La Stampa 13 febbraio 2008, FRANCESCO SEMPRINI, 13 febbraio 2008
Buffett mette in salvo le Borse. La Stampa 13 febbraio 2008. L’oracolo di Omaha ci mette lo zampino e a Wall Street fioccano gli acquisti
Buffett mette in salvo le Borse. La Stampa 13 febbraio 2008. L’oracolo di Omaha ci mette lo zampino e a Wall Street fioccano gli acquisti. In una delle giornate più fredde dell’anno per New York dove la colonnina di mercurio è scesa dieci gradi sotto lo zero, a riscaldare gli animi ci ha pensato il finanziere Warren Buffett offrendo aiuto agli assicuratori di titoli obbligazionari, le ultime vittime illustri della crisi dei mutui facili. La voce dell’oracolo è musica per le orecchie degli investitori che diventa sinfonia quando si affianca quella del segretario al Tesoro Henry Paulson nel presentare un nuovo piano salvagente per chi non riesce più a pagare il mutuo e rischia il pignoramento della propria casa. Le novità arrivano di buon mattino a Wall Street quando il numero uno di Berkshire Hathaway nel corso di un’intervista in tv dice che correrà in aiuto di Ambac Financial Group, Mbia e Financial Guaranty Insurance - le principali società di assicurazione dei bond - offrendo un servizio di riassicurazione per un valore di 800 miliardi di dollari in obbligazioni municipali, ovvero titoli emessi da enti locali, come i comuni. La riassicurazione, precisa il guru degli investimenti, garantirà però solo questa categoria di bond e per i quali chiederà una commissione pari a una volta e mezza il valore del premio sulla rimanente vita del titolo. Sono esclusi pertanto gli strumenti finanziari più rischiosi, anche perché, «sono un uomo d’affari non un benefattore - scherza Buffet - non è che quando mi presenterò da San Pietro pretenderò di entrare solo perché ho fatto questo». Tuttavia il salvagente offerto dal presidente di Berkshire è un aiuto importante, specie dinanzi alla prospettiva di un abbassamento del rating di tripla A dei bond assicurativi. Lo scenario di una revisione del giudizio è devastante perché a farne le spese sarebbe l’intero comparto delle obbligazioni, che conta 2.400 miliardi di dollari di titoli coperti da garanzie. Nonostante il rifiuto di uno dei tre operatori (sembrerebbe trattarsi di Mbia) e l’esitazione degli altri due, l’annuncio ha scatenato una raffica di acquisti che hanno permesso al Dow Jones di chiudere in rialzo dell’1,09%, mentre il Nasdaq è rimasto invariato. A sostenere gli alti volumi di contrattazione è stato inoltre l’annuncio del Project Lifeline, il piano governativo che introduce una moratoria di un mese sui pignoramenti di case in attesa della rinegoziazione del mutuo, e che coinvolge alcuni tra i più grandi gruppi bancari come Bank of America, Citigroup, Countrywide Financial, J.P. Morgan Chase, Washington Mutual e Wells Fargo. Potranno accedervi non soltanto i titolari di mutui a minor rischio insolvenza, ma anche quelli che hanno contratto un prestito alt-A e un subprime, cioè coloro ai quali sono state applicate rate molto alte. «Per tante famiglie Project Lifeline bloccherà il processo di pignoramento dell’immobile abbastanza a lungo per trovare una via d’uscita», avverte il segretario per lo Sviluppo urbano Alphonso Jackson che ha presentato il progetto con Paulson. Tuttavia il capo del Tesoro ha precisato che «il piano fornirà elusivamente soluzioni a problemi individuali, e non rappresenta un rimedio assoluto agli errori del passato». Project Lifeline si affianca così a Hope Now, l’altro programma governativo presentato lo scorso dicembre dall’amministrazione Bush per fronteggiare la crisi dei mutui, e che prevede tra le misure il congelamento dei tassi di interesse sino a cinque anni. Un piano che ha già sortito importanti effetti, ammettono gli istituti finanziari, avendo aiutato circa 545 mila clienti. FRANCESCO SEMPRINI