Corriere della Sera 17 febbraio 2008, Vincenzo Cerami, 17 febbraio 2008
UN COLTELLO PER UCCIDERE LA FELICIT
Corriere della Sera 17 febbraio 2008.
ECCO L’APPARTAMENTO DELL’OMICIDA, TRE CAMERE IN VIA DOGALI 12 A
FIRENZE. SIAMO NEL NOVEMBRE DEL 2003. IN QUESTO MOMENTO IN CASA NON C’ NESSUNO. MATTINA, C’ SILENZIO. LE FINESTRE SONO SOCCHIUSE E NEI FASCI DI LUCE CHE PENETRANO DALLE SERRANDE, NON C’ PULVISCOLO PERCH L DENTRO TUTTO TIRATO A LUCIDO, PULITO, DISINFETTATO COME LA SALA OPERATORIA DI UN OSPEDALE.
Ogni cosa sta millimetricamente al suo posto, i pochi soprammobili sono posati esattamente al centro della tovaglietta ricamata. Molte videocassette si affiancano sul buffet, accanto al televisore, allineate dalle mani di un archivista: si tratta di messe cantate, registrate la domenica mattina. Solo una cassetta è diversa dalle altre, l’ultima della fila: è una copia del film di Hitchcock
Psycho, dove si narra di un personaggio schizofrenico, perfettamente incarnato da Anthony Perkins.
Nella teca lì accanto, perfettamente spolverati e ordinati, ci sono dischi di musica sacra e classica. Pochi libri, solo di religione, intramezzati, come se appartenessero allo stesso genere letterario, a racconti gialli sanguinolenti. Su tutti spicca, perché mille volte sfogliato, un romanzo noir di Elisabeth George intitolato La miglior vendetta.
La camera da letto è nuda, fa pensare alla cella di un convento; sul cuscino è posato il libro dell’Antico Testamento. Su una panca si ergono, come palazzine a schiera, i giornalini di Topolino. In un barattolo ci sono monete da cento e duecento lire, lucidate con la pezza di daino, posate una sopra l’altra tra batuffoli d’ovatta. Dentro la lavatrice non ci sono i panni da lavare, solo un coltellaccio dal manico odoroso di detersivo.
La violenza
Domenica 9 novembre si legge sulle cronache del Corriere: «Firenze. Sgozzata con una coltellata alla gola, così violenta che il colpo le ha quasi staccato la testa. Così è stata assassinata Rossana D’Aniello, una funzionaria di banca di 46 anni, sposata con un farmacista e madre di due figlie di 16 e 12 anni. Teatro dell’omicidio una palazzina di Firenze, al numero 39 della trafficata via della Scala, nel centro storico, a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella e non lontano dalla scuola sottufficiali dei carabinieri».
Sangue ovunque
Questi i fatti. sabato, verso le 8.30 di mattina. Rossana, ancora in vestaglia, ha da poco salutato il marito e le figliole: lui andrà in farmacia, dopo avere accompagnato le ragazzine a scuola. Suonano alla porta, il mostro ha in mano una busta con il logo di un’associazione di farmacisti, accuratamente stampato al computer. Rossana apre la porta e subito si trova davanti agli occhi l’acciaio affilato di un pesante coltello da cucina (si scoprirà che è francese, un Opinel con lama di 30 centimetri). Non fa in tempo a urlare dal terrore che un terribile fendente le strappa le vene del collo. Nei pochi attimi che la separano dalla morte, prova a reagire, ma crolla a terra, in ginocchio. L’omicida, a questo punto, non riuscendo a controllare la propria furia, si ferisce le mani con la sua stessa arma.
Il sangue che schizza violento dalla carotide della povera donna imbratta i muri dell’ingresso, e il soffitto. Dirà il pubblico ministero Piero Suchan, per puro caso parente della vittima: « stata una mattanza!» Rossana D’Aniello è in terra, senza più vita, la testa quasi separata dal corpo. Tutt’intorno un pantano di sangue, e i piedi dell’omicida lo calpestano: si chiude la porta alle spalle e comincia a girare per la casa, imbrattando il pavimento. In quella casa il mostro non è mai entrato prima, ora vede i segni di una famiglia serena e allegra, dove è viva la presenza delle ragazzine… i libri, i giochi, il computer, le fotografie. Chi sa perché afferra per i piedi il cadavere e lo tira verso la camera da letto, formando per terra una lugubre scia di sangue. L’abbandona a metà percorso perché il sangue che inzuppa le mani è il suo. Va in bagno, si lava, tampona i tagli con gli asciugamani, cerca di bloccare l’emorragia con la carta igienica.
Da ultimo, visto che anche i suoi abiti sono lordi, apre l’armadio della camera, stacca dalla stampella un giaccone del padrone di casa, lo indossa e lascia l’appartamento. Si dilegua mescolandosi al viavai dei turisti, incantati dall’eterna magnificenza di Firenze.
Le telefonate
Gianfranco Bernabei, capo della squadra mobile, è sicuro che si tratta di omicidio premeditato. Il marito della vittima rivela agli inquirenti che da un po’ di tempo Rossana è ossessionata da telefonate anonime, sia nell’apparecchio fisso che nel cellulare. E alla domanda: «Cosa diceva la voce al telefono? », l’uomo risponde: «Nulla, silenzio. Solo un respiro un po’ affannato!»
❜❜ Daniela Cecchin non conosceva la sua vittima, «colpevole» di aver sposato un compagno di università
Normale follia
Nella casa della donna che ha ucciso tutto è pulito, senza un granello di polvere. E’ l’immacolato antro del diavolo
Vincenzo Cerami