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 2008  febbraio 11 Lunedì calendario

Proprio oggi l’evento Lourdes celebra i 150 anni di vita. La storia del santuario cattolico più famoso del mondo, del luogo per eccellenza della devozione mariana, è infatti iniziata l’11 febbraio 1858, quando una ignara ragazza del popolo di un villaggio ai piedi dei Pirenei ha raccontato di aver avuto un incontro straordinario con una «bella Signora», in una grotta del luogo

Proprio oggi l’evento Lourdes celebra i 150 anni di vita. La storia del santuario cattolico più famoso del mondo, del luogo per eccellenza della devozione mariana, è infatti iniziata l’11 febbraio 1858, quando una ignara ragazza del popolo di un villaggio ai piedi dei Pirenei ha raccontato di aver avuto un incontro straordinario con una «bella Signora», in una grotta del luogo. S’è trattato di una notizia choc, che ha prodotto grande scompiglio anche in un’epoca propensa a veder dappertutto i segni della presenza di Dio. A 150 anni di distanza il richiamo del sacro si manifesta ancora in tutta la sua potenza. La grotta di Massabielle, teatro delle apparizioni, è oggi il cuore di un centro devozionale che non ha eguali in altre parti del mondo. Lo spazio sacro di Lourdes si compone di quattro basiliche, tra cui spicca l’enorme chiesa sotterranea, che conta 25 mila posti, dove i fedeli sono costretti a seguire le liturgie sui grandi schermi. Sono parte integrante dell’ambiente anche le 16 piscine in cui si immergono gli ammalati, le grandi spianate per i raduni di massa, la tenda per l’adorazione eucaristica, l’edificio per le confessioni. I numeri del fenomeno sono imponenti. Nell’arco di un secolo e mezzo Lourdes ha richiamato più di 700 milioni di pellegrini. Si tratta di un flusso che non si è attenuato nel corso degli anni, nemmeno con l’avvento di una società in cui si è ridotto il peso della religione nella vita quotidiana delle persone. Ancor oggi Lourdes attira più di 6 milioni di visitatori l’anno, tra cui spiccano gli 80.000 malati gravi alla ricerca di un segno di conforto e di benevolenza divina. Questo stuolo di infermi è accompagnato da oltre 80.000 volontari, tra cui molti giovani. Tutto ciò ha contribuito a fare del piccolo centro di Lourdes (che conta meno di 20.000 abitanti) la seconda città della Francia, dopo Parigi, per capacità alberghiera, grazie ai 230 hotel e strutture di accoglienza di cui dispone. Ma questo ambiente non si distingue soltanto per la qualità dei servizi e per il flusso commerciale. Lourdes è anzitutto un centro religioso di prima grandezza. Ogni anno qui vengono consumate 2 milioni e mezzo di ostie, si accendono circa 700 tonnellate di candele e di ceri, le offerte religiose ammontano a 15 milioni di euro. Sono oltre 50 le messe che ogni giorno si celebrano in questo spazio sacro. Nel corso della storia, il flusso a Lourdes ha cambiato provenienza. Nei primi decenni dalle apparizioni, la città sacra ha perlopiù attratto pellegrini da tutta la Francia, per poi richiamare sempre più gente dai paesi europei, mentre oggi il suo raggio di influenza si estende al mondo intero. Il multiculturalismo è attualmente di casa anche a Lourdes, con crescenti quote di africani e di asiatici che affollano uno spazio tipico della devozione dell’occidente cristiano. Sono tre le icone che fanno di Lourdes un luogo sacro particolare. Anzitutto si celebra qui il continuo bisogno della pietà popolare di scoprire nella propria vita dei segni della presenza di Dio. Le apparizioni della Madonna rispondono a questa esigenza fondamentale, rivelando anche le condizioni base per entrare in contatto col sacro. Per gli uomini di chiesa quella di Bernadette è la storia di una creatura semplice e umile che si è lasciata lavorare da Dio; mentre la grotta di Massabielle indica a tutti il cammino privilegiato per aprirsi ai doni della grazia celeste. Lo slogan prevalente tra i fedeli è che occorre sempre più abbeverarsi alla fonte. Ed è per ricordare queste