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 2008  febbraio 13 Mercoledì calendario

Il principino Jean, dal teatro alle trame di Neuilly. Corriere della Sera 13 febbraio 2008. Prima vocazione, il teatro

Il principino Jean, dal teatro alle trame di Neuilly. Corriere della Sera 13 febbraio 2008. Prima vocazione, il teatro. A Jean Sarkozy, ventunenne secondogenito del presidente francese, non mancano fisico e talento. Fa un provino senza credenziali, presentandosi con il cognome della madre, lo prendono subito per Oscar, commedia brillante scritta da Louis De Funès, il grande comico scomparso. Con Jean, la bella Sophie, figlia dell’uomo d’affari (e di spettacolo) Bernard Tapie. Si sa che il palcoscenico può essere un surrogato della politica. A volte succede il contrario: la politica come avanspettacolo. Spesso tragicomico. Quello che va in scena a Neuilly-sur-Seine, il sobborgo di Parigi già ribattezzato «Sarkoville», offre a Jean la parte del mattatore, o meglio del sicario. Se non fosse biondo come un principino britannico e non avesse l’allure del ragazzo-bene, con la camicia bianca e il blazer blu, sarebbe perfetto come Jago. «Ti sosterrò fino alla morte», diceva ad alta voce, nelle assemblee elettorali, all’amico David Martinon, il portavoce dell’Eliseo catapultato a Neuilly, per diventare sindaco e «fiduciario» del presidente presso la comunità più ricca e potente di Francia. I bei nomi della finanza e dello spettacolo vivono in questo comune ordinato e fiorito che ha visto nascere Nicolas Sarkozy e ne ha sostenuto l’ascesa all’ Eliseo. «Sembra di rivedere Nicolas – dice un vecchio militante – con venti centimetri di più», aggiunge. Come il padre (e come il nonno) ama le belle donne. Come il padre, studia legge (alla Sorbona), ma sogna un altro mestiere. Partendo da «Sarkoville», dove è cominciata la saga di famiglia. Qui si trasferì il nonno, profugo dall’Ungheria. Qui è nato il presidente. La nonna, la domenica, portava figli e nipoti alla pizzeria Eboli, da Pasquale. Jean e il fratello Pierre giocavano dietro il bancone e imparavano a fare la pizza. Quando Cécilia entrò nella vita del padre, Jean aveva dieci anni. Ha continuato a vivere a Sarkoville con la madre e a frequentare una base di consenso naturale. «Ti sosterrò fino alla morte» non era propriamente una promessa. Più autentico lo sfogo del presidente all’indirizzo di Martinon: «Ti ho dato la mia città, ti ho dato mio figlio e mi hai messo nella merda», secondo la cruda ricostruzione di Libération. Jean Sarkozy gli dà il colpo di grazia, promuovendo una lista alternativa. Il portavoce- dandy, protetto da Cécilia Sarkozy e mal sopportato dai collaboratori del presidente, è costretto a farsi da parte. A Neuilly, l’elettorato della destra è in rivolta, le liste per le amministrative di marzo si fanno e si disfano. Gli uomini designati da Parigi si ribellano. Gli alleati di Martinon si disperdono. L’Ump, il partito del presidente, preferisce appoggiare una lista civica per riuscire a vincere, mentre il capo della sezione locale, vecchio amico del presidente, decide di correre per conto suo. Adesso tutti si chiedono quale sarà il posto di Jean. Un incarico municipale? Un posto in lista dopo la missione compiuta? O una pausa di riflessione, come lascia capire Patrick Devedjian, segretario nazionale del partito: «Jean ha molto talento, è un ragazzo intelligente, adora la politica, ma il suo momento non è ancora arrivato ». Lo psicodramma di Neuilly prevede, come in Pirandello, la negazione-conferma delle apparenze: «Non c’è monarchia a Neuilly». Resta allora da capire che cosa ci facciano un delfino amico della ex regina e un delfino di sangue, sul cui conto si sprecano gli elogi dei cortigiani: «La crisalide è diventata farfalla», dice un politico locale. «Ha tutte le qualità di suo padre e la calma di sua madre (Marie-Dominique Culioli, insegnante d’italiano, origini corse, prima moglie di Sarkozy, ndr). Possiede una grande maturità, è calmo, gentile, pieno di carisma», dice Isabelle Balkany, intima amica del clan Sarkozy. Ma sul futuro nulla è deciso, salvo l’invisibile itinerario sulle orme del padre. A differenza del fratello maggiore, Pierre, più introverso e amante della musica rap, Jean sembra nato per la politica e il contatto con il pubblico. Lo si è visto a suo agio durante un viaggio ufficiale in Marocco, nelle poche settimane in cui Sarkozy è rimasto single. E poi nelle strade di Neuilly a ripetere: «Dateci fiducia, non ve ne pentirete», con lo stesso tono del padre. «Sono un semplice militante», ripeteva, accanto a Martinon. Ma non era vero. Massimo Nava