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 2008  febbraio 18 Lunedì calendario

Riscossione tritatutto. Italia Oggi 18 febbraio 2008. Concessionari della riscossione come Rambo. Che pur di dare la caccia agli evasori non guardano tanto per il sottile

Riscossione tritatutto. Italia Oggi 18 febbraio 2008. Concessionari della riscossione come Rambo. Che pur di dare la caccia agli evasori non guardano tanto per il sottile. Risultato: 108 imprese fallite solo nel Nord Italia e 3.712 dipendenti senza lavoro. La denuncia è del Garante del contribuente e sarà presentata ufficialmente il 28 febbraio. Questa volta a essere sotto accusa è la mano pesante nell’utilizzo degli strumenti che la legge mette a disposizione di Equitalia. In particolare la dichiarazione stragiudiziale del terzo, cioè la richiesta ai debitori del contribuente (in genere le banche) di elencare in modo formale tutto ciò che potrebbe essere oggetto di espropriazione. Presso gli istituti di credito ciò ha come conseguenza l’immediata chiusura dei canali di finanziamento e, quasi sempre, il fallimento dell’azienda. Ecco perché la procedura di terzo è uno strumento assai delicato. Che secondo il Garante del contribuente andrebbe maneggiato con cura: «Deve rappresentare una sorta di estrema ratio», si legge nella relazione «mentre è assolutamente da evitare l’atteggiamento di alcune società di Equitalia s.p.a. che procedono con l’azione esecutiva a pioggia e cioè avvalendosi contemporaneamente sia dell’azione diretta presso il contribuente esecutato, sia presso i terzi suoi creditori». Azioni che potrebbero esporsi a una richiesta di risarcimento dei danni. La denuncia del Garante è quanto mai tempestiva, anche perché il meccanismo delle procedure presso terzo è destinato a espandere sempre più la sua portata. Finora infatti gli strumenti più utilizzati sono stati l’iscrizione di ipoteca e il fermo auto, mentre la procedura di terzo si è basata principalmente sulla banca dati costituita dai versamenti con modello F24. A breve i concessionari potranno accedere all’anagrafe tributaria, quindi conoscere in tempo reale e senza sforzo i conti correnti di tutti i loro debitori. Bloccarli sarà un gioco da ragazzi. Allora si potranno registrare disastri ben più gravi di quelli, più volte denunciati su questo giornale, dell’iscrizione di ipoteca per importi irrisori o dell’addebito di spese per iscrizione e cancellazione di ipoteca in realtà mai sostenute. Compromettere il rapporto con le banche significa condannare l’impresa alla chiusura. Marino Longoni