Corriere della Sera 15 febbraio 2008, Lorenzo Salvia, 15 febbraio 2008
«Consumano il doppio e fanno sentire potenti» I fuoristrada d’Italia. Corriere della Sera 15 febbraio 2008 Cosa vuol dire Suv? Non Sport Utility Vehicle, come dicono gli spot alla tv, ma Senza Utilità Vera
«Consumano il doppio e fanno sentire potenti» I fuoristrada d’Italia. Corriere della Sera 15 febbraio 2008 Cosa vuol dire Suv? Non Sport Utility Vehicle, come dicono gli spot alla tv, ma Senza Utilità Vera. La battuta gira dalla fine degli anni ’90, proprio quando quelle Mercedes e quelle Bmw giganti cominciavano a invadere le nostre città, e le case automobilistiche capivano che quella moda poteva dare ossigeno a un mercato messo così così. Solo la vecchia e intramontabile invidia per chi ha il macchinone, solo la versione su quattro ruote dell’antica lotta di classe? Oppure c’è qualcosa di vero? Oggi in Italia sono più di 600 mila, una quota sui nuovi acquisti che supera il 6 per cento. L’accusa storica è quella di essere più inquinanti delle macchine normali. Vero. Un dossier di Legambiente mette a confronto i consumi di Suv e berline a parità di cilindrata. Quasi il doppio: in città un suv diesel fa 9,9 chilometri con un litro, contro i 17 di un diesel normale. Per i modelli a benzina la differenza si riduce, 7,7 contro 12. Ma il ragionamento regge fino a un certo punto perché anche le macchine sportive consumano (e quindi inquinano) parecchio. Il problema serio è la sicurezza. Lo studio più completo arriva dalla Agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa di incidenti stradali. Hanno esaminato tutti gli incidenti mortali in cui erano coinvolte un’auto normale e un Suv. Nel 56,3 per cento dei casi il morto era sulla berlina, nel 17 per cento a bordo del Suv, nel resto dei casi su tutte e due le vetture. Più sicuri per chi li guida, più pericolosi per gli altri. Lo dicono anche i crash test fatti dall’Euroncap, un organismo dell’Ue al quale partecipa il nostro Automobil club. La protezione dei passeggeri a bordo viene misurata su una scala da 1 a 5. Quasi tutti i Suv raggiungono quota 4, alcuni 5, la maggior parte delle berline si ferma a 3. La classifica si ribalta se si considera la protezione dei pedoni investiti. Tutti i fuoristrada hanno una sola stella, le berline tra le 2 e le 3. Il motivo è semplice: i Suv sono più alti e colpiscono il pedone non alle gambe ma al bacino o più in alto ancora. E le conseguenze sono ben più gravi. Non è misurabile ma forse gioca un ruolo anche la psicologia: «Chi guida una macchina del genere – dice Alberto Fiorillo, che ha curato il dossier di Legambiente – ha spesso una sensazione di sicurezza. E può essere portato a fare manovre che poi si rivelano difficili o pericolose perché, viste le dimensioni, la maneggevolezza non è quella di una 500». Ecco, le dimensioni: un’altra accusa che torna di moda ogni volta che si alza il polverone. Qualche anno fa alcune città italiane avevano pensato di far pagare più caro il parcheggio ai fuoristrada, proprio perché ingombrano di più. Non se ne è fatto nulla. L’unico Comune italiano che è passato ai fatti è Firenze. Dal dicembre 2004 un’ordinanza vieta ai possessori dei maxi fuoristrada il rinnovo del permesso per il centro storico, che dura cinque anni. «La cosa più complicata – racconta l’assessore all’Ambiente Claudio Del Lungo – era stabilire cosa fosse un Suv, perché il libretto di circolazione mica lo dice». Alla fine la scelta è caduta sul diametro delle ruote: niente permesso per chi supera i 730 millimetri. Nemmeno una multa in quattro anni ma un ricorso al Tar di venti case automobilistiche che però sono state respinte con perdite. Così come era stato respinto il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che due anni fa per i fuoristrada extralarge aveva proposto il superbollo. Trattative, interviste, dibattiti e poi in Finanziaria neanche una riga. Eppure non sarebbe stata una novità assoluta: in Italia il superbollo sulle 4x4 c’era fino a quando non ci si accorse che colpiva anche la piccola Panda. Nessuno, invece, ha pensato a imitare Ken Livingstone, il sindaco di Londra. Dal prossimo ottobre i «trattori di Chelsea», come li hanno ribattezzati da quelle parti, dovranno pagare 33 euro al giorno per entrare in centro città. Alcuni lo hanno criticato, qualcuno è arrivato a sostenere che quelle sono le macchine dei cacciatori e dei contadini. Ken il rosso, nel cuore della city, cerca nel cassetto sempre lo stesso sondaggio: su dieci fuoristrada inglesi solo uno ha avuto il piacere di conoscere un terreno diverso dall’asfalto. Il confronto Sono stati monitorati gli incidenti tra Suv e auto normali: nel 53,6 per cento il morto era sull’auto, nel 17 sul Suv Lorenzo Salvia