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 2008  febbraio 17 Domenica calendario

Esperimenti su Internet, bestseller gratis a scadenza. Il Manifesto 17 febbraio 2008. Sommerso fra mille altre notizie all’interno della sezione «Arts, briefly», un breve articolo uscito giovedì scorso sul «New York Times» merita di essere segnalato con un certo rilievo

Esperimenti su Internet, bestseller gratis a scadenza. Il Manifesto 17 febbraio 2008. Sommerso fra mille altre notizie all’interno della sezione «Arts, briefly», un breve articolo uscito giovedì scorso sul «New York Times» merita di essere segnalato con un certo rilievo. «L’università di Harvard - scrive l’autrice del pezzo, Patricia Cohen - comincerà presto a rendere disponibili gratuitamente online le ricerche e gli articoli prodotti all’interno dell’ateneo». A comunicare la notizia è stato lo storico Robert Darnton che dirige la biblioteca di Harvard e che è piuttosto noto (anche in Italia) per i suoi studi sulla storia della cultura europea e in particolare sulla storia del libro nei secoli. Evidentemente entusiasta della decisione, Darnton nel suo messaggio ha sottolineato che alla riunione del consiglio di facoltà in cui si è discusso appunto dell’open access, l’accesso libero e gratuito ai materiali prodotti nella celebre università statunitense, «il coro di "sì" è stato tonante». E ha aggiunto come sarebbe auspicabile che questa «apertura», prevista già a partire dal prossimo aprile, «segnasse una svolta nel modo in cui la trasmissione di informazioni agisce in ambito accademico». Che una delle università più celebri e prestigiose degli Stati Uniti metta gratuitamente, e a disposizione di chiunque, i propri materiali, è un dato su cui molti potrebbero riflettere utilmente anche in Italia. Una visita ai siti di molti atenei nostrani rivela una singolare disattenzione nei confronti delle opportunità che la rete potrebbe offrire nel campo della circolazione di cultura (fra l’altro, per restituire all’università quella «universalità» che è inscritta nel suo nome). E un ragionamento analogo vale anche - forse ancora di più - per quanto riguarda il settore dell’editoria: con pochissime eccezioni le pagine web delle case editrici italiane si presentano quasi esclusivamente come piccole vetrine delle novità, colorate o polverose a seconda dei casi. Intanto, altrove, le cose si muovono, e in fretta. Proprio nella settimana che si è appena conclusa due grandi gruppi editoriali, HarperCollins e Random House, hanno varato due esperimenti diversi fra loro, ma che testimoniano la volontà di tentare percorsi nuovi nel campo della distribuzione dei libri - percorsi, inutile dirlo, che hanno in Internet il canale privilegiato e che cercano in un modo o nell’altro di sfruttare l’abitudine ormai diffusa e consolidata di scaricare materiali (gratis o a pagamento) dalla rete. Nel caso di HarperCollins, la novità consiste nel consentire ai frequentatori del sito di leggere integralmente, sia pure per un periodo limitato, alcuni titoli firmati da autori di grande successo, fra i quali Neil Gaiman e Paulo Coelho. Lo stesso Coelho, che del resto già da tempo - come segnala qui a fianco l’articolo di Luigi M. Reale - ha incoraggiato la pubblicazione dei suoi testi su Internet, ha accolto con soddisfazione la proposta della casa editrice: «Sono convinto - ha dichiarato - che leggere online aiuti a incrementare le vendite dei libri». Non a caso Jane Friedman, chief executive del gruppo editoriale, ha precisato che quello di HarperCollins è per ora un esperimento: il test dovrebbe appunto servire a capire quanto la possibilità di accedere a un testo gratuito sia pure «bloccato» all’interno di un sito (i libri non si possono infatti scaricare sul proprio computer) influisca sulle vendite. Ma Friedman ha anche notato la flessibilità connessa all’utilizzo dei sistemi digitali: «Il vantaggio è che possiamo cambiare i materiali proposti velocemente e facilmente, non solo per lanciare novità, ma anche, ad esempio, per presentare un libro di prossima pubblicazione o per promuovere i titoli del catalogo». Da parte sua Random House (che fa parte del gigante Bertelsmann) sembra orientata a una politica di maggiore cautela. Il progetto pilota appena varato prevede semplicemente la possibilità di scaricare a pagamento dalla rete non più volumi interi, ma anche singoli capitoli, ovviamente per cifre relativamente ridotte (circa tre dollari a «fetta»). Per accedere ai capitoli, gli utenti riceveranno un link, che secondo la casa editrice non sarà possibile «condividere» con altri aspiranti lettori. E Carol Schneider, portavoce del grande gruppo editoriale, ha messo in chiaro che «l’esperimento serve più che altro per capire se esiste una domanda in questo senso». Ma, come ha rilevato sul «Guardian» Richard Lea, la politica di Random House «va contro le aspettative degli internauti, ormai abituati a ricevere qualcosa in cambio di niente» e anche, paradossalmente, alle scelte compiute dalla stessa casa editrice che di recente ha promosso con entusiasmo clip gratuite dal suo catalogo di audiolibri. E contro la prudenza di Random House si è pronunciato anche Neil Gaiman, convinto che «solo gli editori audaci saranno ricompensati». Gaiman, che nel suo blog offre spesso ai lettori racconti gratuiti e rispetto all’iniziativa di HarperCollins ha indetto un sondaggio nel quale ha chiesto ai lettori di scegliere il libro da pubblicare online (attualmente sembra che vincerà il suo libro più famoso, «American Gods») si dice persuaso che proporre titoli online, anche gratuitamente, sia tutt’altro che dannoso: «Il problema non sono le persone che leggono i libri senza pagare, ma le persone che non leggono affatto». LUISA GIULIETTI