Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  febbraio 13 Mercoledì calendario

Corriere della Sera, mercoledì 13 febbraio ROMA – Il cattolico credente Antonio Socci voterà per l’ateo devoto Giuliano Ferrara e la sua "Lista per la vita "? "Sì, se si presenterà

Corriere della Sera, mercoledì 13 febbraio ROMA – Il cattolico credente Antonio Socci voterà per l’ateo devoto Giuliano Ferrara e la sua "Lista per la vita "? "Sì, se si presenterà. Per convinzione. E per stima verso Giuliano. Lo ritengo la persona più intelligente d’Italia. Un uomo generosissimo". Forse dice così perché Ferrara, intervistato da Radio Maria, ha definito lei, Socci, il suo "precursore" citando il libro "Il genocidio censurato" sul miliardo di aborti nel mondo. "Ma non è certo solo per questo... C’è un sodalizio che ci unisce. E poi vedo nella Lista per la vita un aspetto straordinario. L’aver ricondotto una questione umanitaria finalmente nelle mani laiche. Il mio libro si apriva con tre citazioni contro l’aborto: Norberto Bobbio, Pier Paolo Pasolini e Gandhi, citato da decenni a sproposito dai radicali... lui, un induista, definiva l’aborto "un crimine" senza mezzi termini". C’è chi avverte intorno alla Lista Ferrara un forte odore d’incenso. Che partirebbe dalle stanze della Cei... "Invece sta accadendo esattamente il contrario. Anche a vederla da un punto di vista squisitamente tattico, alla Chiesa "conviene" appoggiare i singoli candidati a favore della vita in schieramenti diversi. Il modo di porre il problema da parte di Giuliano dovrebbe invece interessare perfino chi è schierato su posizioni filo-abortiste. Penso all’aborto obbligatorio in Cina, a quello selettivo in India. Problemi che riguardano milioni e milioni di donne". Ma così non si mette in discussione un diritto ormai acquisito in tutte le società moderne e democratiche? "La legalizzazione dell’aborto è un portato del pensiero totalitario. Il primo Paese a riconoscere quel diritto fu l’Unione sovietica due anni dopo la rivoluzione d’Ottobre. Seguì la Germania nazista. Poi i Paesi comunisti. Solo negli anni ’70 si arrivò alle democrazie liberali". Le donne del Pd si ribellano: non siamo assassine. "La questione non riguarda le donne. Ma il potere dello Stato di attribuire il diritto alla vita: tu vivi, tu no...". Giuliano Ferrara assicura: avrò anche voti da sinistra. "Penso che abbia ragione. Anche oltreoceano si riflette molto sull’aborto, persino nello stesso mondo femminista. Così accade da noi. Ma il fenomeno fatica a venir fuori". Quella lista otterrà, secondo lei, voti di molti cattolici? "Anche qui, penso di sì. Dopo Giovanni Paolo II e Madre Teresa i cattolici si sono abituati a pensare ai non nati come ai più poveri tra i poveri. Con mezzi minimi, i centri Caritas hanno aiutato 80.000 donne a non abortire. Spesso basta pochissimo: un semplice aiuto materiale, un appoggio psicologico". Uno slogan per la Lista Ferrara? "Vediamo... "Proli di tutto il mondo unitevi". Pensando ai suoi duelli con Benigni: "La vita è bella". Parafrasando Veltroni: "Non si interrompe un’emozione". O Berlusconi: "Più bimbi per tutti". Infine scippando a "il manifesto" la campagna per gli abbonamenti, con la foto del bimbo che dorme: "La rivoluzione russa"". P. Co.