Varie, 14 febbraio 2008
Ripalta Di Francesco, 41 anni. Originaria di Matera, moglie del macedone Kerim Gunar di anni 42, madre di un ragazzo di 14 anni, viveva a Milano nelle case popolari del quartiere Stadera
Ripalta Di Francesco, 41 anni. Originaria di Matera, moglie del macedone Kerim Gunar di anni 42, madre di un ragazzo di 14 anni, viveva a Milano nelle case popolari del quartiere Stadera. La famigliola a detta dei vicini era «normale e ben integrata», in realtà tra i coniugi l’amore era finito da tempo e la donna, di recente, aveva comunicato al consorte che intendeva lasciarlo. Domenica sera i due parcheggiarono l’auto lungo il Naviglio Pavese, d’un tratto scoppiò una lite, lei spaventata uscì dalla macchina e prese a correre lungo l’argine, lui la raggiunse, l’afferrò per i capelli, le spinse la testa sotto l’acqua gelata, e la trattenne giù finché la donna non smise di dimenarsi. Un tassista vedendo la scena si gettò nel Naviglio e lottò col macedone per salvare la Di Francesco che però non si vedeva già più, trascinata via dalla corrente (la recuperarono ancora viva i carabinieri mentre decine di passanti, urlando «lasciatelo a noi quel bastardo», riempivano di calci e pugni il macedone che nel frattempo s’era buttato in acqua, aveva raggiunto a nuoto l’altra sponda, e farneticava frasi senza senso). Serata di domenica 10 febbraio in via Chiesa Rossa, pochissime case e lunghi campi punteggiati di baracche d’immigrati nella periferia sud di Milano.