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 2008  febbraio 13 Mercoledì calendario

La grande fuga dal porto di Genova. La Repubblica 13 febbraio 2008. Travolto da un´inchiesta giudiziaria che ha portato all´arresto del presidente dell´authority (ora ex) Giovanni Novi, il primo porto d´Italia fa i conti con la paralisi che ha colpito tutte le attività di esportazione del terminal container di Genova-Voltri, praticamente ferme da venti giorni per il blocco del nuovo sistema informatico

La grande fuga dal porto di Genova. La Repubblica 13 febbraio 2008. Travolto da un´inchiesta giudiziaria che ha portato all´arresto del presidente dell´authority (ora ex) Giovanni Novi, il primo porto d´Italia fa i conti con la paralisi che ha colpito tutte le attività di esportazione del terminal container di Genova-Voltri, praticamente ferme da venti giorni per il blocco del nuovo sistema informatico. Un danno d´immagine e di sostanza, che spinge le compagnie armatoriali a spostarsi in altri porti e induce le categorie economiche più direttamente legate al territorio portuale (agenti marittimi, spedizionieri, autotrasportatori, commercianti con l´estero) a far scattare denunce e richieste di danni che già sfiorano i cento milioni di euro. Non solo. La stessa autorità portuale, con il nuovo presidente Luigi Merlo, si è appena aggiunta all´elenco delle citazioni e, cosa ancor più importante, riflette sull´ipotesi di revocare la concessione al titolare del terminal, la Port authority di Singapore (Psa), niente meno che uno dei più grandi terminalisti marittimi mondiali, in grado di movimentare nei suoi terminal sparsi per il mondo quasi sessanta milioni di teus (il teu è l´unità di misura del container pari a un pezzo da venti piedi). Così, mentre la notizia dell´arresto di Novi tiene ancora banco nel mondo dello shipping - al pari delle nuove indagini sui soldi versati ai camalli della Compagnia Unica e contestati dai magistrati - lo scalo genovese rischia nuovamente di finire emarginato dalle grandi correnti di traffico internazionale che dall´Oriente, attraverso Suez, entrano nel Mediterraneo con il loro carico di container prima di uscire da Gibilterra. Milioni di cassoni colorati, su cui si confrontano i grandi scali del Sud Europa, si muovono sulle grandi navi giramondo in cerca di approdi sicuri e, cosa ancor più importante, di reti logistiche efficienti capaci di spostare rapidamente la merce su strade e ferrovie. Candidata naturale al business, forte di una movimentazione complessiva di quasi sessanta milioni di tonnellate di merce e poco meno di due milioni di teus, Genova si è però improvvisamente scoperta fragile nei suoi centri nevralgici: l´autorità portuale, l´ente pubblico incarico della regia, della programmazione e del controllo del territorio, e il terminal container di Voltri, un milione di pezzi movimentati lo scorso anno e una proprietà passata fin dal 2000 dalla Fiat (che l´aveva costruito e gestito dal ”94) alla Psa. A mettere in ginocchio la controllata italiana del colosso asiatico è stato poco dopo la metà di gennaio il nuovo sistema informatico "Cosmos", già sperimentato con successo nei terminal Psa di Anversa e di Zeebrugge, e introdotto a Voltri proprio con l´obiettivo di velocizzare la movimentazione e la gestione dei container per raggiungere nell´arco di pochi anni il traguardo dei due milioni di container. Peccato che, una volta inserito, il "Cosmos" si sia bloccato, paralizzando di colpo tutta l´attività di esportazione dei container. Per un terminal che viaggia poco distante dai centomila pezzi al mese, trovarsi al di sotto della metà è un danno non indifferente. Ma a pagare un conto salato sono anche gli armatori, che ora spostano le loro navi negli altri terminal, le società di autotrasportatori costrette a tenere fermi tir e uomini, e le case di spedizioni, rappresentanti della merce. Proprio trasportatori e spedizionieri stanno mettendo a punto altrettante "class action" per un risarcimento dei danni subiti e stimabili, fino a oggi, attorno ai cento milioni di euro per il solo comparto genovese. Il blocco è destinato a durare ancora, almeno fino all´inizio della prossima settimana. Poi si dovrà smaltire tutta l´attività pregressa e quindi i tempi per il ritorno alla normalizzazione si allungheranno ancora. Fino a quando? L´interrogativo è diventato la prima emergenza del nuovo presidente dell´authority genovese Luigi Merlo, che per la riorganizzazione dell´ente ha chiesto l´aiuto di figure istituzionali di alto livello come Fernanda Contri, già ministro e membro del Csm, Michele Marchesiello, ex presidente della VI sezione del tribunale di Genova e Tullio Russo, dirigente generale del ministero delle Infrastrutture. L´obiettivo è ridare immediatamente credibilità all´ente titolare del governo del territorio portuale, su cui si innesta il cuore economico della città. Ma in parallelo, lo stesso Merlo intende affrontare e risolvere quanto prima le emergenze operative dello scalo, cominciando appunto da Voltri. Anche a costo di rimettere in discussione la concessione al terminalista privato. L´authority, infatti, ha subito avviato la procedura per chiedere un risarcimento danni al Vte per il blocco della movimentazione dei container. I motivi, spiegati per lettera all´amministratore delegato Van Mossevelde, sono «danni all´immagine del porto e dell´ente anche per la diminuzione del gettito fiscale derivante dal calo dei traffici». Elementi che inducono a riesaminare le carte della concessione. «Faremo un accertamento sulla regolarità, l´efficienza e la sicurezza del servizio e porteremo i risultati all´esame della prossima riunione del Comitato Portuale per il pronunciamento di merito». MASSIMO MINELLA