Libero 9 febbraio 2008, ALESSANDRA MENZANI, 9 febbraio 2008
Sanremo gay fa arrabbiare la Chiesa. Libero 9 febbraio 2008. Non una, ma due canzoni ispirate al mondo omosessuale
Sanremo gay fa arrabbiare la Chiesa. Libero 9 febbraio 2008. Non una, ma due canzoni ispirate al mondo omosessuale. Ormai è una tendenza. Oltre a quella stra-annunciata di Anna Tatangelo, dal titolo "Il mio amico", ce ne sarà una seconda, di Valeria Vaglio, in gara tra i Giovani. Questa volta, però, si racconta una storia tutta al femminile. Mentre il testo della Tatangelo, scritto per lei dal compagno Gigi D’Alessio, è ispirato alla storia del parrucchiere-confidente di Anna, tormentato perché a causa dei gusti sessuali non è accettato dalla società, qui la protagonista è una donna. La canzone si chiama "Ore ed ore": come rivela la "Gazzetta del mezzogiorno", il testo è casto, privo di frasi esplicite. Tranne un "lei" cantato laddove ci si aspetterebbe un "lui". Per il resto è una canzone d’amore come tante altre. L’abbuffata di amori gay nelle canzoni sanremesi non è gradita a Don Pasquale Traetta, assistente spirituale del Festival di Sanremo. «Mi sono documentato e ho letto il testo di Anna Tatangelo», dice Don Pasquale, «sulla questione degli omosessuali e dell’omofobia mi attengo alla posizione della Chiesa. Quella di D’Alessio mi pare una strumentalizzazione a scapito di persone che non sono né diverse né uguali. Ma semplicemente uomini, figli di Dio». «Se prendiamo il testo», aggiunge però il religioso, dal 1996 Consulente Ecclesiastico alla Cultura e al Turismo di Sanremo, «resto perplesso sulla definizione di "amore" inteso come qualcosa senza sapore né gusto, che va bene in qualsiasi circostanza, in un senso o nell’altro. vero che l’amore è frutto di una corrispondenza verso Dio, ma questi ha stabilito un ordine». Su quella che sembra ormai una moda all’Ariston, Don Pasquale aggiunge: «A me sembra che si voglia esasperare e amplificare una tematica. A tal punto che così la si impoverisce. Affrontare attraverso una canzone il tema dell’omosessualità può essere una strada, ma forse è fuori luogo». Oltre alle tematiche sessuali, è il momento degli interrogativi politici. Com’è naturale, Sanremo dovrà tener conto della campagna elettorale. «Gestire il Festival in piena par condicio? Siamo molto sereni. Sarà una bella prova di equilibrio», commenta Pippo Baudo, conduttore della manifestazione in coppia con Piero Chiambretti. Alla soglia del suo tredicesimo Sanremo, dal 25 febbraio al primo marzo, il presentatore non si scompone all’idea che l’atmosfera pre-elettorale possa influire anche sul festival, che spesso ha fatto da "vetrina" delle tensioni politiche e sociali. Pippo vuole «vivere il Festival come una parentesi all’interno del gioco della campagna elettorale, che sarà sicuramente molto sostenuta e forte. Regalare agli italiani cinque giorni di svago non sarebbe male: proveremo a divertire senza ferire». «Come farò a tenere a freno la verve di Piero Chiambretti?», aggiunge il conduttore, «mon c’è problema: saremo attenti ed oculati ma non silenti. A Sanremo non ci saranno silenziatori». E c’è già chi vocifera, come Dagospia che Silvio Berlusconi e Walter Veltroni potrebbero fare un salto dalle parti di Sanremo... Alessandra Menzani