ItaliaOggi 14 febbraio 2008, Franco Bechis, 14 febbraio 2008
Meno male che Silvio c’è. ItaliaOggi 14 febbraio 2008. Silvio Berlusconi si è fatto l’inno per il nuovo Popolo della libertà
Meno male che Silvio c’è. ItaliaOggi 14 febbraio 2008. Silvio Berlusconi si è fatto l’inno per il nuovo Popolo della libertà. Si intitola «Meno male che Silvio c’è», e ha questo ritornello: «Viva l’Italia, l’Italia che ha scelto di crederci un po’ in questo sogno. Presidente, questo è per te. Meno male che Silvio c’è». A canticchiarlo, oltre a lui che ne è beneficiario, resterà solo il povero Gianfranco Fini, che taglierà in questo modo definitivamente i ponti con un passato di «faccetta nera» che nessuno potrà più rinfacciargli. Non canterà invece Pierferdinando Casini, che ieri ha annunciato la probabile rottura con il centro-destra e l’intenzione di correre da solo con il suo simbolo e il partito che lo detiene: l’Udc. Walter Veltroni, invece, s’allea con Antonio Di Pietro e guadagna qualche chance (...) Proprio nel giorno in cui il ”corro da solo” del Partito democratico ha trovato un compagno di strada non irrilevante come l’ex pm di Mani pulite la scelta di Berlusconi di scaricare Casini, Totò Cuffaro (con cui arischia di aprirsi anche una guerra senza esclusione di colpi in terra siciliana) e Francesco Storace mette a rischio in un solo colpo il vantaggio virtuale che il centrodestra aveva in tutti i sondaggi. Non certo per il voto alla Camera, dove Berlusconi non dovrebbe avere problemi nemmeno in caso di supercampagna elettorale dell’avversario politico. Ma in Senato la partita torna in equlibrio. Secondo i calcoli dell’Udc il Popolo della Libertà con questa decisione rischia il premio di maggioranza in almeno otto regioni. E se- come accade in questi casi- nel dato ci può essere un pizzico di esagerazione, la possibilità che nessuno schieramento abbia la maggioranza assoluta dei 322 senatori (ci sono anche quelli a vita) non è così remota. Un dato che rende ancora meno comprensibile il muro alzato da Berlusconi nei confronti di Casini e del suo partito. Ne ho provato a chiedere spiegazioni allo stesso Cuffaro ieri pomeriggio, che mi ha risposto ”io sono sempre stato il più berlusconiano dell’Udc. Ma onestamente non si è mai aperto uno spiraglio di trattativa in queste ore. A questo punto serenamente andremo da soli, e credo che prenderemo almeno il sei per cento. Non ci crede? Vedrà. Quanto a Savino Pezzotta e gli altri della Rosa bianca, visto che non ce la faranno a raccogliere le firme, chiederanno di entrare nell’Udc. Mantenendo il nostro simbolo, può essere che entrino...”. Alla fine dunque- sia pure solo per fatti personali- l’Udc prende la strada che ha sempre voluto, formando il terzo polo centrista. E la campagna elettorale sarà un po’ più aperta e tutta da seguire... Franco Bechis