Il Sole 24 ore 13 febbraio 2008, Walter Riolfi, 13 febbraio 2008
In Borsa il recupero è lontano. Il Sole 24 ore 13 febbraio 2008. Per capire come mai Fiat abbia perso in tre mesi tutto quello che aveva guadagnato dal novembre 2006 (la famosa presentazione di Marchionne a Torino), bisogna dare un’occhiata a quello che nel frattempo è successo al settore auto europeo, calato di oltre il 32%, contro il 20% dell’indice Stoxx
In Borsa il recupero è lontano. Il Sole 24 ore 13 febbraio 2008. Per capire come mai Fiat abbia perso in tre mesi tutto quello che aveva guadagnato dal novembre 2006 (la famosa presentazione di Marchionne a Torino), bisogna dare un’occhiata a quello che nel frattempo è successo al settore auto europeo, calato di oltre il 32%, contro il 20% dell’indice Stoxx. Oppure guardare al comparto auto di Wall Street, precipitato fino a un minimo del 38%, contro il 16% dell’S&P500. E per capire perché le Borse se la siano presa così tanto con auto e camion, occorre considerare le paure dei mercati per l’incipiente, presunta recessione: morbida o forte che sia. Sembra una tautologia, ma i mercati sono esuberanti quando tutto va bene e scendono quando le cose vanno male o si pensa che così debbano andare. Del resto, JP Morgan non aveva la scorsa settimana abbassato drasticamente il giudizio (neutrale) e l’obiettivo di prezzo (a 19 ) di Fiat, pur non toccando sostanzialmente le stime di utili? Infatti il mercato ha sempre ragione e se il titolo Fiat viaggia attorno ai 14 , è inutile (e anche ridicolo) porsi target a 30, come nell’autunno scorso. Il ragionamento non fa una piega: perché, anche se può apparire illogico sui fondamentali stimati, non lo è se si pensa che in una possibile recessione un settore ciclico come quello dell’auto è anche il più colpito. A sette volte gli utili stimati per il 2008 Fiat sarebbe solo da comperare e così gli altri titoli del comparto. Ma, osserva realisticamente Morgan Stanley, tutte le volte che, ai picchi di un ciclo, il rapporto tra capitalizzazione e vendite aveva superato il 55%, s’è visto un brusco ridimensionamento. Era successo nel 1986, nel ’98 e nell’autunno 2007, quando il picco è stato del 50%. La media del periodo è una capitalizzazione pari al 33-34% dei ricavi. Oggi, dopo 3-4 mesi di ribassi, il rapporto è sceso al 41%; ma in passato si sono sempre toccati minimi attorno a 20-25%. Senza contare che anche gli utili possono ridursi drasticamente, fino ad annullarsi in qualche caso. Se recessione sarà, i titoli del settore avrebbero dunque ulteriore spazio per scendere. comprensibile. In recessione, molti consumatori decidono di dilazionare l’acquisto di una nuova auto; e in condizioni di forte rallentamento economico, il discorso vale anche per i veicoli commerciali; s’accresce la competizione e dunque s’abbassano i margini; anche gli utili finanziari (i finanziamenti ai clienti) si riducono o si azzerano se c’è una crisi di liquidità. Per fortuna, questa volta, ci sono i Paesi emergenti che potrebbero bilanciare la probabile frenata americana ed europea. Ma molto dipende dalle aree di mercato delle singole case. Porsche, ad esempio, sembrerebbe meno esposta perché la crisi colpisce meno i ceti abbienti e ci sono sempre più ricchi nei Paesi dell’ex terzo mondo. Walter Riolfi