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 2008  febbraio 10 Domenica calendario

Catalogo delle arrampicatrici. Il Sole 24 ore 10 febbraio 2008. Malgrado la sua apparente novità, l’incantevole, imprevedibile Carla Bruni è l’ultima incarnazione di una dinastia di donne belle e determinate che ha sedotto alcuni degli uomini più illustri e potenti della storia di Francia

Catalogo delle arrampicatrici. Il Sole 24 ore 10 febbraio 2008. Malgrado la sua apparente novità, l’incantevole, imprevedibile Carla Bruni è l’ultima incarnazione di una dinastia di donne belle e determinate che ha sedotto alcuni degli uomini più illustri e potenti della storia di Francia. La prima è l’Arrampicatrice, Madame de Maintenon, che aveva debuttato sposando uno scrittore storpio dissoluto quanto famoso, Scarron. «Preferisco sposare un invalido che andare in convento», aveva sintetizzato brutalmente. Con il suo garbo e l’aria virtuosa era riuscita a farsi mantenere da vari uomini e a stringere un’amicizia saffica con una rinomata cortigiana, Ninon de Lenclos, senza intaccare la propria fama. «Sarei stata capace di fare e di sopportare qualsiasi cosa pur di far parlare bene di me». Ma il suo colpo magistrale fu la seduzione del maturo Re Sole, condotta con un mezzo insolito: la virtù, o meglio la sua apparenza. Presto da governante dei bastardi del re era diventata la sua onnipotente moglie morganatica. Ansiosa di fare dimenticare il turbinoso passato galante e di tenere Luigi XIV lontano dalle tentazioni, fece calare sulla corte una pesante cappa di bigotteria. Un giorno tuttavia, la Maintenon, osservando i pigri movimenti delle carpe nelle acque trasparenti nel giardino di Marly, aveva confessato: «Sono come me, rimpiangono il loro fango». La Fulminea. Il grande storico Jules Michelet aveva ricevuto un’interessante lettera da una maestrina di provincia, Athénais Mialaret. Ventunenne, isolata dal mondo, gli chiedeva consiglio. Turbato e impaurito, lo storico cinquantenne la scoraggiò. Athénais si ritrasse nel nulla. L’uomo, piccato, le scrisse ancora e la ragazza rispose. Poco dopo gli annunciò il suo arrivo a Parigi. Intimorito, Michelet cercò invano di dissuaderla. Se la trovò in casa, pallidissima e fragile, interamente vestita di nero. Ascoltò affascinato la sua voce energica esporgli i suoi piani. Poi, congedandola, le posò sulle spalle il lungo mantello nero, foderato di una seta rosa come il fiore sul cappello. Venti giorni dopo erano fidanzati. Pochi mesi dopo erano sposati. La Tempista. «Ah, se avessi saputo che bastava dirgli di no per farsi sposare!», gemevano le rivali sconfitte della bellissima contessa spagnola Eugenia de Montijo, che aveva saputo resistere all’insaziabile Napoleone III fino a farlo capitolare. La Spudorata. Molto prima di Carla Bruni, Kiki di Montparnasse non aveva problemi a esibire il suo corpo, ma quando sulla scena comparve Man Ray si fece pregare per farsi fotografare nuda. Poi accondiscese simulando una viva timidezza. Il resto è storia. La Trasformista. Liane de Pougy veniva come Carla Bruni da un’ottima famiglia. Aveva esercitato con svogliata abilità il mestiere di grande cortigiana, alternandolo a brucianti passioni lesbiche. Ma la sua vita era cambiata quando aveva sedotto e impalmato il nobilissimo principe Ghika. «Non ti tradirò mai... con un uomo», fu la sua promessa. Un matrimonio affollato di amanti condivise e turbinosamente durato fino alla morte del principe, quando Liane aveva optato per il più potente degli amanti, Dio, facendosi suora. L’Ostinata. Con la nipote dello zar, la mannequin Natalie Paley, in esilio a Parigi dopo la Rivoluzione bolscevica, Carla Bruni ha in comune l’ostinazione verso le celebrità. Solo che la Paley, una gelida bellezza russa, propendeva decisamente per gli omosessuali di fama. Era riuscita a farsi mettere incinta da Jean Cocteau, ma, non fidandosi della sua costanza, aveva abortito. La Determinata. La pittrice polacca Tamara de Lempicka aveva le idee chiare: «Le regole dei comuni mortali non si applicano a me». Sapeva dove nasceva la sua arte. «Per ispirarmi ho bisogno di uscire la sera con un uomo attraente. E ne ho tanti...». Ma non disdegnava assolutamente le donne. Contro di lei non potè nulla l’irruente ballerina spagnola amante del barone Raoul Kuffner. Tamara la ritrasse nuda e sgraziata, prima di rubarle il barone che avrebbe poi sposato. La Collezionista. Irresistibile, bruna e straniera come Carla, la contessa romena Marthe Bibesco fu immortalata da Boldini. Tra le due guerre a Parigi si diceva «essere romeni è una professione», alludendo alla loro nota seduttività. Marthe prediligeva i potenti, dai generali ai ministri, ma non disdegnò neppure l’abate Mugnier, cappellano dell’alta società francese. L’Infedele.L’incantevole Louise de Vilmorin aveva già avuto negli anni Trenta un flirt con André Malraux, bruscamente troncato da un tradimento della volubile Louise. Prima di lasciarla però Malraux le aveva annunciato: « con te che finirò la mia vita». Nel 1966 la profezia si avverò. Louise era affascinata dalla incandescenza interiore, dall’audacia ideologica e dalla capacità di tradurre immediatamente le idee in azione di Malraux, figura di punta della politica e della cultura francese. «Non esitava a compromettersi, era integro, franco». Se l’era portato a vivere nel castello di famiglia e proclamava orgogliosa: «Oui, je suis Marilyn Malraux!». Giuseppe Scaraffia