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 2008  febbraio 13 Mercoledì calendario

Corriere della Sera, mercoledì 13 febbraio ROMA – Cosa pensa il professor Alberto Melloni, storico della Chiesa, della "Lista per la vita"? "Un’operazione che non ha molto senso

Corriere della Sera, mercoledì 13 febbraio ROMA – Cosa pensa il professor Alberto Melloni, storico della Chiesa, della "Lista per la vita"? "Un’operazione che non ha molto senso. La Chiesa da sempre ha espresso la sua contrarietà all’aborto. Poi non parliamo di un ente legislativo ma di una comunità "santa e peccatrice", per usare una vecchia formula. Visti i cinque milioni di aborti registrati negli anni in Italia, forse non c’è stata famiglia che non abbia conosciuto questo problema". Qual è stata, secondo lei, la molla che ha spinto Ferrara? "Non è un fenomeno anomalo. Storicamente quasi tutte le destre a corto di idee indossano i paramenti". Viene in mente l’esempio più clamoroso, l’Action Française, il movimento tradizionalista fondato nel 1899 e che gravitava intorno all’omonima rivista uscita fino all’agosto 1944... "Proprio a quel periodo risale il tentativo di trasformare la Chiesa in una componente integrista. Ma come si sa l’atteggiamento della Santa Sede e dell’autorità pontificia in particolare non fu mai indulgente". Infatti si arrivò fino alla condanna del movimento nel 1926 e alla vera e propria scomunica del 1927 che dimezzò la schiera dei simpatizzanti, preoccupati per le conseguenze spirituali. "Infatti la condanna formale della Chiesa fu molto dura. la riprova di una tesi. Tutte le volte che la politica mette in mezzo la Chiesa, c’è di mezzo una debolezza della politica più che i problemi propri della Chiesa. Che è un’arca complessa dove salgono molti animali accoppiati. E di sesso diverso". Oggi potrebbe accadere qualcosa di simile alla furia vaticana contro l’Action Française se Ferrara forzasse la mano? "Non credo. L’Action Française rappresentava un’esperienza tutta particolare, in un momento molto specifico. L’organizzazione e l’esperienza politica del cattolicesimo erano allora molto rudimentali. Oggi viviamo a valle dei partiti cattolici: dopo il naufragio morale in Italia, la sparizione in Francia, la trasformazione in un soggetto pluriconfessionale in Germania. Comunque sia è operazione lecita il cercare di far diventare la Chiesa anima di un neoconservatorismo. Ma così non tiene conto di quanto la platea del cattolicesimo sia vasta, articolata, variegata: ci sono cattolici di destra, di sinistra... Il tentativo di imbrigliarli non credo porterebbe molto lontano ". Eppure Giuliano Ferrara si dice sicuro di prendere voti proprio dalla sponda cattolica, invece... "Qualcuno lo prenderà pure. Ma come lo prenderebbe un qualsiasi altro partito monotematico, monocolore rispetto a una preoccupazione ideologica o etica. Così si fa torto". A chi, professore? "Proprio alla Chiesa. Una delle sue caratteristiche è aver reso un servigio non piccolo al Paese, fabbricando classi dirigenti. Certo non può essere una sua ambizione farsi usare come marchio politico in franchising". Paolo Conti