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 2008  febbraio 11 Lunedì calendario

Dai clandestini «dote» di 2,5 miliardi. Il Sole 24 ore 11 febbraio 2008. Invisibili, li chiamano spesso

Dai clandestini «dote» di 2,5 miliardi. Il Sole 24 ore 11 febbraio 2008. Invisibili, li chiamano spesso. Ma se il Fisco e l’Inps – come per magia – potessero vederli, incasserebbero 2,55 miliardi di euro tra contributi previdenziali (1,96 miliardi) e gettito fiscale (582 milioni). questa la somma che si potrebbe recuperare per l’anno fiscale 2008, regolarizzando circa 480mila extracomunitari esclusi dall’ultimo decreto flussi (170mila posti e il quadruplo di domande: si vedano i calcoli qui fianco e sopra). Il dato è stato stimato dal Sole 24 Ore del lunedì e dimostra una volta di più il valore della risorsa immigrati. In questo caso, poi, la magia sarebbe relativamente semplice: un decreto bis, con il quale mettere in regola – e dunque rendere visibili – i lavoratori stranieri che sono rimasti tagliati fuori dal decreto, ma vivono e lavorano in Italia da clandestini. Il decreto flussi bis Il provvedimento di "regolarizzazione" - forse impopolare sul fronte sicurezza - è però spinto, oltre che da migliaia di colf, badanti e operai stranieri, dai sindacati e dalle famiglie e imprese italiane interessate: secondo il ministero dell’Interno, nell’ultimo mese sono state presentate altre 4mila domande per i flussi, portando il totale a 701mila. «Un atto comunque va fatto - concorda il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, - perché tra un anno e mezzo la situazione degli immigrati sarebbe ancora peggiore di oggi». In base alla legge, gli extracomunitari di cui il datore di lavoro chiede l’assunzione dovrebbero trovarsi all’estero. Di fatto, l’esperienza passata e le stime degli osservatori – variabili dall’80% dell’Ismu al 90% e oltre dei sindacati – dimostrano che la stragrande maggioranza di loro è già in Italia. «Nove volte su dieci si tratta di persone che vivono e lavorano nel nostro Paese», spiega Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil. «C’è quindi un doppio problema – prosegue ”: da una parte il lavoro sommerso e la mancata contribuzione all’Inps, dall’altro le minori entrate nelle casse del Fisco italiano. Lo Stato sta rinunciando a tantissime risorse». Risorse che - come detto - si possono stimare in 1,96 miliardi di contributi (di cui 1,58 miliardi a carico dei datori di lavoro) e in 582,5 milioni di Irpef (di cui 75,7 di addizionali regionali e 27 di comunali). I numeri Nel calcolo del Sole 24 Ore del lunedì, il "tesoro" degli invisibili è stato ricostruito partendo dalle retribuzioni medie, cui sono stati applicati i carichi contributivi e fiscali (si veda la scheda accanto per i dettagli). La difficoltà maggiore è stata stimare il reddito. Ad esempio, gli ultimi dati Inps sul lavoro domestico indicano per il 2004 una retribuzione annua di 4.860 euro. Come dire: 400 euro al mese. Ma uno stipendio così basso, come rileva lo stesso istituto nel «II Rapporto su immigrati e previdenza negli archivi Inps», potrebbe derivare dal «fatto che gli interessati non hanno lavorato per l’intero arco dell’anno (…) o non hanno sempre lavorato in condizioni di regolarità contrattuale». Al contrario, le stime delle retribuzioni reali arrivano a valori molto più alti. E lo confermano le ultime rilevazioni dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità della Regione Lombardia (che saranno presentati a marzo), secondo cui lo stipendio medio di una colf è di circa 870 euro netti al mese, mentre una badante arriva a 820 euro. E gli importi crescono se si analizzano le retribuzioni degli operai edili, che guadagnano anche 1.300 euro al mese. «Tuttavia – avverte Laura Zanfrini, responsabile del settore lavoro dell’Ismu – bisogna sottolineare che queste sono le cifre relative alla Lombardia: la media italiana viaggia su importi leggermente inferiori». Il ritorno al sommerso La differenza tra redditi reali e redditi dichiarati dimostra ancora una volta la necessità di favorire l’emersione del sommerso. Tuttavia, analizzando gli effetti di un eventuale decreto bis, occorre sottolineare il rischio che i benefici siano temporanei. Di fatto, spesso accade che i contributi e le imposte siano versati in modo completo solo nella prima fase dopo la regolarizzazione o in occasione del rinnovo del permesso di soggiorno. Tant’è vero che negli ultimi negli ultimi tre anni quasi 80mila colf e badanti sono scomparse dagli archivi dell’Inps (e non certo perché abbiano lasciato l’Italia). Per evitare questo «ritorno al sommerso», l’Inps ha recentemente lanciato una campagna informativa contro il lavoro nero. E a questo proposito, Laura Zanfrini avverte: «Prima di aprire le porte con un nuovo decreto è necessario organizzare un monitoraggio sugli stranieri già regolarizzati per verificare che continuino a lavorare e a pagare contributi e tasse». Cristiano Dell’Oste Francesca Milano