Il Sole 24 ore 11 febbraio 2008, Gerardo Pelosi, 11 febbraio 2008
Un bosco di 44 alberi per ogni italiano. Il Sole 24 ore 11 febbraio 2008. Non si direbbe proprio, a giudicare dall’inarrestabile avanzata del cemento e dall’aumento degli incendi colposi e dolosi che ogni estate devastano ettari ed ettari di boschi (solo l’anno scorso quasi 70 mila ettari)
Un bosco di 44 alberi per ogni italiano. Il Sole 24 ore 11 febbraio 2008. Non si direbbe proprio, a giudicare dall’inarrestabile avanzata del cemento e dall’aumento degli incendi colposi e dolosi che ogni estate devastano ettari ed ettari di boschi (solo l’anno scorso quasi 70 mila ettari). Eppure l’Italia continua ad avere un "cuore verde" che si allarga sempre di più. Secondo il Corpo forestale dello Stato dall’86 ad oggi la superficie boschiva è aumentata da 8 milioni a 10,5 milioni milioni di ettari, ossia un terzo del territorio nazionale. in corso da parte di centri di ricerca specializzati del ministero delle Politiche agricole e forestali un complesso meccanismo di calcolo per stabilire nel dettaglio quanti alberi crescono nel Belpaese. Si va dai boschi cedui dell’Appennino alle foreste delle zone montane. I dati non sono ancora ufficialmente disponibili ma, sulla base delle prime stime, con una media di 250 alberi ad ettaro, si sarebbe passati dai 2 miliardi di alberi di venti anni fa a 2 miliardi e 625 milioni attuali. In pratica, 44 alberi per ogni italiano. Un segnale più che positivo sul fronte della lotta ai gas serra perché l’attività fotosintetica svolta dalla vegetazione permette la cattura di CO2 e il suo stoccaggio nelle strutture legnose. Ma c’è di più: il protocollo di Kyoto, che obbliga tutti i Paesi firmatari ad abbattere i livelli di CO2, prevede la possibilità di portare a proprio credito la quantità di carbonio stoccata nelle foreste. Per l’Italia la quantità di carbonio che può essere quantificata nel settore forestale è pari circa a 25 milioni di tonnellate di CO2 nel raggiungimento degli impegni previsti contribuendo a rendere la "bolletta di Kyoto" meno pesante per 2 miliardi di euro. questo il risultato di un lavoro di monitoraggio sulle foreste nazionali mediante l’inventario dei serbatoi forestali di carbonio messo a punto dal Corpo forestale dello Stato con la collaborazione del consiglio per le ricerche in agricoltura (Cra-Mpf) di Trento. Il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro spiega perché i boschi stanno crescendo. «Fino agli anni ’50 e ’60 – osserva De Castro – c’era fame di terra da destinare alla semina; si bonificava terra paludosa oppure si conquistavano terreni nelle zone di montagna; con lo sviluppo economico e l’abbandono di molte terre il bosco ha ripreso il sopravvento». Continua u pagina 4 Un patrimonio da tutelare che è sotto il controllo degli 8.500 uomini del Corpo forestale e dei 1.500 operai («ma niente a che vedere con gli operai regionali della Calabria al centro di recenti polemiche», spiega Cesare Patrone, capo da tre anni del Corpo. Un’attività quella del quinto Corpo di polizia del Paese – dopo Polizia, Carabinieri, Finanza e Polizia penitenziaria – che ha 185 anni di vita e si è ormai specializzata nei reati ambientali e nel coordinamento delle forze antincendio. «Oltre a tutto questo – aggiunge il ministro De Castro – il Corpo ha una sua precisa connotazione di polizia agroalimentare grazie ai mille uomini dell’Ispettorato controllo qualità (l’ex ispettorato repressione frodi ) e risultati importanti testimoniati dalla forte riduzione delle frodi comunitarie». Un Corpo a forte connotazione tecnica e territoriale, come tiene a sottolineare l’ingegnere Patrone. «Tra i nostri compiti – osserva – c’è la tutela alla biodiversità nelle riserve e nei parchi nazionali e i compiti di sorveglianza negli scali marittimi e aerei per le specie protette dalla convenzione di Washington, anche perché dopo i traffici di droga e armi, le importazioni illegali di piante e animali protetti rappresentano la terza voce dei traffici illeciti». Un’attività in crescita, come dimostrano i dati sugli interventi effettuati nel corso dell’anno passato. I reati accertati dal personale del Corpo forestale sono passati dai 13.172 del 2006 a 19.319 del 2007, con un aumento del 46 per cento. Le persone denunciate sono state 11.445 contro le 9.660 dell’anno precedente e i sequestri penali quasi 4mila rispetto ai 3.396 del 2006. I settori in cui si è registrato il maggior incremento di reati sono stati gli incendi (+93,8%), le discariche e i rifiuti (+50,7%), la tutela della flora (+49,4%), gli inquinamenti (+36,2%), la tutela della fauna (+19,1%) e la tutela del territorio (+18,4%). I settori in cui si è registrato un aumento degli illeciti amministrativi sono stati le discariche (+57,4%), gli incendi (+50,6%), gli inquinamenti (+30,7%), mentre le frodi all’Unione europea sono diminuite del 17,7 per cento. Per quanto riguarda il numero dei controlli si è registrato un aumento del 2,2%: da 836.523 a 854.657. L’azione di prevenzione si è concentrata in quei settori della criminalità ambientale a maggiore allarme sociale, ove più grande è la richiesta di sicurezza, come traffici di rifiuti, inquinamenti e incendi. E per quanto riguarda gli incendi, il 2007 è stato un anno nero, con vittime e danni gravissimi dovuti anche al fatto che i roghi hanno interessato strutture urbane ed edifici. Complessivamente nel 2007 la Forestale, anche attraverso il Nucleo investigativo antincendi boschivi (Niab), ha indagato su ben 9.694 incendi, che hanno percorso 143.449 ettari, di cui 69.439 boschivi. Rispetto allo stesso periodo del 2006, quando i roghi erano stati 5.032, si è assistito a un aumento del 70 per cento. In vistosa crescita anche la superficie interessata dalle fiamme, passata da 39.886 ettari a 143.449. Nonostante questo, però, l’Italia è sempre più verde. Gerardo Pelosi