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 2008  febbraio 11 Lunedì calendario

Ma la produttività non dipende dal carico di lavoro. Il Sole 24 ore 11 febbraio 2008. Come ormai molti sanno, il problema dell’eccessiva durata dei nostri processi, se non risolto, rischia di metterci al bando in Europa e anche di aprire falle imprevedibili nel bilancio dello Stato, a causa dei risarcimenti da corrispondere a coloro che dalle lungaggini della nostra giustizia escono danneggiati

Ma la produttività non dipende dal carico di lavoro. Il Sole 24 ore 11 febbraio 2008. Come ormai molti sanno, il problema dell’eccessiva durata dei nostri processi, se non risolto, rischia di metterci al bando in Europa e anche di aprire falle imprevedibili nel bilancio dello Stato, a causa dei risarcimenti da corrispondere a coloro che dalle lungaggini della nostra giustizia escono danneggiati. Per questo, i dati che vengono qui presentati sono di grande interesse. Si tratta certo di dati aggregati, che mettono insieme procedimenti anche molto differenti fra loro, ma sono un ottimo punto di partenza, anche perché si riferiscono a tribunali di dimensioni medio-grandi, quelli che si trovano nelle città sede di Corte d’appello. Non ci sono quindi i cosiddetti "tribunalini", quelli con meno di 15-20 magistrati, che di solito sono quelli dove la produttività è necessariamente inferiore. Le fortissime differenze negli organici dei vari tribunali – specie rispetto ai bacini d’utenza – non sembrano avere giustificazioni razionali, che non siano quelle di situazioni ereditate dal passato o di scelte dettate da interessi particolaristici. Quello che però colpisce di più è la fortissima differenza nella produttività degli addetti: magistrati e personale amministrativo. Così, se a Perugia un magistrato in media risolve più di 1.000 procedimenti, a Caltanissetta un suo collega ne riesce a smaltire meno di un quarto, percentuale che ritroviamo simile anche per il personale amministrativo. In realtà, la situazione è probabilmente peggiore perché i dati si riferiscono al personale previsto dagli organici e non a quello effettivamente in servizio. Ora, si sa che, almeno per il personale amministrativo, gli uffici del centro-nord sono di solito fortemente sguarniti. recentissima la denunzia della grave situazione degli agenti di custodia delle carceri: è quindi probabile che anche per gli uffici giudiziari le cose siano più o meno le stesse. Un altro aspetto da segnalare è che l’efficienza degli uffici non sembra dipendere granché dal carico di lavoro. Infatti, se prendiamo come indicatore la capacità di smaltire il carico di casi sopravvenuti, vediamo che fra gli uffici che riescono a smaltire tutto il carico – e magari a intaccare l’arretrato – ce ne sono di quelli con un numero di procedimenti per magistrato molto elevato – come Perugia e Trento – così come quelli con un carico abbastanza basso, come Sassari e Palermo. Al contrario, fra gli uffici in difficoltà – nel senso che non riescono a definire un numero di casi pari o superiore a quelli sopravvenuti – ci sono sì uffici come Ancona e Brescia – che devono fare fronte a un carico piuttosto alto – ma anche Catanzaro e Caltanissetta, che presentano un numero di casi per magistrato pari alla metà o addirittura a un quarto di quello degli altri due. Differenze di produttività così elevate meritano senz’altro un approfondimento, per verificare la presenza di fattori particolari o anche per verificare l’attendibilità dei dati. Ci dicono anche che non tutti gli uffici giudiziari sono uguali. Non solo perché alcuni vengono privilegiati nell’assegnazione delle risorse, ma anche perché alcuni sono molto più efficienti di altri. In altre parole – salvi sempre i doverosi accertamenti – ci sono uffici che sono, almeno relativamente, ben gestiti e altri che invece non lo sono. Non è un punto da poco perché, se tutti gli uffici giudiziari avessero livelli di produttività simili a quelli che si trovano nella parte alta delle nostre classifiche, probabilmente molti dei problemi della nostra giustizia sarebbero, se non proprio risolti, almeno in via di soluzione. Del resto, come ci ha confermato, da ultimo, il rapporto della commissione tecnica per la Finanza pubblica – autorevolmente ripreso dal Presidente Carbone nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario – le risorse che l’Italia spende per l’amministrazione della giustizia non sono enormi, ma neanche trascurabili: in realtà, non sono troppo diverse da quelle della maggior parte dei Paesi europei. Il punto cruciale sta quindi nell’adoperarle meglio. I dati che abbiamo visto dicono che già oggi ci sono uffici molto più efficienti di altri: di questo si dovrebbe tener conto sempre di più, soprattutto in occasione della nomina dei capi. Carlo Guarnieri