Corriere economia 11 febbraio 2008, Enrico Marro, 11 febbraio 2008
Polverini. Corriere economia 11 febbraio 2008. Renata Polverini è giovane, è simpatica ed è sicuramente una leader vincente
Polverini. Corriere economia 11 febbraio 2008. Renata Polverini è giovane, è simpatica ed è sicuramente una leader vincente. Arrivata alla guida dell’Ugl due anni fa, a soli 43 anni, prima donna a diventare segretario generale di un sindacato confederale, ha continuato a bruciare le tappe. Tanto che, in vista delle elezioni del 13 aprile, si è parlato di lei come di possibile candidata o per il Pd di Walter Veltroni o per An di Gianfranco Fini. Lei ne è lusingata, ma dice che, per ora, non lascerà l’Ugl. Prima che Polverini si insediasse al piano più alto di via Margutta, l’Ugl era pressoché sconosciuta. Il cambio del nome, da Cisnal a Ugl (Unione generale del lavoro) deciso nel’96, non aveva cambiato la sostanza delle cose. il sindacato della destra restava fuori dai giochi. E non riusciva a venir fuori dallo stereotipo di essere solo un’appendice del vecchio Msi, buona a dar voce ai nemici acerrimi di Cgil, Cisl e Uil, bollate con l’epiteto di «Trimurti». Non era bastato, insomma, il cambio di nome a rinnovare il resto. Fino a quando non arrivò il colpo di genio, o meglio di teatro. Un segretario già abbastanza giovane, Stefano Cetica, si fece da parte e lanciò la sconosciuta Polverini al vertice. Era il febbraio del 2006. Da allora l’Ugl ha scalato posizioni su posizioni, nei media e nella politica. Fino al punto che il presidente del Consiglio incaricato, Franco Marini, quando ha consultato i sindacati, ha chiamato non solo Cgil, Cisl e Uil, ma anche l’Ugl: la consacrazione ufficiale del «quarto sindacato». Della Polverini si occupano sempre più spesso giornali e tv. Giovanni Floris, il conduttore di Ballarò, la invita di frequente. E lei, per ringraziarlo, ha organizzato di recente una presentazione dell’ultimo libro del giornalista, alla quale ha partecipato - indovinate chi? - Veltroni. Che in una giornata densa di vertici sulla crisi di governo ha trovato il tempo per onorare l’impegno preso con Renata. Il leader del Pd, del resto, è stato il politico che ha sdoganato l’Ugl. Un po’ come Silvio Berlusconi per Gianfranco Fini e An. Nel 2006, al congresso di Roma che elesse Polverini, il sindaco Veltroni portò infatti un saluto non formale, con parole che toccarono la platea: «Voi ci siete!», esclamò. E oggi il Dvd del congresso che Polverini ha fatto realizzare e che ha subito mandato a Walter si intitola «Noi ci siamo». «Sì - ha ammesso lei - Veltroni mi fa la corte, politica s’intende. E la cosa mi fa piacere». Ma guai a correre troppo. Candidata per il Pd? «Dopo appena due anni da segretaria dell’Ugl, non posso tradire i miei», ha detto a margine della presentazione del libro di Floris. E così Fini - che allarmato ha voluto incontrare Renata il giorno dopo queste dichiarazioni - ha tirato un sospiro di sollievo. E forse, metaforicamente, ha anche tirato le orecchie all’esuberate segretario, che, anche se non ha mai preso la tessera di An, è pur sempre una di famiglia. Lei però, come ama raccontare, non ha fatto il Sessantotto: «Ero troppo piccola. All’inizio pensavo fosse uno svantaggio, poi ho capito che è un vantaggio: rende più liberi». Di apprezzare Fini, ma anche Veltroni. E per il principe del «ma anche», come direbbe Crozza, questo non è poco. E gli altri leader sindacali? Il capo della Cgil, Guglielmo Epifani, è stato il primo a sdoganare Ugl della Polverini sul terreno sindacale. Raffaele Bonanni, invece, schiuma rabbia e scuote la testa davanti al protagonismo della giovane leader, un puro fatto mediatico, secondo lui, senza un seguito reale. Tanto che tra Ugl e la Uil di Angeletti si è sfiorata la rissa perché Polverini dichiara 2,3 milioni di iscritti e quindi più dei due milioni della Uil. Per l’esattezza, dice l’Ugl, gli iscritti sono 1.269.843 tra i lavoratori attivi, 709.629 tra i pensionati e 385.471 tra le «categorie speciali» (parasubordinati, immigrati, eccetera). Come si fa a controllare se è vero? Impossibile, perché non c’è una legge o un organismo di verifica che garantisca sulla bontà dei numeri che ogni associazione sindacale fornisce. Alcuni riscontri sono però incontestabili. L’Ugl dice di avere 709 mila pensionati iscritti. All’Inps, però, risultano appena 64.519 deleghe (quote che vengono trattenute sulla pensione degli iscritti all’Ugl) nel 2007 (62.158 a gennaio 2008). Per la Cgil le deleghe Inps sono 2,6 milioni, cioè 42 volte di più. Per la Cisl risultano 1,6 milioni di deleghe Inps (25 volte di più) e per la Ugl 469 mila (7 volte di più). Una verifica si può fare anche nel pubblico impiego, grazie all’Aran. Qui i dati ufficiali più recenti si riferiscono al 2005 e parlano di 44 mila deleghe in tutto per l’Ugl, cioè il 3,5% del milione e 250 mila lavoratori iscritti ai sindacati. Alle ultime elezioni delle Rsu, qualche mese fa, l’Ugl ha superato la soglia del 5% per accedere alle trattative di comparto solo alla presidenza del Consiglio, nella Sanità e nelle Regioni ed Enti locali, restando sotto altrove (agenzie fiscali, aziende autonome, ministeri, entipubblici non economici, ricerca, università, scuola). L’Ugl gonfia come una mongolfiera i dati? Il sindacato della Polverini sostiene di no. Perché, spiegano a via Margutta, quello delle deleghe è solo uno dei canali d’iscrizione e, evidentemente, il meno importante. L’altro è quello della tessera che il lavoratore o pensionato compra una volta all’anno presso le strutture (circa 130 sul territorio, contro le migliaia di Cgil, Cisl e Uil) pagando 16 euro se pensionato o 70 euro se lavoratore. Tutta qui la spiegazione. Che non convince minimamente gli esperti e gli addetti ai lavori. Ma Polverini è così brava e simpatica che riesce sempre a far passare in secondo piano la questione di quanti siano davvero gli iscritti all’Ugl. Quasi fosse un particolare. Enrico Marro