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 2008  febbraio 18 Lunedì calendario

Brown, una mossa «old labour». Corriere della Sera 18 febbraio 2008. « business as usual, questa mattina gli sportelli apriranno come al solito », dice il Cancelliere dello scacchiere Alistair Darling

Brown, una mossa «old labour». Corriere della Sera 18 febbraio 2008. « business as usual, questa mattina gli sportelli apriranno come al solito », dice il Cancelliere dello scacchiere Alistair Darling. Ma un dettaglio sfugge alla normalità: la Northern Rock, quinta banca di Gran Bretagna per portafoglio di mutui immobiliari, è stata nazionalizzata. Per dare l’annuncio Darling ha aperto le porte del palazzo del Tesoro di domenica pomeriggio, un’altra circostanza non proprio usuale, in modo di poter parlare a mercati chiusi. «La nazionalizzazione della banca è temporanea », ha assicurato il ministro, ma gli effetti politici sul governo laburista potrebbero essere permanenti. Gordon Brown è stato per dieci anni al Tesoro, in attesa di ereditare la guida del governo da Blair. E in quegli anni si era fatta la fama di gran timoniere della crescita e stabilità economica del Regno. Poi a settembre l’incidente della Northern Rock: l’onda della stretta sul credito creata dalla crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti ha raggiunto l’Europa e l’istituto inglese ha dovuto chiedere aiuto alla Bank of England. Con qualche ritardo ha ottenuto un prestito di 25 miliardi di sterline (33 miliardi in euro) e la notizia ha scatenato il panico: decine di migliaia di clienti si sono messi in fila di fronte agli sportelli temendo per i loro risparmi. L’assedio alle filiali di una banca non si vedeva a Londra dai tempi della regina Vittoria, l’ultimo caso era stato nel 1866. A quel punto, per evitare un effetto domino sul sistema bancario, è intervenuto il Tesoro garantendo con altri 30 miliardi di sterline i depositi. Fin qui, tutte mosse dovute di fronte a quella che i politici chiamano la «turbolenza dei mercati» e molti analisti temono sia l’inizio della recessione. Soccorsa la Northern Rock, però, il governo ha cercato acquirenti in grado di far rientrare i fondi nella casse del Tesoro e della Banca d’Inghilterra (soldi dei contribuenti). Con la crisi di fiducia dei mercati, trovare un investitore privato così ardito è risultato alla fine impossibile. Si era fatto avanti Sir Richard Branson, il vulcanico imprenditore della Virgin (con grande consolazione di Brown), ma alla fine anche la sua offerta è risultata troppo bassa. Così alla fine Darling e Brown hanno dovuto arrendersi e annunciare che «la Northern Rock passa sotto proprietà pubblica, per il tempo necessario, anche se il governo non si occuperà della gestione quotidiana, lasciandola ai dirigenti dell’istituto». Alla presidenza è stato chiamato Ron Sandler, un tecnico che in passato ha tirato fuori i Lloyds da una crisi gravissima. L’unica soluzione possibile, come era apparso chiaro fin da settembre. Perché allora aspettare l’ultimo momento? La risposta è nella parola nazionalizzazione, che riporta alla politica dei governi laburisti fino agli anni Settanta (quando arrivò il liberismo thatcheriano). Il Financial Times ha spiegato che Brown temeva di essere etichettato come «Old Labour ». La lezione (e l’ironia del caso), secondo il quotidiano della City, è che nella stessa situazione Tony Blair avrebbe nazionalizzato subito la Northern Rock, avrebbe continuato a definirsi New Labour e sarebbe passato per salvatore della patria bancaria. Guido Santevecchi