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 2008  febbraio 13 Mercoledì calendario

Ghiacci mostruosi. Tuttoscienze 13 febbraio 2008. L’Antartide come non l’abbiamo mai vista: iceberg titanici che gemono andando alla deriva, pinguini folli che abbandonano il branco e camminano solitari verso le montagne della Catena Transantartica e verso la morte, la vita crudelissima che si agita sotto la banchisa, i versi surreali delle foche e gli esseri microscopici e più crudeli di «Alien», che vivono sotto i ghiacci del Mare di Ross: è il nuovo film-documentario di Werner Herzog «Incontri alla Fine del Mondo» («Encounters at the end of the world»)

Ghiacci mostruosi. Tuttoscienze 13 febbraio 2008. L’Antartide come non l’abbiamo mai vista: iceberg titanici che gemono andando alla deriva, pinguini folli che abbandonano il branco e camminano solitari verso le montagne della Catena Transantartica e verso la morte, la vita crudelissima che si agita sotto la banchisa, i versi surreali delle foche e gli esseri microscopici e più crudeli di «Alien», che vivono sotto i ghiacci del Mare di Ross: è il nuovo film-documentario di Werner Herzog «Incontri alla Fine del Mondo» («Encounters at the end of the world»). Presentato per la prima volta al Museo del Cinema di Torino, presto sarà in programma nelle sale Usa e in una data ancora da definire sarà trasmesso da Discovery Channel nel resto del mondo. E’ un reportage preciso e visionario, che svela l’essenza del continente di ghiaccio meglio e più di un saggio scientifico. Ecco il maestro del cinema atterrare sulla pista della base statunitense di McMurdo e stupirsi davanti a una città assediata dai ghiacci che sembra una base spaziale, «piena di mezzi cingolati e rumorosi cantieri». La stazione polare – vicino alla quale c’è ancora la baracca del capitano Scott e di Shakleton, costruita nel 1902 – ha il bowling, un bancomat, palestre per l’aerobica e per lo yoga. Durante l’estate australe – osserva Herzog - che va da ottobre a febbraio, «circa mille persone vivono qui, sperimentando una strana condizione: cinque mesi senza notte». Gli aerei possono atterrare sul ghiaccio spesso 2,5 metri del Mare di Ross, la baia più grande del continente, grande quanto il Texas. A un esperto di glaciologia il regista chiede quali siano i suoi sogni: «Sto attraversando la cima dell’iceberg B-15 – risponde - sono alla deriva nell’oceano e sotto i miei piedi sento il brontolio dell’iceberg, il gemito. Riesco a sentire quel suono che sale su per le piante dei miei piedi. Diversamente da Scott e Shakleton – spiega lo studioso - che cento anni fa vedevano il ghiaccio come una sorta di mostro statico che doveva essere attraversato per giungere al Polo Sud, ora possiamo vedere il ghiaccio come un’entità dinamica viva, che produce un cambiamento, come l’iceberg che sto studiando». L’iceberg che studia, il B-15, è più grande dell’Inghilterra; la sua scogliera bianca è alta 50 metri e ha oltre 300 metri di ghiaccio sommersi. L’iceberg è così grande che la sua acqua farebbe scorrere il Nilo per 75 anni. Gli scienziati cercano di capire cosa succederà quando i ghiacci cominceranno a sciogliersi nell’oceano, al di là dell’Antartide. Lo studioso mostra immagini prese dal satellite: «Quelle che vedete sono tre sfumature di grigio. La più chiara è il ghiaccio di mare e questi piccoli pezzi sono iceberg titanici. Questo piccoletto qui non è un iceberg molto grande, paragonato a questi altri, ma potrebbe essere grande quanto la Sicilia». L’Antartide non è un freddo monolite di ghiaccio, ma un essere vivente, che produce cambiamento: «E viene trasmesso al resto del mondo, forse in risposta a ciò che il mondo sta trasmettendo giù all’Antartide». Un biologo, Sam Bowser, descrive le creature che vivono sotto i ghiacci: alcune «ti inghiottirebbero, come blob viscidi più raccapriccianti dei blob fantascientifici». Altre «hanno lunghi tentacoli che ti afferrano e, se cerchi di divincolarti, sei sempre più intrappolato a causa dei tuoi stessi movimenti. E poi, dopo che sei frustrato ed esausto, questa creatura comincia a entrarti dentro e a farti a pezzi. Poi ci sono altri tipi di vermi, con orribili mandibole e fauci e pezzi che servono a squarciarti la pelle. Se ci rimpicciolissimo, sarebbe un posto orribile dove stare». «Lei pensa – chiede Herzog - che la razza umana e altri mammiferi scapparono dall’oceano, strisciando sulla terra per uscirne fuori?». «Sì – risponde Bowser - penso che quella sia stata la forza che ci ha spinti a lasciarci dietro gli orrori, a crescere ed evolverci in creature più grandi per sfuggire a ciò che è orribilmente violento in scala miniaturizzata». Poi Herzog si spinge fuori da McMurdo, in una base dove alcuni studiosi osservano le foche di Weddel: «Se cammini sul ghiaccio – dicono - puoi sentire il tuo cuore battere e il ghiaccio incrinarsi, come se qualcuno camminasse dietro di te. Ma è solo il ghiaccio, sono piccole incrinature di tensione, che si muovono sempre, perché siamo sull’oceano... e potete sentire le foche, il loro verso, sbalorditivo. Fanno suoni inorganici, sembrano i Pink Floyd». Herzog descrive silenzi sovrumani e tempeste spaventose, filma l’orlo fumante del Monte Erebus (vulcano attivo alto 3800 metri), intervista la strana gente che vive a McMurdo, microcosmo di biologi, etologi, cacciatori di neutrini, lavoratori part-time, autisti di autobus e manovali, persone reali ma anche «sognatori professionisti». E anche dei pinguini offre un originale: «Ho letto che esistono pinguini gay», chiede a un etologo, sconcertandolo. «Esiste qualcosa come la pazzia tra i pinguini? Potrebbe impazzire perché ne ha abbastanza della colonia?». «Non ho mai visto un pinguino sbattere la testa contro una roccia – risponde lo studioso -. Ma alcuni diventano disorientati. Finiscono in posti dove non dovrebbero essere, lontani dall’oceano». Carlo Grande