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 2008  febbraio 13 Mercoledì calendario

La mia verità sulla morte di Meredith. La Stampa 13 febbraio 2008. Irritato perché vittima di una reprimenda del pm Giuliano Mignini, il dottor Luca Lalli, il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa la notte del primo novembre scorso, stamani depositerà la sua relazione conclusiva al proprio al pm Mignini, titolare dell’inchiesta sull’omicidio di via della Pergola 7, che ha portato all’arresto di Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede

La mia verità sulla morte di Meredith. La Stampa 13 febbraio 2008. Irritato perché vittima di una reprimenda del pm Giuliano Mignini, il dottor Luca Lalli, il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa la notte del primo novembre scorso, stamani depositerà la sua relazione conclusiva al proprio al pm Mignini, titolare dell’inchiesta sull’omicidio di via della Pergola 7, che ha portato all’arresto di Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede. Lalli doveva rispondere ai quesiti posti dal pm in attesa che anche i periti nominati dal gip Claudia Matteini e dai consulenti delle difese consegnino i loro risultati, spiega in questa che lui definisce una "chiacchierata" e che noi sintetizziamo, per chiarezza dei lettori, in una intervista, quali sono le sue conclusioni. Dottor Lalli, Meredith poteva essere salvata? "Non ne parlo nella mia relazione conclusiva perché non è stato un quesito che mi è stato rivolto". Quali sono state allora le domande a cui ha dovuto rispondere? "Epoca, causa e mezzi della morte". Come è morta Meredith? "Gli ulteriori approfondimenti non hanno cambiato sostanzialmente il quadro emerso nelle prime ore. Il dato biologico non mi consente di acclarare la presenza di una violenza sessuale". Meredith, secondo l’accusa, fu violentata prima di essere ammazzata. "Non ci sono state lesioni che possano confermare la violenza sessuale. Sulla ragazza ci sono solo ecchimosi compatibili con un rapporto sessuale". Quando si sarebbe consumato questo rapporto? Quella maledetta sera? "Non posso dirlo, non lo so. Forse alcune ore prima, addirittura il giorno prima dell’omicidio". Come si conciliano queste sue affermazioni con i risultati della Polizia Scientifica che hanno documentato la presenza di un cromosoma y di Rudy Guede nella vagina di Meredith? "Ogni cellula di un uomo ha un cromosoma y. La presenza di questo cromosoma nella vagina della vittima esclude che si tratti di sperma". Ma l’assenza di quel dato biologico a cui fa riferimento, non cancella l’ipotesi, avanzata dalla accusa, di violenza sessuale. "Forse mi sono espresso male quando ho parlato, a proposito di questa ipotesi, di ”invenzione investigativa”. Non intendevo dire che gli investigatori si sono inventati la violenza sessuale. E’ un dato, ripeto, che non emerge dal punto di vista biologico e, dunque, è un dato investigativo per il quale non tocca a me, medico legale, trovare conferma". Nella sua perizia approfondisce l’ora presunta della morte. Che in questi mesi è oscillata.... "Non ho modificato nulla rispetto alla mia prima relazione. Scrissi allora che l’ora presunta della morte si dovesse individuare intorno alle 23, con un range di un’ora, dunque tra le 22 e le 24. Oggi, non posso affermare con certezza quell’orario per il semplice fatto che l’ora è legata all’ultimo pasto della vittima. Siccome adesso l’orario dell’ultima cena non è più un dato certo, all’inizio si disse che Meredith cenò intorno alle 20,30-21...". Ma le amiche di Meredith hanno testimoniato che mangiarono una pizza e poi un tiramisù intorno alle 18-18,30.. "Dal punto di vista investigativo non ho questa certezza nel senso che prima mi avevano dato come orario sicuro le 20,30-21. Adesso dovrebbe cambiare l’ora della cena e io mi limito a dare come orario certo quello di due, tre ore dopo l’ultimo pasto. Mi fermo qui". Dottor Lalli, nella sua prima relazione lei ipotizzò una lenta agonia della vittima... "Non è vero. Non mi sono mai sbilanciato sulla ipotesi che la ragazza avesse subito una lenta agonia, e non ho mai parlato di tempo della morte". Ma come è morta, allora, Meredith? "Per una componente sicuramente emorragica". Lei stesso ha ipotizzato che la vittima, prima di morire, avrebbe inalato il suo stesso sangue aggiungendo un elemento di soffocamento. "La morte è stata provocata dalla ferita al collo che ha attinto un vaso arterioso". La presenza della frattura dell’osso ioide ha fatto ipotizzare un tentativo di soffocamento precedente all’accoltellamento. "Quella frattura, a mio giudizio, è un elemento collaterale". Precedente all’accoltellamento? "Non si può dire". Nella sua prima relazione, a pochi giorni dalla morte della studentessa, lei ha accennato alla compatibilità dell’arma del delitto con quel coltello che Raffaele portava sempre con sé, e che non è quello sequestrato a casa sua con le tracce di Meredith e Amanda... "Il coltello non l’ho mai visto. A questa domanda specifica dovranno rispondere i periti del giudice per le indagini preliminari". Allora, qual è il ”mezzo” con il quale è stata colpita la ragazza? "Un’arma da punta e taglio". Guido Ruotolo