La Repubblica 18 febbraio 2008, Giampiero Martinotti, 18 febbraio 2008
Quei segnali di declino. La Repubblica 18 febbraio 2008. Alla ricerca di una data simbolo, i futuri storici del «Declino dell´impero americano» si concentreranno forse sull´aprile 2007, quando il totale delle monete e delle banconote in euro, nel mondo, ha superato il totale dei dollari
Quei segnali di declino. La Repubblica 18 febbraio 2008. Alla ricerca di una data simbolo, i futuri storici del «Declino dell´impero americano» si concentreranno forse sull´aprile 2007, quando il totale delle monete e delle banconote in euro, nel mondo, ha superato il totale dei dollari. Ma, scavando nel database del McKinsey Global Institute, emergono altri segnali. Dal 2006, collettivamente, i paesi della zona euro investono all´estero (cioè fuori dalla zona euro) più degli Usa: il patrimonio estero degli europei è arrivato a quasi 15 mila miliardi di dollari. Gli Usa, in compenso, restano la destinazione favorita di chiunque pensi di investire all´estero. Merito anche di un mercato ampio, compatto e variegato: un terzo dei 167 mila miliardi di dollari di attività finanziarie mondiale è, oggi, negli Usa. Ma anche questo potrebbe non essere un vantaggio permanente. Gli europei hanno investito 15 mila miliardi di dollari fuori dall´area euro, ma altrettanti entro l´area euro. E´ il segnale di una integrazione finanziaria che sta procedendo ad un ritmo vertiginoso. Oggi, una azione ogni tre e una obbligazione ogni cinque, nei mercati europei è in mano ad un cittadino europeo di un altro paese. E non sembrano esserci problemi di campanile: il polo d´attrazione è Londra. Il 30 per cento dei flussi di investimento europei si dirige sulla City. Maurizio Ricci I premi dei manager francesi[ Non saranno facili le prossime assemblee annuali per i piccoli azionisti in Francia: come risparmiatori, sono i primi colpiti dalla crisi venuta dagli Stati Uniti; come consumatori, sono penalizzati dalla diminuzione del loro potere d´acquisto. E durante le assemblee scopriranno che i Pdg, i presidenti e amministratori delegati francesi se la passano piuttosto bene: in un anno, le retribuzioni sono aumentate del 40 per cento per tre quarti di loro. Secondo uno studio realizzato da HayGroup, i leader delle maggiori imprese transalpine hanno intascato 6,175 milioni a testa. Una cifra che ovviamente scende quanto più diminuisce il fatturato e il numero dei dipendenti (i Pdg delle medie aziende quotate in Borsa guadagnano 882 mila euro all´anno). L´incremento del 40% è in buona parte dovuto al "bonus" legato ai risultati delle aziende, ma anche la parte fissa degli stipendi sarebbe aumentata del 12%: una bella percentuale per gente che rifiuta ai dipendenti aumenti superiori all´inflazione. E tutto ciò senza contare le buonuscite, che restano a livelli altissimi. Gli imprenditori francesi sono i meglio pagati in Europa e sono secondi soltanto a quelli statunitensi: un "successo" che non rallegrerà più di tanto i piccoli azionisti. Giampiero Martinotti