varie, 14 febbraio 2008
DE
DE FILIPPI Giuseppe Roma 17 settembre 1964. Giornalista. Del Tg5. «Se fossi un tipo vendicativo agirei così. Dovendomi occupare del Tg5 comincerei a scrivere che quel Giuseppe De Filippi è un conduttore ingessato, uno che suscita poca simpatia. Così, senza troppo spiegare. Poi, un’altra volta, insinuerei il dubbio che il distacco che separa il Tg5 dal Tg1 è anche colpa dei conduttori alla De Filippi. E avanti così, con qualche allusione malevola. Di cosa devo vendicarmi? Tempo fa, sotto la direzione di Carlo Rossella, De Filippi ha confezionato un servizio con durissimi attacchi alla collega Maria Volpe e al sottoscritto, rei di aver commentato i primi dati sull’ascolto delle reti satellitari. La colpa? Di aver scritto che certi numeri si pesano e non si contano, che il pubblico della pay può essere più interessante per i pubblicitari di quello della generalista. Logica, del resto, praticata da Mediaset stessa quando ha introdotto la nozione di target commerciale. Ma lasciamo perdere i dettagli tecnici. Potrei ora vendicarmi analizzando il pubblico del digitale terrestre (che immagino non foltissimo) e far rimangiare a De Filippi tutte le accuse. La cosa che mi aveva colpito era la violenza del servizio e la sproporzione dello scontro: solo in un paese provinciale come il nostro succede che un importante tg riservi in prima serata un attacco durissimo a un critico reo di aver interpretato alcuni dati. Immagino che la colpa principale di De Filippi sia quella di essere troppo zelante, più realista del re. In origine il servizio era molto più duro (terminava con la mia povera faccina, esposta alle reprimende del conduttore) poi, poco prima della messa in onda, è stato un po’ sfumato (al posto della mia faccia è comparsa la testata del Corriere). Se a De Filippi capiterà ancora di tenere un corso in qualche università, mediti sulla vicenda. E se da me riceverà elogi o critiche non sarà certo per questa sua infelice sortita» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 14/2/2008).