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 2008  febbraio 14 Giovedì calendario

Sardegna, bocciata la tassa sul lusso. Corriere della Sera 14 febbraio 2008. La Corte Costituzionale ha cancellato metà delle «tasse sul lusso» in vigore in Sardegna dal 2006, fra le proteste di migliaia di proprietari di seconde case non residenti nell’isola: non si dovranno più pagare i tributi per le plusvalenze sulle rivendite degli alloggi né le tasse annuali di possesso e utilizzo

Sardegna, bocciata la tassa sul lusso. Corriere della Sera 14 febbraio 2008. La Corte Costituzionale ha cancellato metà delle «tasse sul lusso» in vigore in Sardegna dal 2006, fra le proteste di migliaia di proprietari di seconde case non residenti nell’isola: non si dovranno più pagare i tributi per le plusvalenze sulle rivendite degli alloggi né le tasse annuali di possesso e utilizzo. Dell’impalcatura fiscale creata dal governatore Renato Soru – fiore all’occhiello della politica di riequilibrio tributario e territoriale – restano le imposte di soggiorno e quella su imbarcazioni di lunghezza superiore ai 14 metri: su quest’ultima non c’è illegittimità costituzionale, ma su alcuni aspetti il giudizio è sospeso in attesa che l’Alta Corte europea si pronunci sulla compatibilità con le norme dell’Ue. La Consulta ha deciso con rapidità. Martedì l’udienza pubblica, ieri la bocciatura. Il governo aveva ribadito: la Sardegna non può imporre autonome tassazioni sul turismo. Gli avvocati della Regione hanno cercato di dimostrare che non c’era incompatibilità con il sistema tributario dello Stato e hanno evidenziato lo scopo di tutela ambientale delle norme. Ma il giudizio è stato netto. Esultano i 120 mila proprietari di seconde case non residenti; molti non avevano pagato in attesa dell’esito del ricorso del governo. Quelli che hanno onorato l’impegno con l’agenzia regionale delle entrate potranno aprire un contenzioso e farsi restituire le somme: in questa posizione si trovano parecchi vip che hanno ville in Costa Smeralda, compreso Silvio Berlusconi che per la Certosa – residenza di 2.600 metri quadri a Portorotondo – ha sborsato nel 2007 più di 50 mila euro. Esulta anche l’opposizione di centrodestra. «Soru deve dimettersi. L’illegittimità era evidente – attacca Giorgio La Spisa, capogruppo di Forza Italia in consiglio – è stato inferto un danno gravissimo al turismo». Renato Soru, ha accusato il colpo, e ha cercato di ribattere: «Dimissioni? Mi sembrano un po’ esagerate... ». E spiega: «In un momento di gravi difficoltà di bilancio abbiamo usato la possibilità prevista dallo Statuto speciale di Regione autonoma di imporre tasse sull’attività turistica per favorire il riequilibrio fra zone costiere e interno dell’isola. Avevamo il parere favorevole dei costituzionalisti. Resta il dispiacere di constatare che la Regione non può utilizzare una propria autonoma capacità impositiva. Comunque ora il bilancio va meglio e potrà riassorbire il mancato introito». Nei prossimi giorni si vota la legge finanziaria della Regione; le entrate delle «tasse sul lusso» sono previste in 50 milioni, ma la bocciatura della costringerà a rivedere le stime. Verrà meno più del 70% degli introiti. Soru aveva fatto approvare la legge nel 2006, con massicce adesioni in Sardegna (i residenti erano esentati), ma duramente contestato da turisti e non residenti: manifestazioni sulle spiagge, «gala» di protesta al Billionaire organizzato da Flavio Briatore. Dopo le polemiche e l’impugnazione del governo le imposte sugli alloggi a meno di 3 chilometri dal mare erano state ritoccate e, per le barche più lunghe di 14 metri, il contestato versamento una tantum – senza differenza per chi attraccava un giorno o due mesi – era stato sostituito da una tassa settimanale. «Era un’imposta razzista – dice Franco Cuccureddu, presidente della rete dei porti sardi e sindaco di Castelsardo ”. Ora dovremo far rientrare turisti e proprietari di barche che avevano dichiarato guerra alla Sardegna». Alberto Pinna