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 2008  febbraio 17 Domenica calendario

Per amore ho smesso di leggere. La Stampa 17 febbraio 2008. Intervista con Valeria Golino In «Caos Calmo» il suo ultimo film lei recita la parte della cognata di Nanni Moretti

Per amore ho smesso di leggere. La Stampa 17 febbraio 2008. Intervista con Valeria Golino In «Caos Calmo» il suo ultimo film lei recita la parte della cognata di Nanni Moretti. «E’ la sorella della moglie morta che è stata anche la sua amante per breve tempo. Un ruolo molto più contenuto rispetto al libro di Sandro Veronesi. Nel libro era tante cose, nel film è una donna confusionaria, intelligente, superficiale. E’ una persona onesta e bambina che pensa tutto quello che dice, una persona senza filtri con due-tre bambini da uomini diversi e fa l’attrice». Le assomiglia? «Solo fisicamente. E’ una specie di grillo parlante questo personaggio che sollecita in maniera invasiva il protagonista. E’ una persona che continua a ricordare all’altro quello che sta pensando». Si è trovata bene nella parte? «Troppo breve. Mi sono a tratti molto divertita con Moretti che è divertente, è un attore bravo, sorprendente. Eravamo diretti dai Grimaldi, non era un film di Moretti. Eravamo alla pari, ci scambiavamo dei consigli, io lo infastidivo il più possibile perché anche lui infastidisce su tutto, su ogni dettaglio e io gli rispondevo». Ma siete amici? «Ci conosciamo e siamo amichevoli». Lui è un grande secondo lei? «Esiste con forza, può piacerti o non piacerti, ma ha creato uno stile di recitazione e un certo tipo di cinema. Ho stima di lui». Verso il percorso di attrice cosa sta succedendo? «E’ un percorso lungo, calmamente caotico, non riesco a definirlo. Ho appena finito un film francese più commerciale e che è in uscita in aprile, sono la protagonista con Jean Renaud, il regista è Besnar. E’ un ruolo difficile per me perché è un film molto parlato con dialoghi sofisticati in francese. Ho dovuto lavorare, non ho potuto fare la pigra». Lei si considera un’attrice italiana che lavora all’estero? «Si sempre. Per compiacere. Anche se le cose più interessanti le ho fatto in Italia». Quali sono i film più importanti? «Mi sono affezionata per motivi diversi a storie d’amore di Francesco Maselli, ”’Le cose che so di lei’’ con Rodrigo Garcia, ”’Respiro’’ di Emanuele Crialese, ”’La guerra di Mario’’ di Antonio Capuano con cui ho vinto il David di Donatello due anni fa». Lei è brava? «Non sempre. Sono discontinua come attrice. Quando sono brava sono molto brava». Da cosa dipende la discontinuità? «Spesso dalla circostanza. Il fatto che non ti sei preparata abbastanza o perché il ruolo non è scritto bene o perché scegli il ruolo senza pensare ai limiti. Le donne sciocche non riesco a farle. Forse sono sciocca nella mia vita e in certe circostanze non riesco nemmeno a essere crudele, cosa che invece riesco a fare nella vita». E la sua vita com’è? «Piena di cose, di inquietudine, amici, viaggi, desideri, amori». E’ fidanzata con Riccardo Scamarcio un bell’uomo un famoso attore. E’ difficile l’amore tra due attori? «Dipende dagli attori, dipende da chi sono le persone. Forse lo stesso lavoro è un collante». Però si può essere più gelosi? «In teoria. Ho avuto però solo fidanzati attori, e pochi. Se facessi la dottoressa starei forse con un chirurgo». Alberto Moravia diceva che le attrici amano solo se stesse è vero? «Forse quarant’anni fa le attrici erano le sole ad avere questo difetto, ma oggi tutte le donne pensano alla carriera. Le attrici però sanno recitare il teatro dell’amore e sanno creare la rappresentazione, forse amano poco ma amano bene...». Quando si vede un’attrice sullo schermo è molto diversa? «Io cerco di essere diversa e di moltiplicarmi nelle diverse parti, però c’è sempre qualcosa di se stessi. Io sono una donna abbastanza equilibrata come tutti con la consapevolezza che lo squilibro è alla porta, il ”’Respiro’’ di Crialese con lui ha preso un mio modo di essere e l’ho reso più vivido. E poi c’è la percezione del regista su di me che è importantissima». Il Moretti attore è diverso da Moretti? «In questo film sì, perché ha interpretato il protagonista Pietro Paladini». E’ diverso dagli altri film? «Sì. Perché è diverso da qualcun altro. Per un attore essere diretto è molto importate in un film non te la puoi cavare da solo». Allora ci vuole un bravo regista? «Certo. Il film è il regista, perché conta il suo punto di vista. Un attore bravo deve sapere interpretare il punto di vista del regista». Ha qualche desiderio? «Di casa di calma, ho voglia di accogliere, di essere accolta. Il grande amore credo che distragga da tutto il resto, mi ha perfino distratta dal leggere, non leggevo più, leggere per me è un’abitudine e adesso sto ricominciando a farlo come una volta, ci vuole volontà, forse fa parte di quella voglia di casa che ho in questo momento. Vorrei anche viaggiare, solo per viaggiare non per lavorare. Vorrei essere molto ricca e lavorare solo per il piacere di farlo». Non è ambizione? «Certo che c’è ambizione, è certo che lo sono, ma è tanto tempo che lavoro, corro, salgo, scendo». Alain Elkann