Mario Tozzi, La Stampa14/2/2008;, 14 febbraio 2008
Mario Tozzi sui miracoli di Lourdes: «Dall’anno della visione di Bernadette (1858) i miracoli certificati dalla Chiesa di Roma sono stati 65 o 68, ma con una curiosa distribuzione nel tempo: i candidati al miracolo furono circa 1
Mario Tozzi sui miracoli di Lourdes: «Dall’anno della visione di Bernadette (1858) i miracoli certificati dalla Chiesa di Roma sono stati 65 o 68, ma con una curiosa distribuzione nel tempo: i candidati al miracolo furono circa 1.536 dal 1892 al 1917, per scendere solo a 3 nei successivi 18 anni, quando cambiò il responsabile del santuario. Il 40% dei 65 casi miracolosi era relativo alla tubercolosi, malattia un tempo mortifera come oggi il cancro, ma che si è dimostrata controllabile dal sistema immunitario e in cui sono state testimoniate decine di remissioni spontanee (addirittura più numerose lontano da Lourdes). Naturalmente tutto questo non toglie nulla al mistero del miracolo: non è necessario verificare se le guarigioni siano o meno «inspiegabili» per la scienza e sono molti i fenomeni naturali di cui ancora non si comprendono i meccanismi». [28] Mario Tozzi sull’antichissima abitudine di considerare le fonti o le acque, sacre, «una costante dell’Europa e del Medio Oriente, soprattutto lungo i percorsi dello spirito che portavano da Canterbury a Compostela e poi in Palestina passando per Roma. Le Terme di Mosé a Tiberiade e le altri fonti di acqua calda a Gadara, il fiume Giordano, il Mar Morto, le fonti delle antiche foreste della Francia e dell’Italia del Nord, le sorgenti mineralizzate della Toscana e dell’alto Lazio (l’acqua santa di Roma, prima protetta dalla ninfa Egeria) erano tutti riferimenti obbligati per i pellegrini del Medio Evo e presso quelle fonti avvenivano i miracoli più insperati. Le acque calde sanavano i lebbrosi e lenivano la gotta, quelle minerali aiutavano i paralitici e i rachitici, mentre tutti traevano giovamento per polinevriti, glaucomi, tracomi e cecità di vario tipo. Presso le sorgenti più efficaci nascevano veri e propri santuari e ancora oggi cippi e edifici ricordano le virtù taumaturgiche dei vari santi delle fonti» [28].