Gilberto Corbellini Il Sole 24 Ore 10/2/2008, 10 febbraio 2008
In Genesi 32, 25-31: «Giacobbe rimase solo, e uno sconosciuto lottò con lui fino allo spuntar dell’alba
In Genesi 32, 25-31: «Giacobbe rimase solo, e uno sconosciuto lottò con lui fino allo spuntar dell’alba. Quando costui vide che non poteva vincere Giacobbe nella lotta, lo colpì all’articolazione del femore, che si slogò, e disse: «’Lasciami andare perché già spunta l’alba». «Giacobbe rispose: «’Non ti lascerò andare se prima non mi avrai benedetto” «Quello chiese: «’Come ti chiami?” «’Giacobbe” egli rispose. «L’altro disse: «’Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato contro Dio e contro gli uomini e hai vinto”. «Giacobbe gli domandò: «’Dimmi, prego, qual è il tuo nome?” «L’altro gli rispose: «’Perché mi chiedi il nome?” e diede la sua benedizione a Giacobbe. «Giacobbe disse: ”Ho veduto Dio a faccia a faccia e non sono morto”» [19]. Interpretazione di Michele Luzzatto [20]: Giacobbe è Darwin, l’angelo è «il fondamentalista fanatico e stupidamente votato al martirio». «Dio [...] ha riconosciuto il valore di Giacobbe, che non è riuscito a sopraffare dopo un’intera notte di lotta; e si adira con coloro che pretendono di conoscere le sue imperscrutabili ragioni, o di interpretarne terroristicamente la volontà [...] Luzzatto ci ricorda opportunamente che anche Darwin ha lottato con Dio, cioè con il creazionismo. Uscendone vincitore. Infatti, non è vero che la dottrina del disegno intelligente non è confutabile. stata confutata da Darwin. Il quale non è rimasto folgorato dall’idea della selezione naturale sulla via delle Galapagos, come una certa mitologia dell’evoluzionismo tende a far credere. Darwin fu un seguace della teologia naturale di Paley [21] fino a quando alcuni tassonomisti inglesi non gli spiegarono che cosa aveva effettivamente osservato durante il suo viaggio sul Beagle [22]. A quel punto cominciò a elaborare, dopo aver letto nel settembre del 1938 il saggio di Malthus sulla popolazione [23], un’ipotesi alternativa ed esplicativamente più potente del disegno intelligente. Lottare con Dio per lasciarsi alle spalle la teologia naturale, e consegnare ai posteri la più religiosa (nel senso etimologico della parola) delle visioni laiche della natura, non era stata impresa facile. Il duca di Argyll raccontava di una conversazione con Darwin, nell’ultimo anno della vita di quest’ultimo. Al’osservazione del pari scozzese, che non poteva fare a meno di considerare gli adattamenti delle orchidee come l’espressione del disegno di una Mente, Darwin rispose scuotendo la testa: ”Ebbene, spesso questa idea prende anche me con una forza travolgente. Ma poi se ne va”» [24].