Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  febbraio 13 Mercoledì calendario

Banca di Roma condannata a Cirio 300 milioni per Eurolat. La Repubblica 13 febbraio 2008. Banca di Roma, già Capitalia e ora gruppo Unicredit, dovrà restituire subito 223 milioni di euro a Cirio spa, l´ex società di Sergio Cragnotti finita in bancarotta

Banca di Roma condannata a Cirio 300 milioni per Eurolat. La Repubblica 13 febbraio 2008. Banca di Roma, già Capitalia e ora gruppo Unicredit, dovrà restituire subito 223 milioni di euro a Cirio spa, l´ex società di Sergio Cragnotti finita in bancarotta. A stabilirlo è stato il Tribunale civile di Roma che in primo grado ha condannato la banca allora guidata da Cesare Geronzi a restituire quei crediti concessi alle società estere del gruppo Cragnotti e tornati invece nelle casse della banca attraverso la Cirio spa con la vendita di Eurolat alla Parmalat di Calisto Tanzi. Se la cavano, invece, senza dover sborsare nemmeno un quattrino sia la Popolare di Lodi, ai tempi guidata da Gianpiero Fiorani, sia Banca Intesa che allora operava con il marchio della Banca commerciale italiana. La vicenda risale agli inizi del ”99, quando il gruppo Cragnotti era oberato dai debiti e le banche stavano studiando il modo migliore per recuperare i loro soldi. Sotto la regia di Banca di Roma, i tre creditori avevano raggiunto «un accordo - si legge nell´atto di citazione - con Cirio spa volto a trasformare l´indebitamento del Gruppo verso l´esterno in indebitamento intercompany al prezzo dello svuotamento patrimoniale e finanziario di Cirio spa». L´operazione è descritta in una lettera che Cirio spedisce alla Banca di Roma il 20 aprile 1999 e si articola in quattro mosse: a) artificioso indebitamento di Cirio spa nei confronti di Banca di Roma per 170 miliardi di lire; b) conferimento del ramo lattiero caseario (impoverito del predetto debito) in Eurolat; c) vendita del 100% di Eurolat a Dalmata srl (gruppo Parmalat); d) impiego del prezzo ricavato dalla predetta vendita per estinguere i debiti di Bombril Cirio International Sa, Cirio Holding e Cmi nei confronti delle banche. Bombril doveva 270 miliardi a Banca di Roma e altri 50 alla Popolare di Lodi. La Cmi (Compagnia mobiliare italiana controllata al 100% dalla Cirio Holding) era indebitata per altri 55 miliardi nei confronti dell´istituto romano, mentre la stessa Cirio Holding era esposta con la Banca commerciale per 55 miliardi. Alla fine dell´operazione, l´intero ricavato della cessione della Eurolat fu convogliato nelle casse delle banche per un importo complessivo di 430 miliardi di lire. Ora la Banca di Roma, per la regia riconosciutale dal tribunale di Roma in tutta la vicenda, dovrà risarcire 223 milioni di euro più le rivalutazioni. In totale circa 300 milioni. Nessuno esborso per le altre banche, in quanto, a giudizio del tribunale, non sarebbero state a conoscenza dell´operazione architettata tutta in quel di Roma. Sempre ieri l´ex presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, ha dovuto registrare un´altra sconfitta sul fronte parmense. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati, Ennio Amodio e Francesco Vassalli, contro il decreto ritenuto «esuberante» con cui il giudice per l´udienza preliminare di Parma, Domenico Truppa, lo scorso 25 luglio, lo ha rinviato a giudizio per la vicenda Ciappazzi, uno dei filoni del crack Parmalat. «La Corte - ha commentato Amodio - ha riconosciuto le ragioni del ricorso proposto dalla difesa. Il gup non può esorbitare dalla sfera delle sue funzioni istituzionali che gli impongono di non anticipare valutazioni riservate al dibattimento». Il processo a Geronzi inizierà regolarmente il prossimo 14 marzo. WALTER GALBIATI