La Stampa 15 febbraio 2008, MARIA CHIARA BONAZZI, 15 febbraio 2008
Rondò giù dalle scale. La Stampa 15 febbraio 2008. La rovinosa caduta al Barbican di Londra, dove l’acclamato violinista David Garrett aveva appena finito di dare un concerto, ricorda un po’ lo starnuto con cui Mister Bean involontariamente distrugge un dipinto inestimabile
Rondò giù dalle scale. La Stampa 15 febbraio 2008. La rovinosa caduta al Barbican di Londra, dove l’acclamato violinista David Garrett aveva appena finito di dare un concerto, ricorda un po’ lo starnuto con cui Mister Bean involontariamente distrugge un dipinto inestimabile. Nella fretta di andare a cena con la sua famiglia, il musicista è precipitato giù dalle scale. «Mi hanno poi detto che sembrava che io fossi scivolato su una buccia di banana. Sono atterrato sulla custodia del mio violino. Quando l’ho aperta, il violino era a pezzi. Non riuscivo a parlare e neppure ad alzarmi. Non mi importava neanche di sapere se mi ero fatto male. Avevo quel violino da otto anni. E’ stato come perdere un amico». L’amico in questione è uno Stradivari, soprannonimato con nonchalance Strad da quei pochi artisti al mondo che se lo possono permettere. E’ uno dei circa 450 violini tuttora esistenti fabbricati dal leggendario liutaio italiano. Tanto per dare un’idea del loro valore, il cosiddetto Hammer Stradivarius del 1707 fu battuto all’asta da Christie’s due anni fa per oltre due milioni e mezzo di euro. Quello del ventiseienne Garrett fu costruito da Stradivari nel suo periodo d’oro, compreso fra il 1700 e il 1720, ed è noto come «San Lorenzo». Per ripararlo ci vorranno almeno otto mesi, e un costo presunto di 60 mila sterline, pari a 86 mila euro. Ma la dolente nota è un’altra. Nessuno è infatti in grado di sapere se l’inimitabile, luminosa dolcezza di timbro dello Stradivari, considerato il migliore strumento a corda di tutti i tempi, potrà essere ripristinata. Per ora il violino di Garrett è davvero malconcio: a sentire David Morris, direttore dei restauratori presso la casa J&A Beare, che vanta un’invidiabile clientela di superstar, «ci sono tre grosse fratture da cima a fondo dello strumento», due delle quali in corrispondenza delle cosiddette F sulla tavola, essenziali per la sonorità. «Bisogna far sì che le parti rotte combacino perfettamente - spiega Morris -. Ogni frammento del legno deve tornare perfettamente allineato. Il restauratore impiegherà mesi soltanto per questo». Ma, dopo le riparazioni, lo Stradivari di Garrett resterà uno Stradivari? «Dipende da quanto dovrà essere sostituito, piuttosto che restaurato», conclude Morris. Per il momento Garrett potrà continuare a suonare su un altro Stradivari, concessogli in prestito dalla stessa J&A Beare che ha appena fatto arrivare un altro violino per lui appositamente da Milano, in tempo per il suo nuovo concerto di ieri sera al Barbican di Londra. La differenza è che stavolta questo Stradivari, il cui valore supera i tre milioni e mezzo di euro, viaggia con una scorta di tre uomini. «E’ uno strumento meraviglioso, ha un suono perfetto", dice Garrett, ex bambino prodigio che aveva suonato per la prima volta con la London Philharmonic all’eta di 10 anni. Per ora, in attesa di sapere se il suo migliore amico tornerà come prima dopo il restauro, l’artista trova una qualche consolazione nel pensiero che atterrare sul suo Stradivari ha avuto, se non altro, l’effetto collaterale di «salvargli la vita». Maria Chiara Bonazzi