verità di fondo, che la pietà cattolica ha disseminato i simboli di Lourdes nel mondo. Non vi è luogo cattolico che non abbia una statua della madonna di Lourdes, col suo look inconfondibile di abito e velo bianco, di cintura blu ai fianchi, di rosa gialla sui piedi. Anche la grotta di Lourdes è stata esportata in molti angoli della terra, a ricordare che il sacro può manifestarsi nei luoghi più impensati, ma sceglie comunque le figure e gli ambienti più umili. La venerazione, infine, coinvolge anche l’acqua di Lourdes, quella che sgorga dalla grotta dell’apparizione, cui il sentimento popolare riconosce sia un richiamo salvifico che un qualche potere taumaturgico. La seconda icona di Lourdes è poi quella dei malati e dell’attesa del miracolo. Nell’immaginario collettivo, è questo il luogo per eccellenza in cui può manifestarsi la potenza del sacro. A Lourdes il miracolo non è di per sé una necessità, ma una possibilità ravvicinata. La maggior parte dei malati non intraprende il pellegrinaggio con la convinzione di ricevere una grazia, anche se gli infermi più gravi sembrano non escludere questa eventualità remota. Il richiamo al miracolo rientra del resto a pieno titolo nella storia di questo luogo sacro. Secondo la tradizione, le prime guarigioni sono avvenute durante le stesse apparizioni della Madonna a Bernadette, per poi continuare nel tempo. La chiesa cattolica ha sin qui certificato 67 miracoli attribuibili a questo luogo sacro, anche se i casi di guarigione senza una spiegazione umana plausibile ammontano a più di 7.000. Al di là delle guarigioni fisiche, si parla anche molto a Lourdes dei miracoli spirituali. Il contatto con un’umanità sofferente o il clima di ricerca religiosa può spingere alcune persone a rimettere in discussione il proprio cammino di vita, a riscoprire valori fondamentali; fors’anche ad operare una conversione non soltanto del cuore ma anche dello spirito, nella riscoperta di un messaggio religioso sino al quel momento trascurato o osteggiato. Tra le molte icone di Lourdes vi è anche quella di essere un luogo di contraddizione, capace di creare molte attese nel popolo ma anche di alimentare dispute e conflitti infiniti sulla validità di questa esperienza. Fin dalle origini Lourdes è stata oggetto di valutazioni contrastanti. L’idea che le apparizioni fossero una frode o una montatura o un fenomeno da baraccone ha sempre accompagnato la vicenda Lourdes, anche perché il dubbio e lo scetticismo si innesca naturalmente di fronte alla facile voglia di credulità delle masse. Lourdes, dunque, non ha conosciuto soltanto la «verità» delle apparizioni, ma è stata oggetto di molte controverità. Bernadette è certamente stata venerata dalle folle dei credenti, ma anche considerata da molti non credenti (o miscredenti) come una «povera idiota», come l’incolpevole ingranaggio di un disegno clericale che tende a perpetuare nel tempo il suo potere nella società. Vari intellettuali ed esperti hanno derubricato i miracoli di Lourdes a semplici allucinazioni o a prodigi la cui validità era solo temporanea, ritenuti inspiegabili da una medicina ancora acerba o incompleta nelle sue conoscenze. Al di là di queste critiche, Lourdes attesta comunque il grande bisogno della gente comune di credere nello straordinario. Chi vive la fede in termini essenziali o critici può aver difficoltà ad attendersi che la potenza divina si manifesti nel mondo o anche nella propria personale esperienza. Ciò in quanto molti credenti cancellano dalle proprie aspettative la possibilità che un angelo loro appaia, che Dio si sveli loro in una visione, che il sacro si manifesti in qualche modo nell’esperienza umana. L’evento Lourdes ci dice, per contro, che questa attesa è ancora diffusa in ampie quote di popolazione, che sono alla ricerca di questi segni o perché vivono particolari condizioni di indigenza o perché hanno occhi più capaci di penetrare il mistero. Anche per i credenti, dunque, Lourdes può essere un segno di contraddizione.