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 2008  febbraio 19 Martedì calendario

CONDELLO Pasquale

CONDELLO Pasquale Reggio Calabria 24 settembre 1950. ’ndranghetista. Arrestato il 18 febbraio 2008, era latitante da 23 anni • «[...] Dopo la cattura di Bernardo Provenzano, il “Supremo”, così era chiamato Condello, era stato inserito al primo posto nella speciale lista dei criminali più importanti da ricercare. Dovrà scontare quattro ergastoli, uno dei quali comminato dalla Corte d’Assise di Reggio Calabria perché considerato il mandante dell’omicidio di Lodovico Ligato, l’ex presidente delle Ferrovie ucciso nel 1989» (Ca.Ma., “Corriere della Sera” 19/2/2008) • «È finita dopo oltre 20 anni la latitanza di Pasquale Condello. Il “Supremo”, come era definito negli ambienti criminali, è stato arrestato [...] intorno alle 20 a Pellaro dai carabinieri del Ros. Scovato in una abitazione mentre cenava con i suoi picciotti. A poche centinaia di metri da dove aveva fatto “eliminare” Ludovico Ligato, il potente presidente delle Ferrovie dello Stato ucciso a Bocale il 27 agosto del 1989. Il boss lo aveva fatto ammazzare da Peppe Lombardo, suo killer di fiducia, oggi collaboratore di giustizia. Un pentito che durante il processo rivelò da chi aveva avuto l’ordine, ma che disconosceva le ragioni. Condello, per il magistrato, è uno dei pochi a sapere chi volle quella morte eccellente. Custode di segreti scottanti, il “Supremo” era considerato alla stregua di Bernardo Provenzano. Rappresentava per la Calabria quello che “Binnu” era stato in Sicilia. Uno spietato assassino durante la guerra di mafia: una mattanza che lasciò sulle strade di Reggio Calabria quasi mille morti negli anni a cavallo del 1990. Si trasformò in uomo di pace e d’affari subito dopo, quando iniziò la fase della spartizione tra i vincitori del conflitto. Droga, armi, estorsioni, appalti e imprenditoria. Un uomo di vertice assoluto. Capace mediatore tra e cosche, con settori dell’imprenditoria e della politica. Era lo snodo di collegamento tra i clan e la pubblica amministrazioni. Una “primula rossa”, carismatica, inserita tra i 30 latitanti più pericolosi d’Italia. La sua carriera criminale incominciò legandosi a Paolo De Stefano. L’unione, che sembrava indissolubile, si scioglie, invece, il giorno dell’agguato in cui cade proprio Paolo De Stefano. Condello sceglierà una strada diversa alleandosi con gli Imerti, i Rosmini, i Fontana e i Saraceno. Un potente cartello uscito vincitore dallo scontro con i De Stefano, i Tegano, i Martino e i Libri che si sono combattuti per oltre sei anni. [...]» (Giuseppe Baldessarro, “la Repubblica” 18/2/2008).