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 2008  febbraio 15 Venerdì calendario

Appello degli psichiatri: torniamo all’elettroshock per le depressioni gravi. Corriere della Sera 15 febbraio 2008

Appello degli psichiatri: torniamo all’elettroshock per le depressioni gravi. Corriere della Sera 15 febbraio 2008. Soltanto la parola ancora oggi qui da noi è un po’ come una parolaccia. Ma loro non hanno paura ad utilizzarla. Anzi. con gran forza che un gruppo con i più grandi psichiatri italiani della Sopsi (la Società italiana di psicopatologia) chiede di incoraggiare nel nostro Paese l’uso dell’elettroshock. Una petizione che chiede chiaramente più centri per la pratica dell’elettroshock: verrà ufficializzata il 21 febbraio all’Hilton di Roma, durante i cinque giorni del loro congresso nazionale. A sostenerla in prima linea sono Athanasios Koukopoulos (uno psichiatra greco che da sempre lavora in Italia) e con lui, tra gli altri, nomi come Giovan Battista Cassano, Giulio Perugi e Mario Guazzelli (Pisa), Paolo Girardi, Roberto Delle Chiaie e Giuseppe Bersani (Roma), Alessandro Rossi (L’Aquila), Giovanni Muscettola (Napoli), Carlo Magini (Parma), Marcello Nardini (Bari). Chiedono tutti la stessa cosa: sdoganare l’elettroshock dai vincoli culturali e politici in cui è rimasto prigioniero. indirizzata al ministro della Salute. Garantisce: «La terapia elettroconvulsivante costituisce tuttora il più efficace trattamento delle sindromi depressive (soprattutto quelle più gravi), psicotiche e con più alto rischio di suicidio. Con la tecnica moderna della sua applicazione gli effetti indesiderabili sono irrilevanti...». E a supporto di questo, i numeri. In Germania c’è un posto attrezzato per l’elettroshock ogni 500 mila abitanti, in Belgio ogni 333 mila, in Gran Bretagna ogni 373 mila, in Olanda ogni 465 mila. E poi picchi nordici: in Norvegia uno ogni 104 mila abitanti, in Finlandia uno ogni 130 mila. «In Italia ci sono soltanto 9 strutture psichiatriche dove un paziente può essere trattato con la Tec», dice Koukopoulos. E spiega: «Sei sono strutture pubbliche: Brescia, Oristano, Cagliari, Bressanone, Brunico, Pisa. Le altre sono cliniche private: la San Valentino a Roma, la Santa Chiara a Verona, la Barruziana a Bologna. E posso garantire che le cliniche che lo fanno non hanno alcun interesse economico. Anzi: lo fanno a spese loro. Non ha senso. stata una battaglia culturale e politica che ha portato ad eliminare in Italia i centri per la Tec. Noi chiediamo che questo venga invece restituito ad un piano medico. Ad un rapporto tra medico e paziente ». Non ha dubbi Koukopou-los: «Nella rinuncia all’elettroshock l’unico che perde è il paziente. E posso garantire molte testimonianze in questo senso: pazienti che sono arrivati alla Tec dopo anni e anni di depressione e avrebbero pagato oro per poterla fare prima ». Alessandra Arachi