra uomo e donna nasce da preoccupazioni diffuse

I cattivi maestri di Veronica la romantica. Libero 17 febbraio 2008. La predica o ramanzina di Veronica Berlusconi sui diritti e doveri del sentimento fra uomo e donna nasce da preoccupazioni diffuse. Ma nei contenuti sbaglia. Mi sento in dovere di replicare perché sento la eco di cattivi maestri, a cui lei ha dato troppo generosamente ascolto, forse scambiando la prosopopea di certi intellettuali di sinistra per verità. Ecco così una frase che non si può accettare: «tutti sanno che sono le professioni e il denaro a offrire una identità e dove le materie umanistiche non hanno che uno scarso sbocco nel mondo del lavoro, a vantaggio di quelle più tecniche e tecnologiche assistiamo a una fase di regressione culturale anche nella vita di tutti i giorni». Questa affermazione urta contro i dati. Dalle indagini del Ministero dell’istru zione risulta che a, cinque anni dalla laurea, i più pagati sono i laureati in medicina con 1.860 euro al mese in tredici mensilità. vero che gli ingegneri seguono subito dopo con 1.630 euro. LA STATISTICA Ma i laureati in matematica, fisica, chimica sono al sesto posto con 1.300 euro, seguono quelli in architettura con 1.260 euro, in compagnia dei dottori in agraria che hanno appena 1.250 euro. Quelli in geologia e biologia guadagnano 1.215 euro. I laureati in scienze umanistiche guadagnano 1.080 euro. Dunque il distacco fra laureati in discipline umanistiche e quelli in geologia o in matematica non è così grande come quello con i medici. La verità è l’opposto di quella che i cattivi maestri hanno suggerito alla romantica Veronica, nella sua buona fede. In Italia si trascurano molto le discipline tecnologiche e scientifiche. Il risultato è che abbiamo una bassa produttività del lavoro e del capitale e una scarsissima crescita del reddito che genera tanti problemi. Inoltre, al di là dei nomi, è sbagliato porre una separazione fra scienza e tecnica da una parte e cultura dall’altra. Lo è anche se si vuole dare uno spessore etico e non solo sentimentale alla nostra vita, come sembra trasparire dall’appello di Veronica Berlusconi. Per altro le retribuzioni dei giovani, come si vede dalle statistiche che ho riportato, non sono tali da consentire di porre la ricerca di denaro per la famiglia all’ultimo posto. Ma c’è un’altra tesi che va restituita ai cattivi maestri. Quella che la ricerca dell’affer mazione nella professione o nell’impre sa sia qualcosa di materialisticamente gretto. invece qualcosa di nobile. In ogni serio impegno professionale e imprenditoriale vi è qualcosa di creativo che nobilita il lavoro svolto. LE PREFERENZE Fra l’ozio umanistico contemplativo e la ricerca attiva e creativa del risultato professionale e imprenditoriale (che può essere un’operazione chirurgica ardua portata a termine felicemente, una casa ben costruita, un innocente assolto), non si può preferire il primo alla seconda. Anche la vera creazione artistica, il vero lavoro umanistico del filosofo o dello storico sono fatica ambiziosa. E sbaglia Veronica, a supporre che ci sia tanta distanza. Il materialismo che lei depreca non sta in ciò che si fa, ma nel modo. Ed è anche sbagliato supporre che la spinta all’edo nismo futile, che dilaga nella nostra società (ed esiste da quando c’è la società umana) dipenda da un "modello maschile" contrapposto a uno "femminile". Alle donne che, come "genere", chiedono che siano gli uomini a modificare la propria condotta, per migliorare la famiglia e la comunità, si potrebbe replicare anche parafrasando Kennedy e dicendo «non chiedete agli altri cosa possono fare per voi, ma chiedete a voi che cosa potete fare per gli altri». Cioè che cosa possono fare le donne per evitare che per «valori femminili» si intendano quelli delle donne che hanno manifestato a Roma per il diritto ad abortire con libera scelta. Francesco Forte